Porcellum no, delusioni sì
Giovedi 30 Maggio 2013 alle 08:37 | 0 commenti
Scendi in campo, decidi di candidarti al culmine di profonde riflessioni durante la notte, dopo un confronto con mogli, figli, famigliari sparsi. Poi il giorno delle elezioni l’adrenalina sale e ti avvolge il corpo per l’incertezza del risultato, anche se c’è la certezza di avere i voti, perché non c’è mai nulla di sicuro in politica, come nella vita. Quando arriva il momento dello scrutinio, sul computer o sul maxischermo nella sede della lista, rimani lì immobile per ore a controllare l’aggiornamento costante dei risultati, sperando che quei numeri accanto al tuo nome aumentino.
No, non aumentano. Già dopo un’ora di spoglio senti un dolore che affiora dallo stomaco; il pugno è di quelli potenti e ti lascia senza fiato.
La sfortuna è che nelle elezioni amministrative non c’è il “porcellumâ€, quella fantastica legge a cui viene associata la mente pensante di Calderoli, ma che nel 2005 dopo un lungo iter parlamentare è stata votata dal centrodestra compatto (tra cui figurava anche l’Udc…) a pochi mesi dalle elezioni politiche.
Alle amministrative il posto in consiglio comunale te lo devi guadagnare voto su voto, senza che venga deciso dall’alto a tavolino. I delusi dopo il voto di lunedì sono molti, vediamo i più rilevanti.
Nel centrodestra il caso più eclatante che salta subito agli occhi sono i 47 voti di Gerardo Meridio, ex presidente Ipab e al centro di accesi scontri con Giovanni Rolando, meno dei 78 voti di Andrea Pittarello andato peggio del 2008 nella lista buco di Giometto, l'antipolitico che ha candidato la ... figlia; poi la Lega Nord, sprofondata nell’ultima tornata elettorale al 4,5% aggravato dall’incredibile, ma prevedibile, flop dell’ex presidente e ora commissario della Provincia oltre che presidente Autostrade Serenissima, il foresto Attilio Schneck, 48 voti. A venir meno sono stati i consensi anche per il segretario cittadino Carlo Rigon, a cui non ha giovato la guida del Carroccio, e quelli per Patrizia Barbieri, non ripagata del suo buon lavoro. Anche i 5 stelle con i loro candidati-cittadini vicini alla gente non sorridono: due rappresentanti di spicco del movimento in città come Ercole Dalmanzio e Giordano Lain si sono fermati rispettivamente a 24 e 14 preferenze.
Nella lista civica del sindaco Achille Variati grande flop del potente (vecchio zosiano) Marco Appoggi e di Flavio Marelli, pur essendo presidente del mandamento di Vicenza di Apindustria, dimessosi per evitare conflitti di interesse, ma anche componente rimasto in carica del cda di Acque vicentine e, soprattutto, marito dell'onorevole Daniela Sbrollini, super votata nel Pd... Ma dichiaratasi contraria alla sua candidatura che ha finito per raccogliere 121 consensi. Mentre, poi, l'ex grillino Enrico Britti, arruolato con grande enfasi e con tanto di conferenza stampa, racimola 39 voti e il capolista Dario Rotondi, l'ex questore scelto da Variati per rappresentare il paladino della sicurezza, con 149 preferenze finisce al diciannovesimo posto mettendo a rischio la poltrona prenotatagli per la sicurezza. Nel centrosinistra (centrosinistra?) risalta anche il secondo posto nella lista dell’Udc, che equivale all’esclusione salvo probabilissimi ripescaggi in giunta, dell’assessore uscente, pupillo di Variati e uomo di potere (dei poteri?), Massimo Pecori, nonostante 319 preferenze. La forza e il risultato eclatante del Partito Democratico aiutato dalle migliaia di voti di preferenza dei suoi candidati, sembra ineccepibile; ma tra i big in lista c'è da registare, nonostante la visibilità di assessorati importanti, il terzo e quarto posto di Antonio Dalla Pozza (790) e Ennio Tosetto (629), superati da Isabella Sala, da sempre però con "una famiglia" alle spalle, e da un giovanotto di 23 anni, Giacomo Possamai, che è un predestinato alla carriera politica: grazie alla sua bravura, alla sua carica di vice segretario nazionale dei Giovani democratici e al suo ... dna/cognome; mentre Federico Formisano (353), caporuppo Pd nell’ultimo consiglio e dopo più di 20 anni passati da assessore e consigliere nell’amministrazione cittadina, chiude solo all’ottavo posto, comunque tra gli eletti.
Molti i chiamati, 32 gli eletti dal ... popolo. Per i ripescaggi nella maggioranza o nelle poltronissime ci penserà il signore. Della giunta.
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