La Fiat di Marchionne non vende? Colpa dei lavoratori
Venerdi 16 Dicembre 2011 alle 20:54 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI FdS Vicenza - Dagli ultimi dati sulle vendite di automobili risulta che la Fiat vende molto meno dell'anno scorso (-11,7%). La quota di mercato cala dal 6,9% al 6,3%. Nello stesso periodo, Volkswagen aumenta vendite (+5,8%) e quota (che sale al 23,7%). Il risultato è disastroso. Adesso Marchionne e quel che resta della famiglia Agnelli come si giustificheranno? La colpa sarà sempre della Fiom e degli operai che non hanno voglia di lavorare?
Probabilmente diranno proprio questo, ma la realtà è ben altra. La realtà è che lorsignori sono incapaci di progettare e produrre qualcosa di vendibile. Non vogliono (o non sanno) fare innovazione e ricerca. Non vogliono (o non sanno) sviluppare prospettive industriali degne di questo nome. Le uniche cose che hanno prodotto Marchionne e padroni Fiat in questi ultimi anni sono la chiusura di stabilimenti produttivi come Irisbus e Termini Imerese, la cancellazione in fabbrica dei diritti più elementari (per esempio sarà vietato indire scioperi sulle materie regolate dal contratto e i sindacati che li indicono verranno puniti), l'espulsione della Fiom dagli stabilimenti Fiat perché si è rifiutata, giustamente, di firmare il contratto imposto ... un continuo, incessante, violento attacco alla democrazia. La notizia "positiva" della "rinascita" di Pomigliano con la produzione della nuova Panda, nasconde un dato estremamente negativo: solo 600 operai (tra i quali, guarda caso, nessuno risulta iscritto alla Fiom) sono stati ri-assunti dalla nuova società creata apposta. Erano oltre 4000. L'espulsione dei lavoratori dalle fabbriche è l'unica "politica" realmente perseguita da Marchionne e padroni Fiat.
L'altro risultato strabiliante prodotto da Marchionne è la propria retribuzione di svariati milioni di euro ogni anno.
In pratica, da solo, il "manager col maglione" prende come centinaia di lavoratori. E non paga neppure le tasse in proporzione visto che risulta residente in Svizzera.
Marchionne, che si autodefinisce "solo un metalmeccanico", è solamente una persona arrogante e un manager mediocre.
La vicenda della Fiat è l'espressione "più alta" di un modello di sviluppo che ci sta portando alla rovina. La ripresa produttiva e industriale si ottiene investendo nel lavoro e nell'innovazione di prodotto e processo. Non certo lasciando fuori dai cancelli delle fabbriche Costituzione e Leggi dello Stato. Il silenzio del governo Monti è l'esempio di una maniera miope e inefficace di trattare la vitale questione dello sviluppo del nostro Paese che non può prescindere da quello della democrazia nei luoghi di lavoro.
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