Categorie: Politica, Interviste

Intervista Ginato,Pd: di più su questione morale

Di Marco Milioni Martedi 5 Ottobre 2010 alle 16:32 | 0 commenti

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Il caso concia ha fatto esplodere la questione morale anche a Vicenza. Una questione non da poco anche in considerazione del fatto che nella provincia berica una vera Tangentopoli non c'è mai stata. Federico Ginato coordinatore provinciale del Partito Democratico non si tira indietro e spiega: «Purtroppo il procuratore di Vicenza Ivano Salvarani è nel giusto quando parla della società civile»

 

Vale a dire?
«Quando a metà settembre ho sentito le parole di Salvarani intervistato da Presa Diretta ho dovuto constatare che ha molte ragioni».

Si riferisce alla lamentela di una società civile e di una politica vicentine che nonostante lo scandalo evasione sono rimaste di fatto molto coperte?
«Proprio così. Ovviamente ci sono associazioni, ma anche lo stesso Pd, che promuovono diverse iniziative sul piano della legalità, ma probabilmente sono poco contestualizzate rispetto agli accadimenti degli ultimi mesi».

Come vi muoverete quindi?
«Sosterremo, senza interferenze ovviamente a differenza del Pdl, le iniziative nelle scuole, apriremo dibattiti nelle sezioni, cercheremo di farci sentire sul territorio. Ad ogni modo non è pensabile far passare il messaggio della Lega. Un messaggio che pur non esplicitato è molto deleterio».

E quale sarebbe?
«Quello per cui si giustifica una evasione fiscale, sistemica per giunta, con la scusa che le tasse sono alte perché il sud non paga. In pratica per sopravvivere ad una situazione difficile dovuta anche alla pratica scorretta di molte imprese meridionali, si finisce per fare come chi tra di loro sbaglia o peggio di loro. Come se al nord non si evadesse. È un alibi scadente, ma la nostra colpa, come sul federalismo, è quella di non essere in grado di svelare questo giochino».

Ad essere onesti l'iniziativa più significativa è stata presa dalla Cgil la quale chiede a gran voce le dimissioni dalle istituzioni e dalle società partecipate di tutti quei soggetti indagati in relazione all'affaire Arzignano. Lei che ne pensa?
«La Cgil ha fatto bene a porre la questione».

Sì va bene, però anche alcuni dei vostri sono finiti nel calderone giudiziario, basti pensare all'ex sindaco di Arzignano Gianfranco Signorin o al consigliere regionale Beppe Berlato Sella. Come la pensate al riguardo?
«Ribadisco che il sindacato ha fatto bene a porre la questione quantunque sul piano personale io la pensi in modo un po' diverso».

E come?
«Io credo che una volta valutati i capi d'accusa le dimissioni siano un atto dovuto, mi riferisco all'opportunità non alle leggi ovviamente, per coloro che rivestono ruoli esecutivi. Ovvero assessori e componenti i consigli di amministrazione, eventualmente i ministri. Diverso invece è il caso degli eletti negli organi assembleari come i consiglieri comunali, i consiglieri regionali o i parlamentari».

Ma non c'è una contraddizione in termini?
«Bisogna sempre guardare la situazione nello specifico. Bisogna compendiare la necessità di trasparenza con il diritto costituzionale di essere giudicati non colpevoli fino a sentenza definitiva. Poi occorre valutare le circostanze. Se un consigliere o un deputato vengono pizzicati con la mazzetta in mano o durante uno stupro allora è meglio che facciano le valigie».

Nell'aprile di quest'anno ha fatto scalpore la dichiarazione di Signorin, una delle punte di diamante del Pd nel Vicentino, quando si è detto fiero per avere concesso una autorizzazione sugli scarichi conciari, quando era presidente del consorzio Arica. Una autorizzazione che in teoria non aveva i titoli per dare. Per quella vicenda è stato indagato dalla procura berica assieme ad una sessantina di altre persone. Come l'avete presa?
«È stato un gesto forte che posso comprendere da uomo e da assessore ma che non posso giustificare come segretario di un partito. Signorin ha messo sulla bilancia la legge e la vita economica della Valchiampo e ha scelto la seconda. Potremmo dire che è stata una sorta di disobbedienza civile».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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