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Mala gestio BPVi nota da ispezioni 2008 e 2009: governatore era Draghi, vice dg Visco ora confermato capo di Bankitalia da... BCE. A cosa serve la Vigilanza se nasconde i dati?

Di Ubaldo Alifuoco Martedi 7 Novembre 2017 alle 22:15 | 0 commenti

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La Commissione parlamentare sulle banche si sta rivelando una opportunità unica per conoscere fatti e misfatti che hanno caratterizzato i comportamenti dei grandi capi (responsabili della gestione, direzione e controlli) della Banca Popolare di Vicenza, di Veneto Banca oltre che di altri istituti di credito al di fuori del Veneto. Inoltre, le audizioni sono l’occasione per portare alla luce importanti documenti, finora tenuti riservati o riservatissimi, che descrivono i comportamenti della Vigilanza di Bankitalia e della Consob. In particolare, con specifico riferimento alla banca guidata da Gianni Zonin, un precisissimo articolo di Francesco Bonazzi, su La Verità del 7 novembre, mette in fila dei fatti molto preoccupanti.

In sintesi:

·      La Vigilanza aveva rilevato la mala gestio già nelle ispezioni del 2008 e 2009.

·      In quelle occasioni, gli ispettori misero in rilievo la mancanza di un minimo di collegialità nelle scelte strategiche che erano determinate dalle decisioni di un uomo solo al comando (il cav. Gianni Zonin).

·      Era già allora evidente il gonfiamento del prezzo delle azioni come specchietto per le allodole nei confronti dei risparmiatori.

·      Molte scelte strategiche della banca vicentina avvenivano in funzione dell’espansione del gruppo vinicolo del suo presidente.

·      Si riscontrava la concessione di crediti per importi elevatissimi ad amici illustri su semplice decisione del presidente, e senza quell'approfondimento tecnico usuale per tutti i clienti “normali”.

Questi gravissimi comportamenti, che risultano da rapporti ispettivi le cui copie sono ormai in possesso della stampa, avrebbero dovuto indurre l’ente preposto al controllo a mettere in atto azioni concrete per riportare la banca controllata su un percorso di correttezza ed efficienza. Al contrario l’altro elemento gravissimo emerso conferma che le conclusioni della Vigilanza restavano nei cassetti del vertice di Bankitalia e ad esse non facevano seguito provvedimenti concreti o informazioni al mondo del risparmio il quale, invece, vedeva solo la parte luccicante della Popolare: il suo presidente Gianni Zonin premiato da alte autorità dello Stato, fotografato per le prime pagine di giornali economici e non solo, citato ad esempio come imprenditore di successo, ecc.

A quanto pare, e questo è veramente grave e al tempo stesso inspiegabile, nemmeno la Consob veniva informata sul reale stato delle Popolari esaminate. Si rimane sconcertati quando, in presenza di un quadro di gravi anomalie emerse nel rapporto della Vigilanza Banca d'Italia su Veneto Banca, gli organi di controllo autorizzavano la stessa banca all'emissione di un prestito obbligazionario al tasso del 2,25% - 29/6/2015 - 2017. Da quanto detto in Commissione parlamentare, pare proprio di capire che l’autorizzazione avvenisse perché la Consob non riceveva le informazioni dalla Banca d’Italia.

Per valutare l’enormità di questa circostanza, basti pensare che in quel modo decine di migliaia di risparmiatori venivano indotti a sottoscrivere obbligazioni non sapendo che esse andavano a finanziare una nave alla deriva.

Conclusione: la strana “riservatezza” della Banca d’Italia, che avrebbe dovuto tutelare i risparmiatori, ha favorito invece la corsa ad investimenti dannosi da parte di un pubblico lasciato così indifeso e privo delle informazioni di cui aveva diritto.

In quel periodo nel direttorio della Banca d’Italia sedevano i seguenti signori: Mario Draghi, Ignazio Visco, Giovanni Carosio, Fabrizio Saccomanni e Antonio Finocchiaro. Se leghiamo questa notizia al fatto che Visco è stato confermato con il sostegno dell’Europa (BCE!) tutto diventa più chiaro.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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