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I nove di Variati: la Giunta di Vicenza vista da vicino. In cinque dovranno cercarsi un lavoro se non confermati dopo le prossime elezioni

Di Piero Zanin Venerdi 17 Febbraio 2017 alle 15:53 | 1 commenti

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Ci sono una ex dipendente di una cooperativa, un pensionato della scuola, un tecnico informatico, un laureando in filosofia, un super poliziotto in pensione e una laureata in economia e commercio... Non si tratta dell'inizio di una quiz della Settimana Enigmistica ma dell'elenco, parziale, dei mestieri e delle professioni dei componenti della giunta di Vicenza a guida Achille Variati prima di entrare nella sua amministrazione. Il cv dei diversi assessori, in omaggio alla trasparenza, è facilmente reperibile nel sito del Comune così come le loro dichiarazioni dei redditi. Per tutti quello di governare è un lavoro a tempo pieno: anche chi non ha dovuto prendere aspettativa per dedicarsi alla gestione della cosa pubblica, infatti, non dichiara o quasi, altre entrate oltre alla non banale indennità di carica. Al lordo delle tasse, uno stipendio annuale di poco più di 3 mila euro al mese. Non poco, ma meno di un primario dell'ospedale cittadino, o di un avvocato di fama.

Nello specifico ad Achille Variati, che, oltre agli emolumenti da ex consigliere regionale, percepisce per il suo ruolo di sindaco un'indennità di 62.470, 68 euro annui, rispondono Jacopo Bulgarini D'Elci, vicesindaco e assessore alla crescita che percepisce 46.853,04 euro all'anno e tutti gli altri assessori che si fermano a 37,482,48 euro. Cifre ovviamente in linea con quelle delle altre città d'Italia con una popolazione simile numericamente a quella vicentina.

Sospendendo qualunque giudizio sull'operato dell'Amministrazione, può aiutare, però, qualche riga per comprendere da quali professionalità sia composta la squadra di governo. Un esercizio utile per capire l'autonomia degli assessori sia nei confronti dalla figura del sindaco, l'uomo che in ogni giunta nomina i suoi collaboratori e che, insindacabilmente è il caso di dire, dalla carica li può  rimuovere, sia nei confronti dell'apparato tecnico-burocratico che va a realizzare le manovre di governo.

L'ingresso nella sala dei bottoni avviene solitamente seguendo due binari non sempre paralleli: quello della politica e quello della competenza. La nomina di un assessore può passare dunque dal voto dei cittadini o dalla chiamata per "merito". Una differenza che normalmente comporta anche scelte diverse alla fine del mandato: l'animale elettorale continua, magari cercando nuovi lidi, il tecnico resta solo se può ancora servire. Svolte le premesse, ecco il caso vicentino che andremo ad analizzare in più puntate.

I magnifici nove di Variati sono il già citato Bulgarini, Cristina Balbi, Michela Cavalieri, Umberto Nicolai, Annamaria Cordova, Dario Rotondi, Filippo Zanetti, Isabella Sala e Marco Antonio Dalla Pozza. Chi è politico e chi no? Chi spera, almeno sulla carta in un nuovo mandato? Chi ha un lavoro a cui tornare? Difficile da stabilire, ma certo esperienze pregresse, possibili altre entrate oltre al meritato stipendio da assessore, possono essere buoni indizi.
Ecco un giro rapido, nel limite del possibile, in attesa di approfondire.

L'assessore alla sicurezza urbana Dario Rotondi e l'assessore alla formazione Uberto Nicolai (al secondo mandato) provengono in entrambi i casi dal settore di riferimento. Si tratta in un caso di un ex questore, che non poteva fare politica, e nell'altro di un professore di educazione fisica che ha svolto ruoli importanti nel Coni e in altre associazioni e mai lontano dala politica. Per entrambi l'indennità di carica va ad aggiungersi alla pensione ormai raggiunta. Isabella Sala, assessore alla famiglia e alla Comunità, è stata la più votata dei candidati al consiglio comunale e per lei una nomina era dunque abbastanza scontata. Se la sua avventura politica dovesse finire qui l'attende un posto da dirigente in Intesa Sanpaolo presso l'unità beni archeologici, ruolo da cui è in aspettativa.
Discorso simile per l'assessore alla sostenibilità urbana Marco Antonio Dalla Pozza che è impiegato della Cassa Rurale di Bredola, in aspettativa da oltre un mandato, (fu assessore anche nella prima amministrazione Variati). Nel cv di entrambi, si scorgono poche affinità con il ruolo, settore, ricoperto. Entrambi, verosimilmente, bruciano però di una forte passione politica. Dalla Pozza era pronto a lasciare l'incarico in Comune al tempo delle scorse elezioni regionali, ma la vittoria schiacciante del centrodestra e di Luca Zaia ha, però, almeno rimandato il grande salto. Per Isabella Sala, invece, parla il cognome: il padre, Giorgio Sala, fu politico di primo rilievo e sindaco della città. Facile immaginare che la passione politica si sia trasmessa dal padre alla figlia.
Capo scout, diplomato programmatore e consulente informatico, Filippo Zanetti è alla seconda esperienza politica. Da quando, dopo il primo periodo da consigliere comunale, ha preso la guida dell'assessorato alla semplificazione e innovazione, secondo le sue dichiarazioni dei redditi, si è dedicato unicamente alla sua mansione pubblica. La musica non cambia per l'assessore al bilancio Michela Cavalieri, che per dedicarsi esclusivamente ai conti pubblici sembra aver messo in pausa la sua professione che dopo un inizio sfolgorante, fino al 1997, in KPMG è approdata in una piccola società di consulenza nella selezione del personale. Idem per l'avvocato Cristina Balbi, assessore alla cura urbana, che da tempo, sempre secondo la dichiarazione dei redditi, non pratica la professione (7 mila euro i compensi dichiarati oltre l'indennità di carica nel 2015). Anche Annamaria Cordova sembra aver archiviato l'occupazione che, prima di diventare assessore alla partecipazione, svolgeva da dipendente di una cooperativa come bibliotecaria catalogatrice alla Bertoliana.
Compreso il vicesindaco Bulgarini D'Elci, del cui curriculum e delle cui ambizioni da delfino di Variati abbiamo scritto altrove, e che, per lamentati conflitti di interesse, ha "dovuto" cedere le quote della sua agenzia di comunicazione, il gruppo degli assessori è, quindi, composto da due pensionati, due dipendenti in aspettativa e da cinque componenti con un reddito solo "politico" e che, finito l'incarico o, cosa imnprobabile, rimossi dallo stesso dal "capo" Variati, dovranno, se non confermati dal futuro primo cittadino, riprendere o cercare attività e occupazioni lasciate in pausa, inattive o poco remunerative prima degli incarichi pubblici.

Una situazione che, come vedremo prossimamente, raramente si è vista in passato.

Al cittadino-elettore, per ora, ogni ulteriore considerazione.


Commenti

Inviato Venerdi 17 Febbraio 2017 alle 16:39

Finalmente un discorso serio, di analisi politica e professionale che i Vicentini dovrebbero leggere, meditare, e Zanella ripetere per tutto il 2018 per informare. Poi le opinioni possono divergere in base a tante valutazioni. Poiché i candidati se eletti, dovranno Governare la città, mi sembra opportuno che gli elettori si informino, sappiano cosa fare, conoscano pregi e difetti dei Candidati. Io li conosco tutti. Alcuni capaci, altri meritevoli, altri ancora ECCELLENTI ovviamente il Giudizio è personale e soggettivo, a ciascuno il suo. Ma al fine di prendere qualche insulto, mi chiedo: Perché il PD non propone Achille Variati come presidente del Consiglio al posto di Renzi. Meditate gente..meditate. Da 30 anni, in Vicenza c'è una pace politica come in nessuna altra città. Chi può sostituire il Dr. Achille alla guida di una GRANDE città come potrebbe essere la città Metropolitana? Facciano un nome i Pidini! Facciano un nome i comunisti; facciano un nome i Berlusconiani, ecc. Chi lo può sostituire? la Raggi? il giovane Possamai? Oppure si devono aspettare le Primarie, Secondarie, Quote Rosa? Liste Bloccate? Parità di diritti? Un uomo una donna? Quando mai faremo una selezione delle persone capaci, con competenze, abili, che amino Vicenza, dei professionisti che sappiano cosa fare, oppure voteremo avvocaticchi o avvocatesse senza arte ne parte che non conoscono il valore di un metro quadro di asfalto? Tanto Vi dovevo! Amen.
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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