La differenza tra sciare e scivolare
Venerdi 9 Luglio 2010 alle 23:38 | 0 commenti
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La differenza tra sciare e scivolare
La poca stima che ho dei politici me li fa paragonare agli sciatori. Tra di loro sono pochi quelli che sanno sciare, ma moltissimi si producono in ridicole scivolate, con buffa tombolata finale. Ne presento due, due chicche degne di menzione che ho ritrovato nel mio archivio. Una è già attempata ed è di Brunetta, l'altra di Napolitano.
La prima. Brunetta propone una tassa speciale per poter finanziare i bamboccioni. Attenzione ai tentativi di rimanere in equilibrio: una tassa da 500 euro da applicare ai genitori per poter finanziare studi o progetti lavorativi ai giovani. Ma dove vive questa persona? Dove crede che vada a finire il surplus, quando c'è, di stipendi e pensioni dei genitori in questi periodi di magra? La contorsione sarebbe questa: i genitori danno i soldi allo stato, e lo stato procede a farne grazioso dono ai bamboccioni. Risultato, passando per le mani dello stato la cifra raccolta perderebbe il 90%, così i nostri figli percepirebbero il 10% di quello che avevamo stabilito di donare noi genitori direttamente, con in più il dovere di ringraziare il ministro per la sua generosità . Non era rimasto contento, il sig. ministro, dell'autogoal realizzato con la tesserina magnetica per gli anziani indigenti, sistema complicatissimo e costosissimo (bastava inserire semplicemente in pensione l'aumento di circa 40 euro stabilito, senza tante balle), doveva replicare con lo scivolone che lo ha coperto di neve e di ridicolo. Per gli sport proprio non sono portati, questi politici. Quel che non ho capito è se dovevano pagare anche quelli che non hanno figli. Credo che mi resterà il dubbio.
Napolitano. Dopo il pronunciamento della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo sulla presenza dei simboli religiosi (solo cattolici, naturalmente, gli altri non esistono) negli ambienti pubblici e tutto il rumore provocato specialmente in Italia, dove alte si son levate le voci dei campioni di libertà , giustizia e democrazia (ih ih ih), ora che la Grande Chambre si riunisce per decidere sul ricorso presentato dalla Repubblica Italiana, anche re Giorgio vuole esprimere i suoi intimi sentimenti in merito (si sta parlando di un comunista, e qui mi corre l'obbligo di citare anche il degno compagno di merende D'Alema che in questi giorni si è affiliato ad una associazione per la difesa dei crocifissi promossa nientemeno che dal vecchio Gelli, campione di libertà , giustizia e democrazia, anzi di "Rinascita Democratica"). Sono poche parole che riferisco a braccio, rendendomi garante che il concetto è quello: "La Corte pensi a non turbare i sentimenti di un intero popolo". Grande, Giorgio!
Peccato che, piantata come un cuneo "tra l'intero popolo" di 60 milioni di abitanti, ci sia una grossa spina di 12 milioni ai quali del crocifisso non gliene può fregar di meno (con tutto il rispetto per il credo altrui). Ora, 12 su 60 fa un bel 20% tondo tondo: atei, agnostici, non credenti in genere (Lucio Panozzo aderisce all'Uaar, l'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, n.d.r.), appartenenti ad altre religioni, ecc. Ora, sig. presidente di tutti gli Italiani, non le sembra poco carino pensare solo all'80% di noi? E gli altri che cosa sono, figli della serva? Tenga anche presente, sig. presidente, che la ragione dei 12 prevale sulle ragioni dei 48, in quanto quella Costituzione che dovrebbe illuminare i suoi passi non prevede NESSUNA religione di stato, quindi niente religione, niente simboli. Mi pare abbastanza che i cattolici possano partecipare al culto nelle chiese, a spese loro e purtroppo anche nostre che non partecipiamo. Mi pare abbastanza che i palazzi vaticani si siano sostituiti a palazzo Chigi e al Quirinale (dove lei abita, se non vado errato), cosa si può umanamente pretendere da noi ancora, sig. presidente? Dico a lei, sig. presidente ... ops, è scivolato sulla neve e ha piantato la testa. Proprio non sa sciare neanche questo.
Ma andate a lezione tutti quanti, che poi con una leggina vi passiamo gratis anche il maestro di sci.
Così voi state al fresco, e noi stiamo in pace.
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