Fulvio Rebesani vuole il referendum
Venerdi 21 Maggio 2010 alle 17:23 | 0 commenti
Oggi il Comitato Più Democrazia e Partecipazione, di cui è presidente Annamaria Macripò, ha illustrato la sua Proposta di deliberazione di iniziativa popolare (per il documento clicca QUI), di fatto la richiesta ufficiale la Comune dell'attuazione del quesito di referendum consultivo tenutosi a Vicenza il 10 settembre 2006.
Presentiamo qui l'intervista alla Redazione Video di VicenzaPiù di Fulvio Rebesani, che è uno dei promotori dell'iniziativa presenti oggi insieme a Annamaria Macripò, Cinzia Bottene e Jacopo Peloso del Movimento Cinque Stelle.
Al Comitato, che deve raccogliere 500 firme, hanno aderito, Legambiente, Vendola-Sinistra Ecologia e Libertà , Presidio No Dal Molin, Gruppo Luca Coscioni e il Movimento Cinque Stelle di Vicenza.
Il testo del comunicato
Comitato Più Democrazia e Partecipazione
Casa per la Pace
c.trà P.ta Nova, 2
Vicenza
La proposta di delibera di iniziativa popolare per la realizzazione del referendum consultivo (d'ora in poi PRODIP) è l'ultimo tassello in ordine cronologico di una storia che ancora non ha avuto una soddisfacente conclusione né sotto il profilo politico né sotto quello istituzionale.
L'inizio
E' il 10/IX/2006 e 11.701 vicentini partecipano al referendum consultivo organizzato dal Comitato Più Democrazia, un comitato di cittadini.
Il 90% ca. dei votanti rispose affermativamente alla domanda referendaria che chiedeva
"Sei tu favorevole alla introduzione nello statuto comunale dei referendum abrogativo, propositivo, e abrogativo-propositivo, indetti con le firme del 2% della popolazione avente diritto al voto, con il quorum del 10%, nelle materie nelle quali il consiglio comunale e la giunta comunale hanno competenza deliberativa, eccettuate quelle escluse dall'art. 9, comma 2, dello statuto comunale a dal DLGS 18/8/2000 n. 267, con l'obbligo per gli amministratori di adottare, entro 60 giorni dalla proclamazione del risultato del referendum, gli atti e i provvedimenti necessari all'attuazione completa della volontà popolare espressa dal voto?"
Le amministrazioni iniziano a violare lo Statuto.
Hullweck sindaco
Lo Statuto comunale così stabilisce
"ART. 11 (effetti del referendum)
1, Il sindaco, entro un mese dalla proclamazione del risultato del referendum, iscrive all'ordine del giorno del consiglio comunale il dibattito relativo"
Poiché il sindaco di allora, Enrico Hullweck non ottemperava a questo obbligo il Comitato Più Democrazia, al fine di sbloccare la situazione, incontrò i capigruppo.
Lettere ed interventi sui mezzi di comunicazione non sortirono effetto ed allora il 28/XI/2007 venne notificato ad Hullweck un atto di diffida.
Con atto 23/12/2007 Hullweck si decise così a riconoscere il referendum dando pubblicazione del suo compimento e del risultato. Ma il consiglio comunale continuava ed esserne estraneo.
La mancanza di sensibilità e interesse per l'adozione dei nuovi strumenti di democrazia diretta si evidenziò, oltre che nella data stabilita dal sindaco per la celebrazione del referendum (la domenica a ridosso di due giorni festivi per Vicenza e quindi con una città semideserta), anche successivamente nei risultati dei lavori della 1° commissione consigliare che - violando il significato dell'esito referendario - propose un quorum e un numero di firme talmente elevati da rendere praticamente impossibile organizzare un referendum.
Non vennero tenute in alcun conto (nemmeno una citazione nel rapporto finale) le proposte del Comitato Più Democrazia riguardanti la modifica organica e completa dello statuto e del regolamento degli istituti di partecipazione in rapporto al quesito referendario.
Il Comitato Più Democrazia continuò comunque a tenere alta l'attenzione della cittadinanza su questa questione.
Variati sindaco
Sperando in un atteggiamento diverso da parte della nuova amministrazione, il Comitato si rivolse più volte nel 2008 al sindaco perché si tenesse il dibattito consigliare. Furono incontrati i capigruppo della maggioranza, su loro suggerimento venne distribuito a tutti i consiglieri il testo del quesito e delle nostre proposte di modifica dello statuto e del regolamento degli istituti di partecipazione. Le promesse di coinvolgere i vari gruppi in una discussione sul referendum però ancora una volta si rivelarono in un nulla di fatto.
Il Comitato Più Democrazia si attiva
Il Comitato sentiva il dovere di non deludere gli oltre 11.000 cittadini che avevano avuto fiducia votando al referendum e non voleva mollare sull'obiettivo primario di ottenere per i cittadini di Vicenza spazi di democrazia diretta: cioè i tre referendum (abrogativo, propositivo, abrogativo-propositivo) che consentono agli elettori di decidere su alcune questioni della loro città .
Di fronte all'inerzia dell'amministrazione era possibile ricorrere a tre iniziative:
1. proposta di delibera di iniziativa popolare affinché il consiglio comunale deliberasse in attuazione del referendum
2. diffida formale al sindaco ed ai capigruppo affinché facessero deliberare il consiglio comunale sul referendum pena la denuncia alla Procura della Repubblica per omissione d'ufficio
3. ricorso al TAR veneto per la nomina di un commissario ad acta che si sostituisse al sindaco e ai capigruppo renitenti ai propri doveri nel far deliberare il consiglio comunale sul referendum.
Fu scelta la prima opzione perché consentiva di coinvolgere maggiormente i cittadini, renderli ancora una volta protagonisti perché sono essi, e non il comitato promotore, i presentatori della PRODIP.
Nel frattempo, il 2/3/2010 la I° commissione consigliare - in persona del presidente Pecori - dichiarava di iniziare i suoi lavori sul referendum e, come primo atto, convocava i promotori. Il Comitato si presentava proponendo le modifiche dello statuto e del regolamento altre volte consegnate anche ai membri della commissione in quanto consiglieri.
Ma l'attività di questo organismo ben presto si arenò dando l'impressione che quell'incontro fosse un mero adempimento formale senza programmazione e senza futuro.
La PRODIP
Venne così deciso di proporre una delibera che, ove approvata dal consiglio, lo avrebbe obbligato a decidere entro novanta giorni sulla ricezione nell'ordinamento del comune dei contenuti del quesito
e cioè:
-introduzione dei referendum abrogativo, propositivo, abrogativo-propositivo
-numero dei presentatori in ragione del 2% degli aventi diritto al voto
-quorum del 10%
-adozione entro sessanta giorni dei conseguenti adattamenti dell'ordinamento comunale
Queste caratteristiche, frutto di sintesi anche a livello istituzionale (intesa con il Comitato degli esperti per l'ammissione del quesito referendario), permetterebbero ai cittadini di avere a disposizione validi strumenti di democrazia diretta. Con altre percentuali (più elevate), è provato, gli strumenti non solo sarebbero monchi ma addirittura inutilizzabili: una mera aggiunta nominale e non effettiva.
La possibilità di esercitare il potere di proposta di delibera in consiglio comunale è prevista dallo statuto comunale che così stabilisce:
ART.12 (istanze, petizioni e proposte)
1. I cittadini, singoli o associati, residenti o domiciliati nel comune, possono
presentare al sindaco istanze con le quali si chiedono le ragioni di determinati
comportamenti o su aspetti dell'attività amministrativa, o petizioni volte ad attivare
l'iniziativa degli organi del comune su questioni di interesse collettivo. Il sindaco è
tenuto a rispondere, con atto motivato, entro 60 giorni dalla presentazione dell'istanza
o della petizione.
2. 500 cittadini, iscritti nelle liste elettorali del comune, e le cui firme debbono
essere autenticate dal segretario generale o da suoi delegati, possono esercitare, nei
tempi e nei modi stabiliti dal regolamento, l'iniziativa degli atti di competenza del
consiglio comunale."
La proposta venne depositata in comune il 21/IV/2010 ed il giorno 11/V successivo il sindaco -accertata l'ammissibilità della proposta - firmò il provvedimento che avviava la raccolta delle sottoscrizioni.
La proposta ha l'adesione di Legambiente, con Vendola-Sinistra Ecologia e Libertà , Presidio NO DAL MOLIN, Cellula Luca Coscioni, Movimento Cinque Stelle di Vicenza
Prospettive
Vogliamo raccogliere ben più delle 500 firme richieste dallo statuto comunale per dare ulteriore prova del fatto che i cittadini di Vicenza sono interessati ai referendum.
MENTRE I GRUPPI PROPONENTI DELLA PRODIP ERANO IN ATTESA DEL GIUDIZIO DEL SINDACO...
I capigruppo in consiglio comunale ed il sindaco il 6/V, cinque giorni prima della decisione sulla PRODIP, pongono alla trattazione il referendum. Tale oggetto era rimasto al numero "1" degli oggetti all'ordine del giorno per ben due anni. Tuttavia questa improvvisa solerzia ha portato semplicemente il consiglio a procrastinare per l'ennesima volta la questione appaltando la decisione sul referendum ai lavori di una commissione, ancora da istituire, che dovrà occuparsi delle modifiche dello statuto: entro tre anni, hanno detto il sindaco ed il presidente Poletto: vale a dire, quando l'attuale Amministrazione cesserà il suo mandato.
Tale esito non può che motivare ulteriormente la nostra PRODIP che vuole impegnare l'amministrazione a decidere sulla modifica dello statuto ben prima dei tre anni che ancora si prospettano.
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