La città immobile, da VicenzaPiù n. 196
Domenica 25 Luglio 2010 alle 18:13 | 0 commenti
E' in edicola VicenzaPiù n. 196, di cui vi mostriamo la locandina e vi ‘regaliamo' il pezzo del Direttore editoriale
di Luca Matteazzi
Se gli spritz diventano uno dei principali argomenti di discussione politica, forse c'è qualcosa che non va. Non che ci sia niente di male a discutere di happy hour e clienti troppo invadenti, anzi. In ballo ci sono questioni importanti: il futuro del centro storico, i giovani e le occasioni che la città può offrire loro, una certa visione della politica, anche (meglio la linea dell'intransigenza o la strada del dialogo?).
Però è anche il sintomo di una delle malattie più insidiose per il dibattito pubblico: l'appiattimento sull'ordinaria amministrazione, la mancanza di progettualità di lungo periodo. Come se, per avere una città migliore, bastasse assicurarsi che nessuno sgarri fuori dai bar.
A riguardare cosa è successo nell'ultimo anno, in effetti, è difficile trovare qualcosa da ricordare. L'unica vera novità sono le indagini che, partendo dai casi di evasione nel settore della concia, stanno aprendo interrogativi sempre più pesanti sulla solidità e sulla tenuta di parti del sistema economico provinciale. Per il resto, si continua a rigirare attorno agli stessi temi: le grandi infrastrutture e le grandi opere (ultimamente è tornata in pole position la Tav, un anno fa era più il nucleare), gli appetiti urbanistici (il Pat è stata una tappa fondamentale del percorso amministrativo, ma è difficile dire che abbia un'impostazione di fondo rivoluzionaria), Aim (qua sì, con la gestione in house, si sta provando una scelta controcorrente), i piccoli dispetti della politica. Alla fine, così, la parte del leone la fa ancora il Dal Molin.
I lavori per la nuova caserma procedono spediti. Lì di fianco sorgerà , consolazione magra e beffarda, un grande parco della pace. Ma la storia potrebbe anche non essere finita: il movimento del No al Dal Molin (nel suo complesso, non solo l'ala del Presidio), ha commesso vari errori, come sottolineato anche negli interventi che potete leggere a pag 12 e 13. Non ha saputo mantenere l'unità , ha perso per strada troppi pezzi, si è impuntato su obiettivi troppo ideologici, troppo vaghi e al tempo stesso troppo limitati (il pacifismo, la battaglia legale), ma rimane comunque il fenomeno più interessante degli ultimi anni. Prendere atto di cosa non ha funzionato, fermo restando che bloccare davvero la base era impresa praticamente impossibile, è decisivo per continuare ad avere un senso e un ruolo nella vita della città , come cantiere di visioni e proposte alternative. In una Vicenza in cui tutti quelli più a sinistra dello scialbo Pd e più a destra del Pdl sono spariti dal consiglio comunale, in cui un sindaco presentatosi come un vento di novità sta progressivamente rientrando nei panni moderati e concilianti che più gli si addicono, in cui le differenze si misurano su chi è a favore dello spirtz e chi no, Dio solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno.
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