"Io, ricco imprenditore, sono per la patrimoniale", lo dichiara Vito Gamberale
Domenica 21 Agosto 2011 alle 00:04 | 0 commenti
Di Roberto Farneti, Liberazione
«Sono per la patrimoniale. E' una tassa giusta e non è vero che avrebbe un effetto depressivo». A pensarla così è l'ingegnere Vito Gamberale, uno dei manager più noti e benestanti d'Italia (che concorda con Luca Cordero di Montezemolo e si aggiunge al parere di Warren Buffett su una maggiore tassazione dei "ricchi"", n.d.r.). Ex amministratore delegato di grandi gruppi come la Sip (oggi Telecom Italia) o Autostrade spa, oggi è a capo di F2i, fondo per le infrastrutture italiane che, con il recente acquisto (per 772 milioni di euro) della rete gas italiana di Suez Gdf, in aggiunta alle reti già in portafoglio di E.ON ed Enel Rete Gas, è diventato il primo operatore privato indipendente italiano nel campo dell'energia.
In Italia infuria il dibattito sulla manovra varata dal governo. In molti pensano che è ora che a pagare siano i più ricchi. Persino l'ex presidente di Confindustria Luca di Montezemolo si è pronunciato a favore di una tassa sui grandi patrimoni. Qual è la sua opinione? Sono senz'altro d'accordo sul far pagare chi possiede patrimoni. Diciamo che qui si potrebbe applicare il motto oraziano "tanto vali per quanto paghi". Tra l'altro vedo che questa è una riflessione mondiale. Il miliardario statunitense Warren Buffet ha dichiarato: «Sono ricco, è giusto che paghi di più». La stessa cosa ha detto Garrett Gruener, fondatore di Ask.com. Anche io penso che bisogna contribuire in funzione della ricchezza personale che uno ha. Ci sono ragioni di equità sociale, ma non solo. Agire su questo versante, consente di attuare manovre di bilancio che non siano depressive dell'economia. E' vero, l'Italia è uno dei paesi più tassati. Ma in una situazione di emergenza di questo genere se a una persona molto agiata, che guadagna un milione di euro l'anno, viene chiesto di pagare eccezionalmente centomila euro in più, costui non se ne accorge nemmeno. Il contrario di quello che accade agendo sui redditi medio-bassi. Poi, se permette, vorrei fare un'altra riflessione. Prego... La fascia d'età dei ricchi è mediamente compresa tra i quaranta e gli ottanta anni. Penso che parecchia di questa ricchezza si sia formata, sia pure correttamente, mentre si andava formando il debito pubblico. Lo Stato ha supportato molti settori industriali, dal settore auto a quelli delle costruzioni, della sanità , delle infrastrutture. Per cui ritengo che una tassa sulla ricchezza, in una condizione di emergenza come questa, sia quasi un modo per restituire alla collettività ciò che questi personaggi hanno acquisito in più anche grazie al denaro pubblico. Al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la patrimoniale invece non piace. A sentire lui «è una tassa di sinistra». Personalmente non vedo la patrimoniale come una tassa connotata ideologicamente. E' vero che il vetero comunismo ha sempre considerato la ricchezza una rapina, oggi però dobbiamo ragionare diversamente. Il problema che abbiamo è: allo Stato servono dei soldi, come possiamo rastrellarli senza deprimere la domanda interna e tenendo in piedi un concetto di equità ? La patrimoniale è sicuramente una risposta. Dopodichè mi piacerebbe se, in questo momento di difficoltà del paese, gli schieramenti politici riuscissero a mettere da parte atteggiamenti di contrapposizione reciproca. Vedrei bene una destra che propone una tassa sulla ricchezza e una sinistra che fa una proposta per la moralizzazione del welfare. Penso alla lotta agli sprechi nella sanità pubblica. Credo che sulla lotta agli sprechi, la sinistra non abbia alcuna remora... Non lo metto in dubbio, però il tema del welfare non deve essere un tabù. Bisognerebbe avere il coraggio di dire che i servizi sociali vanno mantenuti, ma va eliminato il malaffare. Le faccio un esempio. Lunedì scorso sul quotidiano il Foglio c'era una riflessione sugli sprechi dei parlamentari siciliani. Che costoro vadano in pensione portandosi dietro, dopo pochi anni di attività , i benefici dello stipendio da parlamentare regionale mi pare un obbrobrio. E' vero che eliminando certi privilegi ottieni poco quantitativamente, ma il cittadino si indigna. Se poi pensiamo che la Sicilia è una regione a statuto speciale, che gode di trasferimenti centrali particolari, credo la qualità della spesa andrebbe più rigorosamente esaminata. La riduzione dei costi della politica è tra i temi oggi all'ordine del giorno. Se ne parla, però poi mi sembra si faccia poco. Tutti si aspettavano il dimezzamento dei parlamentari, che non c'è stato. Questa tassa di solidarietà i parlamentari la pagheranno solo sullo stipendio netto e non su tutte le altre addizionali, che pure sono fisse. Allora il cittadino rimane disorientato. Il ragionamento che fa è "fatti tassare come me, ma mettici tutto dentro". La sinistra ha sempre visto con favore la Tobin Tax. Oggi due grandi paesi governati dalla destra, Francia e Germania, la stanno proponendo all'Europa. Anche in Europa i concetti di destra e sinistra si vanno sfumando, tanto è vero che Sarkozy e Merkel ora parlano di un governo centralizzato dell'economia. Con una guida centralizzata anche queste contrapposizioni di casa nostra verrebbero meno. Nella manovra ci sono molti tagli alla spesa, alcune tasse, ma c'è poco o nulla per la crescita. Il tema della crescita è molto complesso, difficile da affrontare. Guardi cosa sta succedendo al Pil della Germania e della Francia. Sicuramente questa manovra è orientata solo al pareggio di bilancio. Sono anni che variamo manovre per riportare il deficit sotto controllo. Io invece penso che, superata questa emergenza, lo Stato nella sua interezza debba pensare a come diminuire il debito, perché è questa la palla al piede del paese. La patrimoniale può servire anche a questo scopo... Dipende dalla quantità del prelievo. Bisogna considerare che la patrimoniale sarebbe sempre alternativa al contributo di solidarietà . Comunque io non solo sono per tassare la ricchezza, ma penso anche che tutti coloro che, con loro aziende, producono e creano qui le loro fortune, dovrebbero avere la loro residenza in Italia. Grandissime ricchezze industriali, imprenditoriali, fanno capo a persone che non risiedono in Italia, personaggi che predicano anche la patrimoniale. E questo per me è eticamente disturbante, perchè penso che non accada in nessun altro paese europeo. Aziende, ma non solo. Penso a quegli sportivi o artisti italiani che trasferiscono la loro residenza altrove per ottenere vantaggi fiscali.
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