I due complici
Sabato 27 Settembre 2014 alle 08:38 | 0 commenti
Renzi e Marchionne sono in "perfetta sintonia". Basta vedere la visita di Renzi allo stabilimento di Chrysler a Detroit. Lo si percepisce. Lo si vede nei modi e nei pensieri che esprimono. Uno, così "giovane e moderno", con la sua camicia bianca diventata ormai "divisa d'ordinanza", l'altro col solito maglioncino che fa tanto "proletario". E ridono, si scambiano battutine, si stringono la mano e sorridono. Sono complici.
Insomma è "amore vero" tra due personaggi che sono usi a promettere e annunciare risultati mirabolanti, infarcendo i loro discorsi con inesattezze se non vere e proprie falsità .
Dice Marchionne: ''Continuiamo ad appoggiare l'agenda di riforme del presidente. E' essenziale che ci sia un indirizzo chiaro e penso che ce lo stia dando''. E ci mancherebbe. L'indirizzo che Renzi sta dando è, infatti, quello di distruggere, per legge, i più elementari diritti di chi vive del proprio lavoro. Sta seguendo quel percorso di umiliazione dei lavoratori che Marchionne aveva indicato con le note vicende della Fiat nei suoi stabilimenti italiani di Termini Imerese, del Lingotto a Torino, di Pomigliano, della Irisbus.
Renzi risponde affermando che la Fiat (ora Fca) è "un esempio per l'Italia". Sul reintegro nel posto di lavoro stabilito dall'articolo 18 per i lavoratori licenziati senza giusta causa dice testualmente: "se è una scelta politica, che rispetto, mi domando: è la scelta migliore per il sistema italiano? E' una scelta che assicura la riduzione della disoccupazione? È una scelta che garantisce i diritti? Perché qualcuno ha diritti di serie A se sta in un'azienda di 16 dipendenti e di serie B se i dipendenti sono 14". E, allora cosa vuole fare? Estenderlo a tutti? No, per carità . Quello che vuole fare Renzi è semplice. Lo vuole cancellare e sostituire con un indennizzo, una mancia. Denaro in cambio del primo diritto costituzionale al lavoro. Pochi spiccioli in confronto ai benefici degli imprenditori. Quello che Renzi vuole fare è portare tutti i lavoratori in serie B. Così, ci fa sapere il paladino dei moderni "lorsignori", tutti saranno uguali. E, in assenza di diritti, non ci saranno più ingiustizie. Una visione reazionaria e bizzarra della giustizia sociale.
Questi due vogliono riscrivere lo Statuto dei lavoratori in maniera da ottenere la trasformazione dei cittadini che vivono del proprio lavoro in sudditi. I normali diritti, individuali e collettivi, dovranno restare fuori dai cancelli delle fabbriche e dalle porte degli uffici. I lavoratori dovranno subire il ricatto occupazionale e accettare qualsiasi condizione di lavoro, senza tutele di alcun tipo, senza sicurezza. Saranno costretti ad abbassare la testa e fare tutto quello che vuole il padrone senza protestare. Questa è la società che questi due sorridenti amici e complici stanno prospettando e vogliono costruire. Una società che esalta il privilegio per pochi squali senza scrupoli e deprime i diritti dei lavoratori.
I due sono sempre pronti a dichiarare il loro amore per l'Italia e per i lavoratori. Intanto, uno (Marchionne, che guadagna svariati milioni di euro ogni anno) non paga le tasse personali che dovrebbe perché residente in Svizzera, ridimensiona e chiude interi reparti e stabilimenti produttivi in Italia e trasferisce la sede fiscale della FCA (Fiat Chrysler Automobiles) da Torino a Londra per usufruire di una tassazione più vantaggiosa (e quella legale in Olanda per raddoppiare il peso delle azioni della famiglia Agnelli). L'altro (Renzi) non ha mai lavorato in vita sua.
La loro filosofia viene evidenziata da Marchionne quando regala all'amico (e, ormai, "complice") Renzi un prezioso consiglio. Dice, infatti, Marchionne: "io sono stato molto criticato in Italia e me ne sono fregato. Spero che Renzi faccia altrettanto". Bisogna riconoscere che il neo presidente della Ferrari sta dicendo una verità , ma parziale. Entrambi, infatti, "se ne fregano" ma non delle critiche. "Se ne fregano" della Costituzione e della vita di chi vive del proprio lavoro. Lo fanno sorridendo mentre ci rubano diritti, futuro e dignità .
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