Il futuro sindaco di Vicenza, Achille Variati: sarà uno dei nostri! A "coccolare" Zonin, Maltauro, Zigliotto, Marzotto... e tollerare i Rosini & c.? Povero Bulgarini anti casta!
Lunedi 13 Giugno 2016 alle 01:14 | 0 commenti
Se Jacopo Bulgarini d'Elci aveva denunciato addirittura in sala Bernarda che "a Vicenza c'era un oggettivo sistema di potere" di cui nessuno parlava e che nessuno denunciava prima di essere subito silenziato politicamente e mediaticamente sull'argomento, ben poche speranze gli rimarranno di poter avere il supporto del sindaco attuale per la sua candidatura a primo cittadino di Vicenza nel 2018 dopo aver letto oggi sulla stampa locale l'altalena di affermazioni e le precisazioni perentorie di quello che ancora c'è qualcuno che lo considera suo mentore, Achille Variati. A un'assise dem di ieri, sabato 11 giugno, il sindaco ha infatti assicurato perentoriamente che «il nuovo sindaco, tranquilli, sarà uno dei nostri!». A scanso di equivoci, che associavano quell'uno dei "nostri" a un esponente del PD, escludendo così Bulga, Variati si è affrettato a dire, ridandogli la speranza di un endorsement, che si riferiva alla «maggioranza tutta».
Tutto bene per Bulgarini? E, invece, no perchè Variati ha demoscristiamente precisato la... precistazione così come leggiamo sul GdV: «... voglio essere chiaro: non intendo schierarmi a favore o contro nessuno e non ci sarà un "mio" candidato, questo lo dico subito. Ritengo che la figura in questione debba emergere naturalmente e fare la propria strada. Non mi farò tirare per la giacchetta. La mia amministrazione ha due anni davanti ed una progettualità importante da concludere, di questo e solo di questo intendo occuparmi».
Progettualità che riguarda la Fiera di Vicenza che Matteo Marzotto, condannato, sia pure in primo grado, per reati fiscali da estero vestizione ed appena confermatone alla presidenza dal "buon" Achille, sta portando nelle braccia di quella di Rimini; progettualità che l'attuale sindaco sta applicando alla Tac Tav, che, se i collegamenti rapidi e senza troppo cemento in più possono piacere ai vicentini, tanto di più interessa, invece, a costruttori come quelli della stimata famiglia Maltauro, il cui Enrico è specialista in pluri patteggiamenti, e agli imprenditori che il mite costruttore Luciano Vescovi guida in continuità con Giuseppe Zigliotto, quel garnde uomo che in nome dell'etica non ammise il nostro editore nella sua associazione di industriali tutti integerrimi.
Se l'ex presidente di Confindustria Vicenza gode da sempre della stima per la sua "intelligenza" da parte di Variati, che lo dichiarò anche a noi personalmente quando gli prospettammo in dramma verso cui stava andando la BPVi e con essa il territorio, su quella intelligenza ora stanno indagando i magistrati di Vicenza visto che l'ha utilizzata per le sue gesta nel Cda della Banca Popolare di Vicenza in cui è rimasto seduto fin dal 2003 col "suo" super presidente Gianni Zonin, sulla cui gestione, che ha portato le azioni da 62,50 euro fino ai 10 centesimi attuali, il sindaco di Vicenza non ha pronunciato se non poco rintracciabili frasi di circostanza e in stretto gergo politichese.Â
Se ci avete seguito finora per "capire dove vogliamo arrivare"Â vi ringraziamo e cerchiamo di "stringere" senza annoiarvi ancora con elenchi di altri signori "protetti" dal primo cittadino di Vicenza, tutti di livello inferiore, tecnicamente parlando, visto che parliamo di una categoria che va dai Rosini ai Fontana, rispetto ai precedenti personaggi amati o stimati e che a loro volta riverivano i Galan e le Sartori di turno.
Ebbene il politico Variati, dietro la sua capacità tecnica e l'assenza di interessi meschinamente diretti, il che lo rende di sicuro il migliore di Vicenza, nasconde a fatica un grande, smisurato amore del potere.
Da sindaco, non "combattuto" nel 2008 da Lia Sartori, e "sponsorizzato" fiduciosamente, devo ricordarlo, anche da chi scrive, è arrivato a costruirsi, con l'aiuto fondamentale di Costantino Toniolo ora promosso vice presidente della Holding A4, anche come presidente della Provincia, ora anche appetitosa stazione appaltante unica, e dell'Upi (Unione Province Italiane), col consenso di potenti personaggi nazionali. E con queste referenze Achille Variati è diventato anche membro del Cda di Cassa Depositi e Prestiti proprio nel momento del flop delle Popolari venete arrivate all'abbraccio mortale del Fondo Atlante di cui la CDP è socio fondatore.
Se nessun compromesso ha fatto per conquistare queste cariche, ebbene la domanda che ci facciamo ora è se lui, Achille Variati, che non si spenderà per nessuno di quelli che, con evidente contraddizione, chiama "nostri", lo farà con lo stile di Totò ("armiamoci e combattete!") o perchè questo a Vicenza è il modo migliore di non combattere e tollerare ancora i "nostri" che sono già arrivati (Zonin, Maltauro, Marzotto, Zigliotto...) e i cui epigoni arriveranno.
Non certo a salvare i buoni ma a falciare l'ultima erba rimasta per sfamarne la fame.
Capito, caro Jacopo, tu che per una volta hai osato accusare la casta e i suoi complici?
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