Langella a Sel: no a polemiche "formali" dopo la tavola rotonda ViPiù, sì a progetti comuni
Domenica 17 Febbraio 2013 alle 09:44 | 0 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella, segretario regionale PdCI e sostenitore di Rivoluzione civile, una nota sul comunicato di Sel polemico con Ezzelini Storti e pubblichiamo.
Certo che in questa maniera di "dialogare" la costruzione di qualcosa a sinistra è difficile. Ezzelini può anche aver detto qualcosa di spiacevole ma SEL non può pretendere di fare tutto da sola (o quasi) e poi "sperare" che qualcuno si accodi. Le sollecitazioni a SEL per un lavoro unitario su un progetto svincolato da qualsiasi tornaconto elettorale sono state fatte "da sinistra" molto spesso. Ricordo due esempi:
1.- il piano per il lavoro della provincia di Vicenza, elaborato come proposta dal PdCI e più volte reso pubblico a un vasto "fronte" progressista (PRC, IDV, SEL, sindacati, ANPI, ecc. ecc.) perché potesse essere discusso, arricchito e potesse diventare un progetto comune. Alle molteplici richieste di unità programmatica SEL rispose, in pratica e solo "se fate iniziative sul lavoro chiamateci pure";
2.- la questione Marzotto-Marlane che ci ha visto lottare e continuare la lotta da soli (intendo PdCI e Vicenzapiù e .. sporadicamente qualcun altro come USB). Per la Marlane, è vero, SEL ha fatto un comunicato (dopo numerosi solleciti), alcuni esponenti del partito di Vendola hanno firmato l'appello nazionale che avevamo scritto da Vicenza .. Mi sembra poca cosa per dimostrare la volontà di unire, sui contenuti, le nostre debolezze e, diventando più forti, poter trattare da migliori posizioni con il PD.
Accettare le polemiche? Non mi sembra il caso. Un grande lavoro ci aspetta. Un lavoro che metta da parte pericolosi protagonismi "a prescindere". Si discuta di contenuti, proposte, progetti, idee ... e non di personalismi, simpatie o antipatie varie. Da questo, dal rispetto reciproco e dal rifiuto di furbizie e di azioni propagandistiche (facili da fare in campagna elettorale) potrà derivare un risultato positivo che unisca una sinistra oggi molto divisa sulla "forma". E che non vuole confrontarsi sulla sostanza.
Giorgio Langella
PS: 1.- per completezza allego quello che avevamo scritto come PdCI-FdS all'epoca della trattativa cittadina e delle dichiarazioni di SEL (ottobre 2012*)
2.- sono stupito che questa polemica venga innescata con un comunicato ufficiale, solo dopo che, nella tavola rotonda del 14-2 condotta dal direttore di VicenzaPiù al Garibaldi (un dibattito molto civile) nulla si sia detto da parte di SEL sul contenuto dell'intervista di Ezzelini (del 12-2). Questa tempistica fa sembrare che la posizione di SEL sia leggermente strumentale
3.- ribadisco il concetto che l'unico voto utile è quello per Rivoluzione civile, anche perché è esempio di unità visto che, nei fatti, è una lista/progetto che mette insieme partiti, esponenti di associazioni importanti e della cosiddetta società civile.
*Documento PdCI FdS del 20 ottobre 2012
La lettura delle notizie di questi ultimi giorni relative alle prossime elezioni amministrative a Vicenza evidenzia come la questione delle alleanze venga affrontata in una maniera che ricalca una prassi purtroppo comune da tempo nel nostro paese. Al di là della condivisione o meno delle primarie, l'obiettivo di tale "(mal)costume" è prioritariamente la forma della coalizione e non la sostanza di un progetto da proporre agli elettori. La priorità diventa la scelta del candidato e non i punti programmatici di governo. Le scelte, in questo modo, appaiono (e spesso sono) esercizi molto prossimi a giochi di potere e spartizione di posti. Quanto sta succedendo a Vicenza è la solita, vecchia pratica che, purtroppo, si deve affrontare ad ogni tornata elettorale. La precedente campagna elettorale aveva visto l'improvvisa spaccatura del fronte del centro-sinistra per un veto dell'attuale sindaco (e dei suoi alleati "più vicini") sull'uso del simbolo da parte della sinistra. Una decisione che dimostrava l'abitudine a considerare altre forze politiche solo "veicoli" che potessero trasportare il candidato alla vittoria. Cortigiani senza pari dignità . Nulla più.
Oggi leggiamo, sulla stampa, di accordi tra PD-SEL e parte del presidio permanente "No-Dal Molin". Accordi che, anche se non ancora ufficiali, hanno raggiunto comunque il risultato di rompere il fronte della sinistra e del movimento che si oppone alle basi statunitensi. Innanzitutto vogliamo esprimere la totale solidarietà alla consigliera Cinzia Bottene che ha sempre portato avanti con coerenza la propria battaglia (quasi sempre solitaria) in consiglio comunale e che, oggi, viene "licenziata" da quella parte del presidio "No Dal Molin" che ha deciso di percorrere la strada più facile dell'accordo a prescindere con chi ha governato la città .
Ma vogliamo anche chiarire alcune affermazioni del coordinatore di SEL Tomaso Rebesani che ci sembrano irreali. Rebesani dice che "IDV e Federazione della sinistra si sono chiamati fuori". Ebbene, il PdCI-FdS non si è mai "chiamato fuori" per il semplice fatto che non è mai "stato chiamato dentro". Eventuali riunioni o "aperture di tavoli di consultazione", se ci sono state, sono state fatte all'insaputa degli organismi vicentini del partito. E questo nonostante il PdCI-FdS da anni abbia richiesto a tutte le forze di centro-sinistra di iniziare un lavoro comune sui problemi della città e della provincia, a partire da quelli drammatici del lavoro.
A nostro avviso quanto traspare, leggendo i giornali, della vicenda è indice di un'abitudine a escludere organizzazioni ritenute "scomode" invece di unire le forze progressiste per proporre un reale cambiamento. È il risultato di una visione politica che individua nel "leader" un "capo" al quale tutti devono fedeltà . Anche se sbaglia. Ci chiediamo se questo sia il "nuovo" o se non sia solo un metodo di spartizione di poltrone e incarichi. Un metodo vecchio, anche se confuso dalla "modernità " delle primarie.
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