Il problema è il lavoro che non c'è. E non che non si può licenziare
Domenica 22 Gennaio 2012 alle 20:03 | 0 commenti
 
				
		
Riceviamo da Giorgio Langella, segretario PdCI FdS, e pubblichiamo
Oggi Monti era in televisione (ormai è diventata un'abitudine) per rispondere alle domande di Lucia Annunziata ("In mezz'ora" - Rai3). Ha preannunciato che adesso è venuta l'ora di affrontare la questione del lavoro. Bene, si penserà , adesso farà qualcosa per far lavorare tutti. Farà progetti e piani per il lavoro in maniera da garantire il primo diritto costituzionale a ogni cittadino. Un futuro meno cupo per chi come unica ricchezza ha il proprio lavoro ... ma, poi, Monti parla solo di "mercato del lavoro".
Una parola orribile (mercato) associata a un diritto nobile (lavoro).  Qualcosa che ci fa capire come lorsignori considerano il lavoro:  null'altro che una merce. Una merce che ha un costo e vale solo se  questo costo è basso. Infatti Monti dice che "c'è un legame stretto tra  le liberalizzioni e quello che avvieremo adesso. L'Italia sta o non sta  nel mercato internazionale per la sua capacità di collocare i suoi  prodotti. Nel determinare il costo dei prodotti entrano tante cose, il  lavoro in modo importante". Il lavoro è quindi un "costo". Permettere a  tutti di lavorare? Mah ...
L'importante è che il lavoro costi poco e  che permetta di "stare nel mercato". L'importante è che i lavoratori  entrino in competizione tra loro e lascino in pace lorpadroni che devono  accumulare profitto. E' il mercato che lo impone. Nulla di diverso,  nulla di nuovo rispetto alla consueta abitudine di tanti governi di  prostrarsi di fronte al padrone. Questo atteggiamento è avvallato  dall'affermazione di Monti che, sulla questione dei licenziamenti, si  dice contrario a trattative che assumano al momento dell'ingresso al  tavolo dei tabù. In pratica si può e si deve discutere dell'articolo 18 e  della "libertà" di licenziamento. Veramente poter licenziare senza  giusta causa è un'azione di nessuna libertà, perché rende i lavoratori  ricattabili e, quindi, sudditi.
Li farà accettare qualsiasi  condizione e così si potranno diminuire i "costi". E lorpadroni saranno  contenti e sempre più ricchi.
Monti sarà anche più presentabile di  Berlusconi (ci vuole talmente poco) ma la politica che sta portando  avanti è la stessa. Una politica che deve far arricchire chi è già ricco  e "regalare" sacrifici a chi li fa già da tanto tempo. Costi quel che  costi.
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