Le comiche finali: la mozione approvata sulla guerra in Libia confusa, raffazzonata, inutile
Mercoledi 4 Maggio 2011 alle 20:04 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdS - Le affermazioni degli esponenti della Lega sarebbero veramente comiche se non si riferissero alla guerra in Libia. Oggi è stata votata e approvata la mozione della Lega. Il governo "ha tenuto". Ieri alla trasmissione "Ballarò" Tosi (sindaco leghista di Verona) e il ministro La Russa hanno detto uno il contrario dell'altro.
Tosi, chiaramente, ha fatto capire che la guerra in Libia è sbagliata, che Gheddafi forse ha ragione, che la guerra è fatta solo per scopi economici e di controllo dell'area, che i bombardamenti colpiranno anche i civili perché è inevitabile. Quella di Libia, per Tosi, è una guerra sporca e cattiva. E allora? La Lega presenta una mozione che il PdL vota e tutti sono contenti. La maggioranza è solida e compatta. La mozione della Lega che doveva essere "durissima", non dice niente. Qualche confusa affermazione di principio, qualche richiesta che non potrà essere rispettata. Sei punti inutili che non fermeranno la guerra e non cambieranno nulla. Il punto cruciale è quello che impegna il governo "a fissare un termine temporale certo, da comunicare al Parlamento, entro cui concludere le azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico" ma "in accordo con le Organizzazioni Internazionali ed i Paesi alleati". La Nato ha subito risposto che la missione finirà solo a obiettivi raggiunti. Questo vuol dire che la guerra finirà non si sa quando e che non lo deciderà certo Berlusconi e, tanto meno, Bossi. Nella mozione si parla poi dei flussi migratori e del reato di immigrazione clandestina che l'Unione Europea ha dichiarato illegittimo, cosa che non centra nulla con la guerra in corso. Una mozione confusa, raffazzonata, inutile. Ma i leghisti sono contenti, tanto contenti. Hanno fatto la voce grossa e non hanno raggiunto nulla. Hanno fatto solo propaganda e hanno mantenuto le loro poltrone alle quali sono tanto affezionati. L'unico obiettivo che interessa loro.
Alla fine Bossi dichiara che "la Lega ce l'ha ancora duro" ed è soddisfatto di questa "battuta del passato". Berlusconi afferma che "l'asse con Bossi resta saldo". Poi, parlando del Milan e di calcio, chiede che gli venga intitolato lo stadio Meazza (il vecchio San Siro). E ride.
Non c'è limite all'indecenza. Il fatto grave è che Berlusconi e Bossi non sono dei guitti che calcano un palcoscenico di provincia e tentano di far ridere un pubblico annoiato. Sono quelli che dovrebbero governare il paese. Sono quelli che ci stanno portando alla rovina.
Giorgio Langella
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