Il foglio locale prende "strane" buche in Procura e quasi santifica BPVi e Sartori. Il CorVeneto fa informazione anche su Galan
Venerdi 26 Febbraio 2016 alle 09:43 | 0 commenti
Il nostro (uso il plurale per non sentirlo quasi per nulla mio) giornale quotidiano continua a guardare i fatti secondo un'ottica padronale, per cui anche ieri inneggiava a uno dei suoi sponsor pubblicitari (titolone e sommarione in prima «BPVi, inchiesta nata dalla banca. In luglio esposto in Procura dell'Ad, Iorio...») per un esposto su uno dei suoi mille fattacci (fondi lussemberghesi, toc toc Matteo Marzotto, e finanziamenti a go go ad Alfio Marchini & c. e a partite di giro sulle azioni) depositato a luglio 2015 ma che per conoscerlo c'è voluto che andasse a cercarselo Il Sole 24 Ore in quella Procura di Vicenza in cui i bravi colleghi del nostro (vedi sopra) quotidiano sono di casa anche per uno... starnuto (ne so e ne posso raccontare più di qualcosa per esperienza personale).
Galan non presenta i suoi redditi La Camera si avvia alla decadenza
C’è un solo deputato che non ha reso nota la dichiarazione dei redditi: è Giancarlo Galan. Ora il forzista avrà quindici giorni per presentarla alla Camera, altrimenti ne sarà data comunicazione in aula. Proprio là dove appare ormai scontata la votazione sulla proposta di decadenza del parlamentare, poiché ieri la giunta delle elezioni ha preso atto delle risultanze istruttorie, secondo cui va accertata la sua sopravvenuta ineleggibilità , così come sostengono Partito Democratico e Movimento 5 Stelle (che però continuano a litigare sui tempi).
Dopo sei sedute del comitato ristretto, incaricato di esaminare i profili attinenti alle ineleggibilità e alle decadenze, il coordinatore Alessandro Pagano (Area Popolare) ha esposto la sua relazione conclusiva. Sette pagine che riassumono la vicenda giudiziaria di Galan, a partire dalla sentenza di patteggiamento emessa il 16 ottobre 2014 dal giudice per l’udienza preliminare di Venezia in merito allo scandalo Mose, due anni e dieci mesi per corruzione divenuti irrevocabili il 2 luglio 2015 con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione.
Sull’ex ministro ed ex governatore pende, per la prima volta in questa legislatura a Montecitorio, l’attuazione della legge Severino. Pagano ha ricordato che, secondo tale testo, «non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione, per determinate categorie di delitti», fra cui quello imputato all’azzurro.
Il nodo da sciogliere riguarda la retroattività , o meno, della disposizione. Nella sua memoria difensiva, Galan ha rimarcato che i fatti contestati sono precedenti all’entrata in vigore della norma, che dunque non può essere applicata in spregio ai princìpi di «irretroattività della legge penale» e di «legalità , predeterminazione e proporzionalità delle sanzioni penali». I suoi avvocati hanno inoltre sottolineato che questa eventualità violerebbe la Convenzione europea per i diritti dell’uomo, che consente ai parlamentari «di continuare a rivestire la carica legittimamente assunta». In allegato sono stati forniti alcuni pareri di esperti della materia, riferiti al procedimento di decadenza dell’allora senatore Silvio Berlusconi. Questa tesi è stata supportata, durante il dibattito, da Gregorio Fontana (Forza Italia) e Ignazio Abrignani (Gruppo Misto).
Sul fronte contrapposto si sono invece posizionati Davide Crippa (M5S) e Giuseppe Lauricella (Pd), secondo i quali il patteggiamento è stato pronunciato dopo l’entrata in vigore della legge Severino, per cui il padovano ha avuto «la possibilità di conoscerne il contenuto e le relative conseguenze sanzionatorie». Alla fine questo orientamento è risultato prevalente, tanto che la proposta che verrà messa ai voti l’8 marzo sarà di «contestazione della sua elezione».
I dem accusano però i grillini per l’assenza ai lavori di ieri: «Proprio loro che ci accusavano di voler temporeggiare non si sono visti forse perché la convocazione era alle 8.30 del mattino?», chiede il rodigino Diego Crivellari. I pentastellati replicano che la giunta presieduta da Giuseppe D’Ambrosio «è stata la più rapida di sempre». Il 7 aprile si terrà la seduta pubblica a cui potranno partecipare pure Galan e il primo dei non eletti Dino Secco. Poi la palla rimbalzerà nell’emiciclo, per il voto finale.
(foto da Il Giornale di Vicenza ai tempi d'oro dei... sistemisti)
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