Iorio dice, Zonin fa... E lascia la Fondazione Roi. "Giusto il tempo di sbrigare le ultime pratiche" dice il suo legale Ambrosetti
Domenica 24 Aprile 2016 alle 09:15 | 0 commenti
Gianni Zonin si appresta a lasciare la sua ultima presidenza, quella della Fondazione Roi, dopo aver lasciato i vertici di Banca popolare di Vicenza, a novembre, e dell’azienda vinicola di famiglia un mese fa. Questione di giorni. Al massimo di settimane. Giusto il tempo di sbrigare le ultime pratiche dopo l’approvazione del bilancio consuntivo 2015, assicura Enrico Ambrosetti, avvocato di Zonin e della stessa fondazione culturale, che detiene lo 0,51% della banca vicentina, di cui è, in una spa con un capitale ancora molto polverizzato, il settimo maggior azionista.
La conferma della decisione arriva il giorno dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Bpvi, Francesco Iorio, venerdì a Milano, alla presentazione della quotazione in Borsa: «Penso che Zonin dovrebbe dimettersi», aveva risposto a chi gli chiedeva della presidenza della fondazione creata dal mecenate Giuseppe Roi, aggiungendo di non averglielo potuto chiedere «non vedendolo da tempo». Fondazione che durante la doppia presidenza Zonin – che per sei anni, dal 2009 al 2015, è stato seduto su entrambe le poltrone – ha investito fino a salire alle attuali 510 mila azioni, 31,8 milioni di valore ai tempi d’oro : quasi un terzo del patrimonio, 89 milioni alla morte del marchese, nel 2009. Un investimento effettuato in più tranche negli anni precedenti al crollo, con le azioni che oggi, con il prezzo del recesso a 6,3 euro, valgono un decimo del picco di 62,5 e che ora, con l’aumento di capitale e la prospettiva dell’ingresso del Fondo Atlante a 10 centesimi, potrebbero realisticamente crollare a 51 mila euro.La gestione della fondazione, con le nomine in cda che spettano alla banca, ha sollevato interrogativi e spinto la nipote di Roi, Barbara Ceschi a Santa Croce, a sollevare la questione nell’assemblea di Bpvi del 5 marzo e a presentare un esposto alla Procura di Vicenza per chiedere chiarezza sugli investimenti, compreso l’acquisto del vecchio cinema Corso, dismesso, in corso Fogazzaro a Vicenza, per 2,5 milioni. L’altro punto cruciale del ruolo della fondazione nell’attuale tormentata fase di Bpvi è stato il voto, nell’assemblea del 26 marzo, contrario all’azione di responsabilità verso i vecchi vertici della banca. Su cui Iorio, venerdì, si è detto favorevole, aggiungendo che il futuro cda della banca ha ora tutti gli elementi per decidere.Zonin, secondo il suo legale, aveva presentato le dimissioni a marzo, allora respinte dal cda della fondazione. «Zonin aveva dichiarato la propria disponibilità a dimettersi, disponibilità che c’era e c’è ancora – afferma l’avvocato Enrico Ambrosetti, che non commenta la dichiarazione di Iorio –. Le dimissioni le deve accettare il consiglio della Fondazione che gli ha chiesto di restare per compiere alcuni adempimenti, primo fra tutti l’approvazione del bilancio e altre questioni da concludere in questi giorni. Il presidente non ha nessun problema a riconfermare la scelta di dimettersi. È scontato». Il prossimo cda della Fondazione Roi dovrebbe tenersi a breve, di sicuro entro maggio. «La prossima settimana ci saranno gli ultimi adempimenti – dice Ambrosetti – Il presidente è tornato a Vicenza oggi (ieri per chi legge, ndr) da un viaggio negli Usa. È in pensione da tutto ormai. E, beato lui, ha il tempo di fare dei bei viaggi».
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