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Giornata contro la violenza sulle donne, i messaggi di politici e associazioni vicentini

Di Emma Grande Lunedi 24 Novembre 2014 alle 16:35 | 1 commenti

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Per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra in tutto, domani 25 novembre, come ogni anno dopo essere stata istituita nel 1999 dalle Nazioni Unite per l'eliminazione di un problema che in Italia conta una vittima ogni due giorni, 179 donne uccise, secondo i dati 2013 del rapporto Eures.

Vi proponiamo i commenti di politici e associazioni vicentini da Alessandra Moretti del PD, Patrizia Cammarata del PdAC, Fabiola Carletto, Lorenza Leonardi e Grazia Chisin, a nome dei sindacati CGIL, CISL e UIL di Vicenza, Carla Gottardo, Presidente Associazione Donne Vicentine, Gigliola Rolentyper Donne in Lotta No Austerity Vicenza, Claudia Longhi Portavoce della Conferenza Provinciale delle Donne Democratiche, VicenzaPress la festa di satyagraha onlus al victory per il progetto dedicato alle bambine indiane, il Coordinamento dei Centri Antiviolenza del Veneto, con i dati dei centri che ne fanno parte e la Coop che dona l’1% delle vendite dei prodotti a marchio all’associazione Mimosa di Padova.

Infine agli ultimi appuntamenti della rassegna di eventi a Vicenza contro la violenza alle donne.

 

Alessandra Moretti, Partito Democratico

La violenza di genere continua a fare vittime: nel 2014 in Italia viene uccisa ancora una donna ogni due giorni. Questo tipo di maltrattamenti attengono alla vita quotidiana, accadono tra le mura domestiche. Per questo occorre fare di più nella prevenzione e nella tutela di quelle donne che subiscono maltrattamenti. Nel 2104 i centri antiviolenza del Veneto hanno accolto 1400 vittime di maltrattamenti che hanno trovato un posto sicuro nelle case antiviolenza, case rifugio e case ’protette'. Ma  per l’anno in corso la somma stanziata dalla Regione è stata ridotta da 400 mila a 200 mila euro. La Giornata contro la violenza sulle donne deve essere un modo per concentrare l'attenzione di tutti, e soprattutto quella di chi ha la responsabilità di governare, al fine di operare scelte che consentano un reale contrasto alla violenza di genere: dunque ci vogliono più risorse e una legge regionale sulla parità di genere. Crediamo che la lotta alla violenza passi anche per una cultura della parità di genere: per questo nel nostro programma di governo alternativo a quello del centrodestra, abbiamo inserito tra le priorità una legge regionale sulla parità di genere: si tratta di un pacchetto di misure volte sostenere ed accompagnare le donne e gli uomini verso una più virtuosa convivenza, a cominciare dal diritto alla paternità, dal sostegno alle donne lavoratrici, dall'accesso alle cariche istituzionali ed elettive, fino all'educazione alla parità che va insegnata ai bimbi sin da piccoli. Senza pari opportunità per donne e uomini non può esistere una sana democrazia.

 

Patrizia Cammarata della Commissione Lavoro Donne del Partito di Alternativa Comunista (sezione italiana della Lega Internazionale dei Lavoratori-Quarta Internazionale) sulla giornata mondiale di lotta contro la violenza sulle donne

La violenza contro le donne cresce ogni giorno nel mondo intero. E non solo la violenza fisica, ma anche la violenza psicologica, che non lascia tracce evidenti ma è grave tanto quanto l'altra. Il 25 novembre è una data storica, scelta dal movimento internazionale delle donne latino-americane nel 1981 a Bogotà in onore delle tre sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana, assassinate il 25 novembre 1961 perché si opponevano al regime dittatoriale del loro Paese. Istituire un giorno per richiamare l'attenzione sulla crescente violenza contro le donne è importante. Ma non basta. Occorre denunciare apertamente che le cause di questo aumento di violenza contro le donne stanno nell'aumento dell’oppressione che le donne quotidianamente subiscono nell'attuale sistema capitalista. L’accentuarsi della crisi economica, i drastici tagli alla spesa sociale con la conseguente riduzione di servizi pubblici e gratuiti, la facilità di fuoriuscita dal mercato del lavoro, hanno spinto le donne sempre più tra le mura domestiche a sopperire con il loro lavoro di cura e di accudimento alle mancanze dello Stato. Ammortizzatori sociali per necessità, spesso private di indipendenza economica e tutela sociale, le donne sono inoltre penalizzate da politiche  che le spingono nell'ambito del privato ostacolando sempre più la loro partecipazione alla vita politica, sindacale, sociale e culturale.

Le conseguenze di questo sistema diseguale e ingiusto, non sono solo economiche per le donne. Vi è una profonda degenerazione morale della società, il denaro vale più delle persone, la vita vale molto poco e le donne sono sempre più merce da vendere e comprare. L'assenza di entrate economiche ed il sovraccarico di lavoro domestico impedisce a molte donne di poter scappare dalla spirale della violenza maschilista, la maggioranza di esse uccisa senza mai aver prima denunciato episodi di violenza, dato che il denunciare non garantisce loro la protezione di cui necessitano. Pertanto, non è esagerato dire che alcune donne stanno pagando la crisi con le loro vite. Il Partito di Alternativa Comunista, sezione italiana della Lega internazionale dei lavoratori, fa appello a tutti, lavoratrici e lavoratori, ad organizzarsi, a scendere in campo nella lotta non solo per dire no alla violenza sulle donne, ma per rivendicare un pieno impiego contro ogni flessibilità e precarietà, per rivendicare salari uguali per uguali mansioni, controllo delle lavoratrici sui tempi e sugli orari di lavoro, nonché sul "rischio zero" negli ambienti di lavoro, un'istruzione pubblica e  di massa senza discriminazioni di classe ; per il mantenimento, la difesa e il potenziamento dei servizi pubblici a supporto delle donne, come asili nido e scuole d'infanzia e affinché i soldi siano spesi per la costruzione di lavanderie e mense sociali di quartiere, centri per anziani e disabili, consultori e ambulatori pubblici diffusi nel territorio.

 

Fabiola Carletto, Lorenza Leonardi e Grazia Chisin, a nome dei sindacati CGIL, CISL e UIL di Vicenza 

Nel 1997, Hilary Clinton fece un famoso discorso a Pechino sui diritti delle donne. Tristemente, molte delle cose che si volevano cambiare allora, sono ancora vere oggi.In particolar modo sui temi della violenza verso le donne.Secondo l’ultimo rapporto dell’Eures (l’istituto di statistica europeo), sono 179 i femminicidi commessi nel 2013, un anno che ha registrato la più elevata percentuale di donne vittime di omicidio mai riscontrata in Italia. In sostanza ogni due giorni una donna è caduta sotto la violenza maschile.

Nel 2013 si è registrato un aumento del 14% del femminicidi, con un aumento significativo di quelli in ambito familiare, più 16%, così come pure nei contesti di prossimità: rapporti di vicinato, amicizia o lavoro, dal 14 a 22%.

Un fenomeno che cresce nonostante i pronunciamenti della Convenzione di Istanbul – del maggio del 2011, basata sulle cosiddette tre P: prevenzione, protezione e punizione dei colpevoli. Ebbene la Convenzione è da qualche mese entrata in vigore anche in Italia, paese tra i primi a ratificarla,  ma nella sostanza è rimata ancora lettera morta, per assenza di interventi da parte del governo.

Le leggi promosse in questi ultimissimi anni , sia quella nazionale sia quella della Regione, rappresentano un contributo importante ma non ancora sufficiente perchè al potenziamento dei Centri antiviolenza o delle altre strutture, che spesso lavorano con volontariato, si devono affiancare le sinergie con i soggetti istituzionali e sociali che hanno queste competenze nel  contrasto al fenomeno.

In quest'ottica, come CGIL CISL UIL di Vicenza crediamo si debba intervenire urgentemente sulle misure di prevenzione, mettendo le donne nella condizione di esercitare una autonomia economica e professionale, con il sostegno di una rete di servizi di sostegno all'infanzia o alla cura e con misure di politiche attive per l'accesso al lavoro.

Su questo terreno svolgeremo un ruolo di sostegno e supporto alle iniziative necessarie da mettere in campo nel territorio e nelle comunità locali, tra cui i contesti di lavoro, troppo spesso esposti a condizioni omertose nel contrasto e nella prevenzione della violenza.

In primis lo faremo assieme agli uomini e alle donne del sindacato, della società e della politica poichè siamo convinte che i fattori su cui intervenire siano gli stessi di sempre, cioè quelli che puntano ad affermare l'etica e la cultura delle differenze, della responsabilità e  della reciprocità. Beni immateriali che rappresentano un  parametro di ricchezza, anche economica, di un territorio e di un paese.

 

Carla Gottardo, Presidente Associazione Donne Vicentine

Oggi più che mai il tema della violenza sulle donne necessita di essere posto al centro del dibattito culturale e politico. Di fronte alla vergognosa e strumentale immagine della donna propinata dai mezzi di comunicazione, diventa doveroso ribadire la necessità per le donne di costruire e difendere propri spazi di autonomia, di rilanciare la propria visione del mondo e di scardinare quei paradigmi culturali che permettono il perpetuarsi di forme di violenza e discriminazione. Non significa solo rifiuto del modello patriarcale ma anche affermazione di un protagonismo e di una volontà di partecipazione che non possono essere lasciati ai margini del discorso politico. Le donne sono sì vittime di violenza ma anche protagoniste di lotte, in tutto il mondo. È necessario rilanciare con fermezza il compito politico e morale — di tutte le forze sociali e politiche, di eliminare ogni forma di violenza contro le donne, promuovendo il rafforzamento degli spazi di discussione e l’adozione di misure efficaci di denuncia degli abusi e degli elementi storici che ne permettono il perpetuarsi, troppo spesso impunemente. L’Universo ha bisogno del FEMMINILE!!! Non vuol dire solo pari opportunità, non vuol dire solo che aumentino i posti di donne nei direttivi, nella politica, nell’informazione. Non basterà, se le donne prenderanno i posti e i ruoli finora occupati da uomini mantenendo l’eccesso di Maschile e la carenza di Femminile! Il Mondo attuale è frutto dell’eccesso millenario di un Maschile non bilanciato e da un Femminile riconosciuto e valorizzato. Donne e Uomini devono recuperare e far crescere in sé e fuori di sé l’autentico genuino Femminile. La violenza di genere è a tutti gli effetti violazione dei diritti umani ed è compito della politica inserire nella propria agenda, impegnandosi per il suo riconoscimento a livello pubblico, contribuendo alla rimozione di ogni ostacolo che impedisce il rispetto dell’integrità fisica e morale delle donne in quanto cittadine, madri e lavoratrici. Semplicemente in quanto Donne, prima di tutto.

 

Gigliola Rolenty per Donne in Lotta No Austerity Vicenza

Il maschilismo non si esprime solo con la violenza sessuale, psichica, verbale ma anche nel ridicolizzare le donne, nella mercificazione del corpo femminile che vediamo ogni giorno in trasmissioni e pubblicità,  nello svalorizzare la donna sul posto di lavoro.

Il maschilismo, tuttavia, non è un semplice fatto di condotta individuale: è invece un'ideologia utilizzata dal sistema capitalista per sfruttare le donne e, attraverso loro, sopperire ai servizi sociali che un sistema in crisi si trova, come oggi accade, a dover ridurre drasticamente. A questo proposito le donne sono  sempre di più relegate tra le mura domestiche ad occuparsi dell'accudimento e della cura di anziani, bambini, disabili, eliminando sempre di più i momenti dedicati alla vita sociale e politica. Non è possibile porre fine alla violenza maschilista e all'oppressione delle donne in un sistema che ha come linfa vitale lo sfruttamento delle lavoratrici, dei  lavoratori, della gioventù che vive e lavora sempre più in condizioni di precarietà. Per questo non releghiamo la lotta al maschilismo come una questione “solo femminile” perché la lotta contro il maschilismo e la lotta contro l'oppressione e lo sfruttamento vanno insieme.

 

 

Claudia Longhi, Portavoce della Conferenza Provinciale delle Donne Democratiche

 

Nella giornata del 25 novembre le donne del Partito Democratico fanno memoria dei luttuosi fatti che hanno portato l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ad esprimere, 17 dicembre 1999, la risoluzione numero 54/134, individuando come ricorrenza annuale la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

I governi e le organizzazioni internazionali sono state invitate a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione della violenza di genere, e per l'Italia l'azione dello Stato rappresenta l'esecuzione dell'impegno preso verso i cittadini con l'art.3 della Costituzione: lo Stato ha il dovere di rimuovere gli ostacoli sociali ed economici, che ostacolano la reale uguaglianza tra uomo e donna.

Ancora una volta, come accade per l'otto marzo, le donne sono costrette a far memoria di fatti luttuosi, in quanto di questi fatti è punteggiato il cammino verso l'uguaglianza: anche quella volta, nel lontano 1960, tre donne vennero uccise “in quanto donne”, perchè non si poteva tollerare ed ammettere che le sorelle Mirabal potessero ribellarsi al regime dittatoriale e sostenere i loro compagni imprigionati per reati di opinione.

Da allora sono trascorsi 54 anni, quel regime dittatoriale è caduto, ma della situazione di continua violenza sulle donne si è preso solo coscienza: il problema rimane, perchè non è legato ad un particolare regime politico.

La storia dell'umanità è costellata di guerre: a motivo dei conflitti si è posta la la diversità di razza, la diversità di gruppo sociale, la diversità religiosa e la diversità ideologica; molte sono state guerre economiche, perchè alcuni hanno inteso impedire ad altri di utilizzare risorse e ricchezze, ritenendo dovessero rimanere nella esclusiva disponibilità di qualcuno.

In questo panorama, si inserisce la non dichiarata - ma esistente - guerra di genere: una parte dell'umanità ha come obiettivo di mantenere in essere una società patriarcale e controllare l'altro 50% dell'umanità, che deve rimanere in posizione subordinata. Per tale motivo le donne “devono” essere più povere, limitate nella possibilità di carriera, gravate da più impegni, rimanere lontano dai luoghi di decisione e sostanzialmente “appartenere” ad un uomo.

E' un problema trasversale, che coinvolge tutte le comunità, tutti gli stati, tutti i tempi della storia, tutte le categorie sociali.

Fino a quando si dovranno sopportare i soprusi?

Le statistiche dicono che verso il 2095 la società sarà più uguale, ma le stesse statistiche dicono che ancora oggi quasi il 35% delle donne è stata oggetto di violenza di genere: quindi, ciò significa che 35 donne su 100 hanno subito coercizione ingiuste alla loro libertà, sia nella vita pubblica che in quella privata, per lo più ad opera diretta di parenti-uomini.

Forse, è bene cercare di accelerare i tempi, in quanto, se rimangono quelli previsti, ancora molti saranno i lutti, i ferimenti, le intimidazioni ed i soprusi. Le donne continueranno a non poter realizzare se stesse e continueranno a non poter dare la loro personale partecipazione allo sviluppo della società.

Il risveglio delle coscienze potrà evidenziare che anche le donne hanno diritti inviolabili: appartengono all'umanità, ed i loro diritti sono solo da “riconoscere” e rispettare, in quanto i diritti delle donne non dipendono dal fatto che gli uomini abbiano la compiacenza di attribuirli loro.

 

VicenzaPress

Una serata speciale venerdì 28 novembre dalle 21.30, un locale di tendenza il Victory Club, aperitivo, cena, spettacolo e tanta musica anni ‘70, dresscode incluso, così hanno pensato questo evento Chiara Piazza con sua sorella Laura e Marco Passerini di Satyagraha Onlus. Un momento di incontro che avrà anche un cuore grande, l’anima charity per sostenere il loro nuovo progetto: realizzare una casa protetta per le bambine indiane vittime di abusi. 

Satyagraha Onlus, è una realtà benefica apolitica e laica nata a Vicenza, che da anni con il sostegno a distanza, aiuta e protegge più di 230 bambini, seguiti da educatrici e dal personale ausiliario indiano. Sono orfani, soli e vittime di abusi che vivono nell’India del Sud, nello stato dell’Andhra Pradesh. Satyagraha ha potuto aiutarli grazie al meraviglioso progetto del “Golden Village” un villaggio di case protette per questi bambini, con tutte le strutture a loro necessarie, affinché possano vivere in  un clima familiare di amore, rispetto e crescita. Sono state realizzate due case famiglia per bambini orfani e lavoratori e un’altra, che sarà dedicata alle bambine vittime di abusi, che è ad oggi al grezzo avanzato. Proprio per portarla a compimento, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, i volontari di Satyagraha vogliono sensibilizzare, facendo riflettere sull’India dell'infanzia rubata. L'India delle bambine violentate. L'India dove essere piccoli - e soprattutto piccole - può essere davvero una disgrazia. Ma l'India è anche una terra di grandi speranze e da Vicenza nasce la voglia di offrire un domani migliore.

L’occasione sarà la serata che vedrà protagonisti per la musica i fratelli La Bionda, il duo musicale formato dai fratelli Carmelo e Michelangelo La Bionda, considerati internazionalmente tra gli inventori della italo disco, con singer Amy Ambros, animazione di Siro and Fever Crew e deejay Simone Palmiro Alunni. Per gli ospiti anche aperitivo, cena e spettacolo, guidati dall’energia della giornalista vicentina Elisa Santucci e intrattenuti dalla frizzante Giusy Zenere con l’allegria di “la Sai l’Ultima”. Biglietti serata completa a 30 euro. Il progetto ha il sostegno dell’Associazione di volontariato dei giornalisti vicentini Vicenza Press, TVA e Radio Vicenza come partner di comunicazione. Cuore e fulcro della serata sarà la parte Charity, che avrà come importante obiettivo la raccolta fondi per la casa protetta dedicata alle bambine. Per prenotazioni è possibile contattare il Victory Club allo 0444961499 www.victoryclub.it; per contribuire ogni dettaglio lo si trova su www.sostegnoadistanza.it.

 

Coordinamento dei Centri Antiviolenza del Veneto

Donne che muoiono per mano dei loro mariti/compagni od ex. Donne che nella maggior parte dei casi vivevano già in relazioni violente. Perchè ormai lo sappiamo. Il femminicidio è quasi sempre l’ultimo stadio di una relazione violenza.

Sono quasi 7 milioni le donne che in Italia hanno subito violenza nel corso della loro vita. Una percentuale superiore al 30%.

In Veneto però raggiungiamo un triste primato: infatti questa percentuale diventa ancora più drammatica perchè supera il 34%.

Il Veneto è infatti, insieme alle regioni del nord, uno dei territori in cui vi è il più alto tasso di donne che hanno subito violenza. E rimaneva, fino all’anno scorso, anche l’unica regione a non essersi dotata di un provvedimento legislativo in tema di contrasto alla violenza sulle donne. Legge che ha rappresentato un segno importante non solo per la lotta al fenomeno, ma anche per il riconoscimento di quelle realtà che da sempre offrono sostegno e protezione alle donne che decidono di uscire dal silenzio della violenza: i centri antiviolenza.

Rappresentati spesso da Associazioni di volontariato composte da donne, i Centri antiviolenza sono presenti in ogni provincia della Regione ed offrono sostegno piscologico e consulenza legale alle donne. Svolgono un lavoro spesso silenzioso e negli anni hanno potuto contare su pochissimi fondi e nella quasi totale sordità delle Istituzioni pubbliche.

Un lavoro costante ma con enorme carico sociale se pensiamo che in 10 mesi del 2014 i sei Centri antiviolenza del Coordinamento Veneto, che raggruppano i Centri delle Associazioni  di volontariato, hanno accolto 1.271 donne, tutte in età relativamente giovane, tra i 30 e i 50 anni, moltissime con figli minori e per la maggior parte italiane.

Numeri che dovrebbero fare riflettere, non solo sul tipo di cultura diffusa nel nostro Paese, ma anche sui costi che la violenza sulle donne implica in un sistema sociale. Infatti, i costi sociali della violenza sulle donne sono facilmente comprensibili in una società in cui la donna rappresenta l’elemento catalizzatore all’interno della famiglia, colei a cui viene affidata la cura degli elementi deboli, i bambini e gli anziani.

Costi che sono stati stimati in quasi 17 miliardi di euro annui.

In quest’ottica, è indispensabile il lavoro svolto nel territorio, dalla rete che si deve creare tra Istituzioni Pubbliche e Associazioni territoriali del Terzo Settore per attivare politiche di contrasto alla violenza di genere e contribuire a rendere capillari i servizi di accoglienza e sostegno alle donne vittime di violenza

Il 25 novembre ribadiamo il nostro NO alla violenza di genere e chiediamo a tutti di impegnarsi per garantire alle donne il diritto ad una vita libera dalla violenza

 

Coop Adriatica 

Coop Adriatica celebra il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, offrendo un contributo concreto alle attività dell’associazione Mimosa di Padova, che opera in difesa delle vittime di abuso e sfruttamento sessuale. Alla onlus andrà infatti l’1% delle vendite dei prodotti a marchio Coop, effettuate nella giornata del 25 novembre in tutti i punti vendita del Veneto: nelle province di Venezia, Padova, Vicenza, Treviso, Rovigo e Belluno. Tutti i consumatori potranno partecipare, scegliendo tra tantissimi articoli, inclusi quelli delle linee Fior Fiore, Vivi Verde e BeneSì. Testimonial dell’iniziativa sarà l’attore e regista teatrale Ascanio Celestini. L’iniziativa viene accompagnata anche da presìdi dell’associazione beneficiaria e dei soci volontari Coop. E sempre per il 25 novembre, Coop Adriatica porterà il proprio sostegno anche ad altre quattro associazioni che operano in favore delle donne vittime di violenze, in tutti i territori in cui la Cooperativa è presente con i propri 197 negozi: il Veneto, Bologna, la Romagna, le Marche e l’Abruzzo. Oltre all’associazione Mimosa, riceveranno i contributi anche la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna (che beneficerà dei contributi delle Coop del capoluogo emiliano e provincia), l’associazione Linea Rosa di Ravenna (che riceverà i fondi raccolti nei punti vendita della Romagna), la cooperativa sociale La Gemma, con sede nel capoluogo marchigiano (sostenuta dai negozi di Pesaro, Ancona e Macerata) e, infine, la onlus On the Road, che ha base a Martinsicuro, in provincia di Teramo (a cui andranno i fondi delle Coop di Fermo, di Ascoli e dell’ipercoop di San Giovanni Teatino, vicino a Chieti).

Coop Adriatica e il sostegno alle iniziative “in rosa”

Da sempre, Coop Adriatica presta il proprio sostegno a iniziative in favore delle donne e contro la violenza. Ad esempio, con il progetto “C’entro anch’io”, che seleziona progetti di associazioni locali per il dialogo e l’integrazione sociale, in molti casi anche in aiuto a straniere e a madri sole e in difficoltà. Sul fronte della solidarietà internazionale, invece, contribuisce da anni, per la festa dell’8 marzo e oggi anche con la raccolta punti sulla spesa, alle attività di Aidos (Associazione italiana donne per lo sviluppo), che gestisce il “Centro per la salute delle donne e la prevenzione delle mutilazioni dei genitali femminili” in Burkina Faso.

Chi è l’associazione Mimosa

L’associazione Mimosa di Padova opera per l’integrazione delle persone in stato di disagio, con particolare attenzione alle situazioni di indigenza e svantaggio sociale, all’immigrazione, alla tratta e allo sfruttamento sessuale. Gestisce una comunità residenziale per minori, organizza attività culturali e realizza progetti di sensibilizzazione sulla violenza di genere con gli studenti della regione.

 

Comune di Vicenza

Il fitto calendario di iniziative, promosso dal Comune di Vicenza insieme a numerose altre realtà del territorio, per riflettere sul fenomeno della violenza contro le donne, si conclude con gli ultimi tre appuntamenti. Mercoledì 26 novembre alle 9.30 al Teatro Astra (contra' Barche 53) è in programma un appuntamento dedicato alle scuole. Gli studenti dell'ultimo anno delle scuole primarie e del primo anno delle scuole secondarie di primo grado potranno assistere allo spettacolo “Io femmina e tu?” a cura della Fondazione Sipario Toscana per la 32° Rassegna di Teatro Ragazzi 2014-2015. 

Si tratta di un breviario comico poetico sugli stereotipi di genere di Fabrizio Cassanelli, con Federico Raffaelli e Laura Rossi, per la regia di Letizia Pardi e Francesca Pompeo.
Un ring colorato, guantoni, sgabelli e asciugamani. Un maschio e una femmina che si allenano. E una domanda: io femmina, e tu? In altre parole: maschi e femmine siamo uguali? Simili? Differenti? Ma che vuol dire? Che importanza ha? Uno spettacolo ironico e poetico sugli stereotipi legati al genere, in cui nessuno vince e nessuno perde in un continuo scambio di ruoli per capire la ricchezza dell’essere differenti e l’importanza del rispetto all’interno delle relazioni.
Ingresso unico:  4,50 euro.  Per informazioni e prenotazioni: [email protected]
Mercoledì 26 novembre alle 20.45 l'Associazione Delos (via C. Colombo 9, zona Villaggio del Sole - Centro Quadrifoglio) proporrà una serata di informazione e dibattito sul tema della violenza all'interno delle coppie per analizzare le dinamiche a confronto tra coppie eterosessuali e non. Interverrà come relatrice Silvia Lelli (psicologa-psicoterapeuta, www.psicodigenere.it).
Informazioni: www.delosvicenza.it, 339 8946918, [email protected]
Facebook: delosvicenza -  Twitter: @delosvicenza
La rassegna si chiuderà venerdì 28 novembre alle 20.30 ai Chiostri di Santa Corona (contra' Santa Corona 2) con un convegno dal titolo: “Dalla conflittualità alla violenza nelle relazioni familiari: quale il confine?” a cura dell’associazione Donna Chiama Donna.
Oltre alla relatrice Rachele Gigliotti, psicologa, psicoterapeuta, criminologa forense in ambito civile e penale, interverranno Micol Bozzetto, operatrice del Centro Antiviolenza di Vicenza, Roberto Minervini, Ispettore Superiore della Squadra Mobile della Questura di Vicenza, Francesca Bettini, psicologa volontaria dell’Associazione Donna Chiama Donna. Coordina e interviene Lucia Fazzina, avvocato del foro di Vicenza.
Informazioni: [email protected]
Al Laboratorio/09 in contra' Pedemuro San Biagio 27 si potrà ammirare l'esposizione “La parte e il tutto”.  La donna nelle carte del pittore ed incisore vicentino Giuseppe Iannello.
Immagini di donne senza volto: a millenni di distanza ricompaiono le veneri neolitiche che riassumono un individuo dalle mille sfaccettature e ben più articolato.
La mostra rimarrà aperta fino al 3 dicembre da martedì a sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.
Informazioni: www.iannellogiuseppe.it
Nella giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre martedì 25 novembre, sono in programma due appuntamenti: la “Marcia silenziosa” e il convegno “Sicurezza donna a Vicenza” a palazzo Bonin Longare” (informazioni http://www.comune.vicenza.it/albo/notizie/notizie.php/117506).
Diversi luoghi della città fino al 28 novembre ospitano variegate proposte frutto della collaborazione tra l'ufficio comunale per le pari opportunità, la consulta comunale per le politiche di genere, l'assessorato alla comunità e alle famiglie, l'assessorato alla crescita, il Centro comunale antiviolenza, insieme a Kitchen Teatro indipendente, Teatro Spazio Bixio, Theama Teatro, associazione Donna chiama Donna onlus (che gestisce per conto del Comune di Vicenza il Centro antiviolenza), associazione culturale “Nuestra Tierra Italo Latina”, Laboratorio/09, Gruppo Torno Tardi, associazione Città delle donne, Centro culturale islamico Ettawbavi, Arcigay Vicenza, associazione Delos, Soroptimist International d'Italia - Club di Vicenza, associazione Donne Medico della Provincia di Vicenza.
Tutti gli appuntamenti si possono consultare nel calendario eventi nel sito www.comune.vicenza.it (http://www.comune.vicenza.it/vicenza/eventi/evento.php/116717)


Commenti

Inviato Martedi 25 Novembre 2014 alle 15:07

Belle iniziative, bravi!
Ma bisogna lottare contro la violenza sulle donne sempre, come anche nel esempio sotto:
http://www.ultimenotizie.net/news/stefania-bigliardi-parte-donne-ogni-forma-violenza-0068743.html
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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