Il BPVi...zietto data 1868: se vuoi un mutuo, compra un'azione della Popolare di Vicenza
Giovedi 7 Aprile 2016 alle 11:16 | 0 commenti
Immaginate di essere dei vicentini a metà ‘800, più precisamente nel 1868. Il Veneto è da due anni annesso al regno d'Italia, Vicenza è una rigogliosa cittadina di 35.690 abitanti situata alle pendici di Monte Berico piena di contadini, artigiani e piccoli imprenditori mercantili. In questo contesto di epoca vittoriana volete aprire una vostra attività , ma non avete le risorse necessarie per avviarla. Vi trovate, dunque, a chiedere un mutuo all'unico istituto bancario presente a Vicenza, una banca nata nel settembre di due anni prima, 1866, la Banca Popolare di Vicenza. Con un capitale sociale di 49.320 Lire e 414 soci essendo l'unica banca presente nel territorio fino al 1876 (cosa che non potete all'epoca conoscere) siete "costretti" a chiedere loro un prestito per aprire la vostra attività .
La Banca Popolare di Vicenza accetta la vostra richiesta di prestito ad una condizione: essendo voi dei soci mutuatari non azionisti siete obbligati di fatto ad acquistare un'azione della Banca per ogni 100 lire di mutuo contratto, diventando azionisti della Banca Popolare per un massimo di 10 azioni possedute (il tetto fissato dallo statuto bancario).
Questo è lo stratagemma attuato nell'aprile del 1868 dal Consiglio di amministrazione per allargare al massimo la compagine degli azionisti, favorendo la crescita della banca che risulterà essere già nel 1892 l'ottavo istituto bancario con più attivo di bilancio in Italia.
La "procedura" che vi abbiamo appena raccontato è ripresa da "La storia della Banca Popolare Vicentina", edita da Laterza, curata dal professore Gabriele De Rosa e consegnata a novembre 1996 in una edizione speciale riservata alla banca "idealmente, attraverso i suoi soci, clienti ed amici, alla terra vicentina" dall'allora neo presidente Gianni Zonin.
Tornando ora ai giorni nostri, la storia non vi sembra familiare?
Un vizietto che sembra non essere stato perso nel tempo quello della Banca Popolare di Vicenza per allargare la propria base azionaria con gli effetti che sono davanti agli occhi di tutti.
George Santayana diceva che "Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla", ma, a quanto pare, per la Banca Popolare di Vicenza, data la sua conoscenza, questa regola non viene applicata.
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