La metamorfosi di Variati
Sabato 4 Settembre 2010 alle 20:30 | 0 commenti
Il sindaco democratico di Vicenza Achille Variati ha modificato la sua giunta. Da lunedì, operativi gli annunci fatti oggi a palazzo Trissino, la sua creatura sarà un organismo sperimentale. Un po' civico, un po' trasformista, un po' ogm. E il nuovo esecutivo ha un nuovo astro; è l'avvocato Massimo Pecori dell'Udc.
Le sue deleghe pesano e come. Affari legali e patrimonio col compito di sovraintendere alla redazione dei futuri accordi con i privati in sede di attuazione del nuovo piano regolatore, il Pat. Sua anche la delega alla partecipazione civica e al decentramento. Un'ottima cabina per dialogare con poteri forti e associazioni, dispensare fondi comunali e aumentare il feedback col territorio e coi potenziali elettori.
Claudio Cicero dal canto suo non va in giunta ma ci manda il suo spirito. Il big boss della civica di destra Impegno a 360°, l'uomo degli scontri ferali con Toni Dalla Pozza (Pd) sulla gestione del traffico quando il democratico era in minoranza, soffia allo stesso Dalla Pozza la delega alla mobilità con annessi e connessi. Sosta e auto a basso impatto incluse. Cicero per precisione terrà infatti la carica di consigliere comunale delegato ma non entrerà nell'esecutivo. Il motivo reale? Chi l'avrebbe surrogato non ha alcuna intenzione di fare il salto doppio carpiato da una civica di destra pro Ederle bis ad uno schieramento alleato in cui, almeno sulla carta, abbondano i personaggi colorati di centrosinistra e sinistra. Insomma pur senza lo stipendio da assessore Cicero torna a fare ciò che aveva fatto con la precedente amministrazione quando vestiva la casacca di An: il dominus della viabilità . Cosa che per la verità aveva, più o meno, continuato a fare in questi mesi visto che gli uffici, di riffa o di raffa, ancora facevano (e fanno) riferimento a lui.
Chi rimane scornato è invece il partito dell'Italia dei Valori. Sebbene alle ultime elezioni regionali l'IdV pesi in città un bel 6,5% abbondante la giunta è rimasta off limits. Di più, il coordinatore provinciale e quello cittadino (rispettivamente Sandro Pesavento e Silvano Sgreva, che per vero non chiedevano posti nell'esecutivo) avevano detto chiaramente di non essere favorevoli nel metodo e nel merito al nuovo allargamento; ma non sono stati ascoltati tanto che l'uscita dalla maggioranza di (ex?) centrosinistra appare sempre più probabile. Rimane da vedere se Variati, come ha fatto in passato, chiederà la mediazione diretta dell'onorevole veneziano Massimo Donadi, plenipotenziario veneto dell'Idv, per ricucire una ferita ancora sanguinolenta.
Frattanto però l'opposizione di centrodestra, almeno quella formata da duri di Pdl e Lega, comincia a incalzare il primo cittadino. Parla di manuale Cencelli, di nuova compagine forgiata nel nome dell'inciucio e della spartizione partitocratica. Adombra lo spettro del conflitto di interessi sulla figura di Cicero e fa capire tra le righe di vagliare con lo stesso setaccio anche la posizione di Pecori, cosa che peraltro con i due è già stata fatta in passato dall'ex consigliere leghista Franca Equizi, la quale mesi fa aveva ben puntato l'indice, tra gli altri, contro il Gruppo Sartorello e il Gruppo Pigato.
Tant'è che sono lontani i tempi in cui Variati ammaliava una folla di 10.000 persone in piazza dei Signori che chiedeva un referendum contro Camp Ederle bis. Quel 2 ottobre 2008 la folla era gremita di big della maggioranza, nonché della giunta, tutti contrari alla base. E sul palco c'era un Variati a braccetto dei pretoriani del presidio No Dal Molin: Cinzia Bottene e Olol Jackson in primis. Questi ultimi oggi sono spaesati e in queste ore stanno decidendo se abbandonare il tradizionale fair play verso il primo cittadino o se rimanere nell'alveo di una opposizione garbata.
Intanto per Vicenza gira già una battutaccia da anni '70: "Hai votato Variati? Hai votato per la sinistra? Hai votato No Dal Molin? E ora beccati i fascisti e i democristiani".
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