Il referendum e l'Italicum, un intreccio complesso e complicato
Sabato 22 Ottobre 2016 alle 09:33 | 0 commenti
Il referendum 2016
La campagna referendaria è, oramai, in corso da mesi e gli schieramenti per l'una o per l'altra opzione del Referendum costituzionale che modificano con il Sì o conservano con il No la seconda parte della Costituzione sembrano delineati (qui e a seguire il primo dibattito da noi moderato, ndr). Da una parte le forze politiche "governative" (con l'eccezione, al momento, della sinistra dem), dall'altra gran parte i partiti e i movimenti di opposizione, tutti uniti pur se partendo da visioni "strategiche" diverse. Il quesito, in sintesi, riguarda il superamento del bicameralismo paritario (o perfetto) e la riduzione del numero dei parlamentari con un quesito che sintetizziamo in questo: se sei d'accordo barra il SI, se non sei d'accordo barra il NO. Non essendo previsto un quorum di votanti, la riforma entrerà in vigore se i favorevoli saranno superiori ai contrari, a prescindere dall'affluenza ai seggi. L'argomento è politico e giuridico, ma la memoria storica può aiutare.
Il pensiero va ai due ultimi referendum costituzionali: il primo nel 2001 del Governo D'Alema, approvato, con il conseguente caos legislativo e forte contenzioso tra Stato e Regioni, ed il secondo nel 2006 del Governo Berlusconi, più organico, ma bocciato dall'elettorato.
La Carta vigente è stata votata da un'Assemblea Costituente i cui componenti erano stati eletti nel 1946 con criterio proporzionale e rappresentavano tutte le aree politico-culturali. Anziché cogliere il significato del profondo ribaltone seguito dalla caduta del muro di Berlino nel 1989 e conseguente azzeramento del valore di "diga anticomunista" della D.C., la classe dirigente alla guida del Paese post-tangentopoli preferì imbarcarsi nella terza e del tutto inutile bicamerale a presidenza D'Alema. Al contrario, andava seriamente valutata la proposta avanzata dall'On. le Bossi per una "Nuova Assemblea Costituente". Accolta l'idea, probabilmente dopo un anno o due di lavoro avremmo avuto una rinnovellata carta costituzionale con modifiche congruenti, coerenti e condivise. La storia non si fa con i se, di conseguenza trascorso qualche decennio, qui ancora siamo!
L'Italicum
L'Italicum mira a premiare il partito, anziché l'enentuale colazione ed introduce il ballottaggio tra le due liste maggiormente votate se nessuna delle due ha raggiunto il 40% cosi che, alla fine, chi vince avrà circa il 54 % dei deputati. Le coalizioni sia di Cdx che di Csx alternatesi nell'ultimo ventennio hanno dimostrato rissosità e diaspore continue, dovendo il partito di maggioranza relativa contrattare e cedere verso i partner nelle azioni più incisive.
Il giudizio sulll'Italicum, per il quale si è aperto un tavolo di trattative per modificarlo, è stato rinviato a dopo il referendum, forse a fine anno se non ad inizio 2017. Oggi il sistema non è più bipolare, ma tripolare con l'entrata in campo del Movimento 5 Stelle.
Se la Corte Costituzionale chiamata a intervenire sulla sua versione attuale potrebbe suggerire di abbassare la soglia per l'ammissione al ballottaggio, oppure di abbassare la cifra in percentuale che permette l'assegnazione del premio di maggioranza, sarebbe fondamentale non tornare alla logica di coalizione.
Con Prodi e Berlusconi abbiamo già dato!
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