Fondo Atlante stima i prezzi delle azioni di BPVi e Veneto Banca attorno ai 4 euro
Giovedi 14 Aprile 2016 alle 09:28 | 0 commenti
Bpvi e Veneto Banca, il fondo Atlante vede prezzi-obiettivo per le azioni intorno ai 4 euro. L’indicazione emerge dai dettagli che escono dall’operazione per mettere in sicurezza gli aumenti di capitale delle due ex popolari e ad alleggerire le banche italiane dai crediti deteriorati. Un’operazione di «sistema», che intanto ieri ha rilanciato in Borsa i titoli delle banche italiane (il solo Banco Popolare, il cui rating è stato messo sotto osservazione da Moody’s in vista della fusione con Bpm, ha guadagnato ieri il 7,79% a 5,74 euro, recuperando il 31% in soli quattro giorni). Ma che, secondo i tecnici che l’hanno costruita, farà anche i sottoscrittori (tra questi, in Veneto, Fondazione Cariparo, che impegna 40 milioni e il fronte Banco-Bpm che dovrebbe intervenire con 200, mentre ieri il tema è finito sul tavolo del cda di Cattolica).
Secondo fonti citate ieri dall’Ansa, l’obiettivo di rendimento del fondo è al 6%, grazie al lavoro sui crediti deteriorati, ma anche al recupero di valore dopo le ricapitalizzazioni delle due ex venete, ritenute comunque sottovalutate rispetto al patrimonio netto. Secondo l’Ansa, Atlante, applicando calcoli molto prudenti, vede rapporti prezzo delle azioni e patrimoni netti almeno tra 0,37 e 0,51 per Veneto Banca, e tra 0,4 e 0,52 per Vicenza.
Per capire dove vada a a parare il prezzo-obiettivo, prendendo il punto più alto, ci si può aiutare con le perizie che le banche fecero per il recesso. Per Veneto Banca, che fissò il prezzo a 7,3 euro, la perizia di Angelo Provasoli e Massimiliano Nova per Partners stabiliva un prezzo di 7,6 (si scese a 7,3 per i soldi versati ai salvataggi di Etruria e delle altre tre banche), con un rapporto prezzo-patrimonio di 0,7. Già quella perizia aveva indicato un prezzo di 3,63 euro con un multiplo di 0,52: a novembre era quello di Mps e Carige e fu scartato perché ritenuto troppo basso. Fatto che fa capire cosa sia cambiato in sei mesi.
Per Popolare Vicenza, un aiuto può venire dalla perizia dell’11 febbraio di Pwc. La banca scelse un prezzo di recesso di 6,3 euro, ma la perizia, tra gli altri scenari, fissò un prezzo di 8,1, studiato con un rapporto prezzo-patrimonio netto a 0,6, attribuendo un valore post aumento alla banca di 2,3 miliardi (dopo aver tolto costi da aumento di capitale per 51 milioni). Se si ripete lo stesso schema aggiungendo ai 2,4 miliardi di patrimonio netto 2015 l’aumento salito a 1,75 miliardi, e applicando ai 4,126 miliardi di valore risultanti il multiplo 0,52, ne esce (tolte le spese) una valutazione di 2,145 miliardi. Tolti i 1.750 milioni di aumento, risulterebbe un valore per la banca pre-aumento di 395 milioni: 4 euro per ciascuna dei 100 milioni di azioni.
Ma attenzione: si tratta di prezzi-target, a cui il fondo ritiene plausibile veder risalire le banche in Borsa. Non sono i valori a cui saranno offerti gli aumenti di capitale, che dovranno essere offerti a forte sconto. La sostanza di partenza è che ai prezzi attuali verrà emesso un numero di azioni talmente alto, da azzerare di fatto i vecchi soci che non faranno l’aumento. Ma forse almeno dalle valutazioni di Atlante vengono segnali di ottimismo sull’operazione.
L’attesa ora è tutta per Vicenza. Soprattutto per capire quanto Atlante dovrà intervenire davvero, rispetto a valutazioni durissime - e probabilmente non così realistiche - che vedono l’ex popolare addirittura già consegnata al fondo di sistema. «Ho l’impressione che l’inoptato non sarà tanto - ha però detto ieri l’amministratore delegato di Intesa, Carlo Messina, che garantisce l’aumento di Veneto Banca -. Sono certo che molti investitori retail sottoscriveranno gli aumenti in quanto comprenderanno che le due banche potranno continuare a operare».
Intanto acque agitate in Veneto Banca, dove la Bce ha scritto ieri una lettera ai grandi azionisti e all’associazione guidata da Giovanni Schiavon, che hanno dato vita alla lista guidata da Stefano Ambrosini per il rinnovo del cda che avverrà nell’assemblea dei soci del 5 maggio. Francoforte chiede di rispondere entro cinque giorni, prendendo posizione su scelte come le strategie industriali per la banca, le possibili fusioni, l’azione di responsabilità verso la gestione Consoli-Trinca, ma anche la linea sulla quotazione.
Di Federico Nicoletti, dal Corriere del Veneto
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