Giù le mani dalla famiglia, cronaca di un convegno a... 5 stelle: consigliera Zaltron, on. Businarolo, avv. Franceschini e il pubblico
Domenica 2 Aprile 2017 alle 11:49 | 1 commenti
L'ora del pomeriggio non sarà stata delle migliori, ma la circoscrizione 6 in via Thaon di Revel, con il sole che illuminava ieri i convenuti attraverso i larghi finestroni, è stata senza dubbio un luogo idoneo per il convegno che vi si teneva. "Giù le mani dalla famiglia" ha avuto ospiti relatori la padrona di casa pentastellata Liliana Zaltron, consigliere comunale, il deputato on. Francesca Businarolo del M5S e l'avv. Cristina Franceschini, veronese esperta in diritto di famiglia. L'incontro, dall'ambizioso e rischioso sottotitolo "per una vera tutela della famiglia da parte dello Stato", ha avuto l'avvio con la consigliera del Movimento 5 Stelle di Vicenza che ha prodotto una serie di dati e percentuali proprio su quei nuclei familiari oggetto, da parte dell'autorità giudiziaria, di provvedimenti di decadenza dalla potestà genitoriale, confermando che le varie voci, crisi di coppia, abbandono di minore etc, sono in ultima analisi riferibili tutte o quasi a problemi di natura economica.
L'onorevole Businarolo ha indicato, tra le fonti del diritto, la "Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei minori" e la "Dichiarazione dei diritti del fanciullo", promulgazioni di principio che si scontrano troppo spesso con i guasti del nostro sistema giudiziario, costretto a sopportare l'ingerenza e lo strapotere dei giudici onorari allo stesso tempo amministratori di strutture private di accoglienza per l'infanzia.
Il lunghissimo intervento dell'avv. Franceschini ha illustrato meglio le innumerevoli contraddizioni del sistema, che si dibatte tra le onerose e impraticabili perizie di parte e i traumi infantili provocati più dall'intromissione dello Stato che dall'inadeguatezza genitoriale.
Ognuna delle relatrici ha indicato come risolutivo un reddito di famiglia che sia conseguito col più generale reddito di cittadinanza.
In effetti, il dibattito che ne è seguito, totalmente incentrato sulla conflittualità di genere, ha dimostrato come la guerra in corso contro la gratuità del sistema famiglia da parte degli interessi mercificatori, stia polverizzando il più profondo organismo della convivenza civile, e ha fornito prove del dimezzamento dell'istituto matrimoniale dal 1970 ad oggi, del ricorso alla separazione e al divorzio, sintomi di una società in fibrillazione, i cui miti e aspirazioni sono sempre più frequentemente sottomessi agli interessi del padrone.
Giuseppe Di Maio
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