Fondazione Roi, Enrico Cappelletti da Roma: ancora tutto tace
Mercoledi 20 Settembre 2017 alle 21:57 | 0 commenti
Roma, Nostro servizio. Non sembra aver sortito alcun effetto - almeno per ora - l'esposto presentato alla Procura della Repubblica vicentina sulle operazioni economiche deliberate dai CdA della Fondazione Roi guidata da Gianni Zonin dopo il 2009 e ai buchi di bilancio della fondazione registrati progressivamente e fino al 2015 . A presentare l'esposto il Movimento 5 Stelle nelle persone del senatore Enrico Cappelletti, (qui l'intervista concessaci a margine del convegno di ieri a Palazzo Giustiniani "Banche Venete tra Silenzi e Complicità ", della consigliera comunale e capogruppo M5S Liliana Zaltron e del consigliere regionale Manuel Brusco.
Alla base di tutto l'esigenza di fare chiarezza su un buco di decine di milioni - circa trenta accertati - nei bilanci Roi dovuto all'acquisto, da parte dei precedenti CdA, tutti a presidenza Zonin, di azioni della Banca Popolare di Vicenza
Cosa che lega indissolubilmente le vicende di fondazione e banca in un abbraccio mortale e fallimentare grazie al conflitto di interessi tra il presidente dell'una e dell'altra, sempre lo stesso Zonin.
Chiarezza che si potrebbe fare ancora di più con carte e atti del CdA in possesso anche del Comune, sostiene Cappelletti, visto che un membro di diritto è sempre stato il direttore pro tempore dei Musei civici e dopo che la Regione Veneto ha già riconosciuto il diritto ad accedere alla documentazione al nsotro direttore conro il quale l'allora presidente della Roi Zonin ha intentanto una causa milionaria per aver denunciato su questo giornale quanto ora è accertato.
Secondo il senatore grillino Enrico Cappelletti "la fondazione sta dibattendo se dare inizio o no a un'azione di responsabilità nei confronti dei precedenti amministratori". Ma il dibattito si protrae e qualcuno inizia a pensare che si tratti di un inutile balletto, un gioco dei "buoni" contro i "cattivi" che per ora non porta a nulla.
L'autore dell'esposto in Procura ritiene "che ci possa essere un'ipotesi di reato nella conduzione e gestione della fondazione - aggiunge Cappelletti - I soldi, decine di milioni di euro, lasciati dal marchese Roi dovevano essere utilizzati per la collettività , investiti in cultura e invece l'intero capitale è stato bruciato nel bel mezzo di un conflitto di interesse: il presidente della BPVi era anche presidente della fondazione e del CdA che ha deliberato l'acquisto di tutto il capitale disponibile di azioni della BPVi".
Dopo diverse settimane Cappelletti si chiede "perché un esposto di questo tipo, che deve attirare l'attenzione della magistratura rispetto a un'ipotesi di reato molto grave, venga presentato da una forza di opposizione come il M5S e non dall'amministrazione della città di Vicenza che, pur essendo presente nel CdA della fondazione, è rimasta stranamente silente e continua ad esserlo nonostante il danno rilevante per la cultura della città ".
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