Langella: un altro "uomo della provvidenza", si chiama Mario Monti
Giovedi 10 Novembre 2011 alle 19:05 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI FdS - Da ieri abbiamo un altro "uomo della provvidenza". Si chiama Mario Monti. L'entusiasmo è alle stelle. Da più parti si invoca il governo tecnico, quello delle larghe intese. Ci vuole "responsabilità " gridano in coro. I "nostri" industriali applaudono. Montezemolo dice: "Monti è l'unica soluzione". Emma Marcegaglia sostiene: "No al voto, Si a Monti". Meglio non convocare elezioni anticipate adesso è qualcosa di disdicevole. Non si può chiedere ai cittadini di esprimere un voto su cose difficili da capire. Le persone normali non possono decidere, ci vogliono i "tecnici". Siamo al trionfo dell'ademocrazia (a privativo).
Ci troviamo in una situazione disastrosa provocata in grande misura da un governo incapace, da un'opposizione parlamentare inesistente, da imprenditori che hanno delocalizzato il lavoro, trasferito capitali nei paradisi fiscali e investito grandi ricchezze in speculazioni di vario genere.
Hanno continuato a dirci che Tremonti aveva tenuto in ordine i conti. Da tre anni a questa parte il rapporto deficit/pil è cresciuto a dismisura. Più di trecento miliardi (si, proprio 300.000.000.000) di euro in tre anni hanno fatto decollare un debito già drammaticamente enorme.
Adesso arrivano i tecnocrati. Banchieri, economisti, industriali, manager ... gli stessi che fino a poco tempo fa affermavano che la crisi era dietro le spalle. Si preparano a farci fare i sacrifici. Perché in tutto questo confuso disastro un'unica cosa è certa: pagheranno tutto quelle persone che hanno sempre pagato le tasse, i lavoratori, i pensionati. Tanto, dicono lorsignori, siamo sulla stessa barca. Chiameranno privilegi i diritti più elementari (a un lavoro sicuro, a un salario onesto, alla pensione dopo 40 anni di lavoro) e li cancelleranno. Ci faranno credere che lo fanno per il nostro bene e si arricchiranno sempre di più. Taglieranno lo stato sociale, permetteranno i licenziamenti senza giusta causa, privatizzeranno tutto il possibile, venderanno il patrimonio pubblico a prezzi di realizzo. Diranno che è l'Europa che lo chiede. E saranno tutti là ad approvare manovre da "lacrime e sangue". Tutti insieme, chi ha governato (male) e chi ha fatto l'opposizione (male). Lo faranno per il "bene del paese", quel Paese che noi amiamo e che loro hanno distrutto.
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