Langella (FdS): Accordo per Mirafiori, una resa umiliante (per chi firma)
Giovedi 23 Dicembre 2010 alle 23:40 | 0 commenti
Giorgio langella, FdS - Il momento è grave. La democrazia è sotto attacco, nelle scuole, nelle università , nelle fabbriche.
Accordo per Mirafiori. La Fiom non firma. Lo fanno, invece Fim-Cisl con Uilm-Uil e Fismic. Adesso sono tutti soddisfatti. Ma chi? I padroni, il loro governo, i loro servi, il ministro Sacconi. Il "grande manager" Marchionne afferma "E' un gran bel momento per tutti quelli che hanno faticato per raggiungere un'intesa, ma soprattutto per i lavoratori e per il futuro dello stabilimento". Per i lavoratori? ... e cosa ne sa Marchionne dei lavoratori?
Lui che prende quasi cinque milioni di euro ogni anno cosa conosce dei sacrifici di chi lavora in catena di montaggio? Cosa sa della fatica di arrivare a fine mese con poco più di mille euro al mese?
E poi c'è la notizia che la Fiat conferma l'investimento di un miliardo per trasformare Mirafiori, la fabbrica simbolo del gruppo, nell'avamposto europeo del gruppo Chrysler. Ma allora, è la Fiat ad essere stata comperata dalla Chrysler? Ma non ci avevano sempre detto il contrario?
La Fiom non ha firmato perché sono previsti turni anche di 10 ore per 6 giorni alla settimana, perché c'è la cancellazione di 10 minuti di pausa, perché ci sono 120 ore di straordinario obbligatorio (e allora, perché chiamarlo ancora "straordinario"?), perché i lavoratori che sciopereranno saranno sanzionabili, perché le organizzazioni sindacali che non firmeranno l'accordo non potranno più essere rappresentate dal momento che non ci saranno più le elezioni di base. Norme indecenti, che umiliano i lavoratori. Norme anticostituzionali che cancellano le fondamenta stesse della democrazia. La chiamano "modernità " ma è solo il tornare indietro ai tempi nei quali i padroni dettavano le regole e i lavoratori subivano impotenti e vinti.
Non si possono barattare i diritti con il lavoro (che è il primo diritto costituzionale). Non si può accettare di trasformare lavoro e lavoratori in merce. Fim, Uilm e Fismic lo fanno. Il segretario generale della Cisl di Torino afferma: "Si tratta di un accordo utile e necessario all'economia e alla coesione sociale del territorio torinese". Utile a chi? Ai padroni della Fiat per avere sempre maggiori profitti? A Marchionne per mantenere il suo potere? E necessario per che cosa? Per umiliare ancora di più i lavoratori? Per renderli sempre più ricattabili e, quindi, meno liberi?
Così si svendono i diritti, si china la testa, ci si piega al volere di Marchionne e degli investitori statunitensi. Senza neppure osare alzare la voce e, magari, chiedere al governo di far valere i diritti costituzionali. Sacconi, col solito atteggiamento servile nei confronti dei padroni, dice che l'accordo è buono proprio perché non permette la rappresentanza in fabbrica a chi si oppone e non lo firma. In fabbrica ci saranno solo i sindacati che sono d'accordo con il padrone. Alla faccia della democrazia. Non ci potranno essere voci dissenzienti.
Hanno cercato in tutti i modi di isolare il più grande sindacato italiano (la CGIL e la Fiom) e ci stanno riuscendo con la complicità di Cisl e Uil. Una pagina nera per la democrazia. Una pagina triste per il movimento sindacale.
I padroni dispongono, i servi applaudono, i pavidi accettano comunque qualsiasi cosa. Ci può essere speranza di uno sviluppo democratico? Ci dobbiamo rendere conto che la società che lorsignori ci vogliono imporre è quella nella quale una minima parte di privilegiati ha la quasi totalità della ricchezza. Possiamo accettare di continuare a subire senza reagire? Non è forse venuto il tempo di rialzare la testa e gridare con tutte le forze "noi non ci stiamo"? Proviamo a ribellarci e, per fermare la reazione, si vada subito allo sciopero generale.
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