Fiat, referendum Mirafiori: affluenza altissima, vota il 96,07% dei 5600 dipendenti
Venerdi 14 Gennaio 2011 alle 22:35 | 0 commenti
Rassegna.it - Chiuse le urne. Affluenza finale: hanno votato in 5.218 pari al 96,07%. Trovati volantini con stella a 5 punte. I risultati in serata.
Si sono chiusi i seggi all'interno dello stabilimento Fiat di Mirafiori. Lo riferiscono fonti sindacali. L'affluenza è altissima: hanno votato in 5.218, pari al 96,07% della forza lavoro. Partite poco prima delle 20 le operazioni di spoglio per il referendum sull'accordo del 23 dicembre scorso.
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Non è stupito il responsabile nazionale Auto della Fiom, Giorgio Airaudo. "Siamo di fronte ad una partecipazione alta. E' inevitabile - ha osservato Airaudo - perché è la Fiat che sta organizzando il voto. Nei giorni scorsi ci ha fatto anche una anteprima delle assemblee dei lavoratori, qualcosa che non era mai accaduto in 70 anni di storia della fabbrica". "Io comunque non sono appassionato a questo discorso sulle percentuali -ha aggiunto Airaudo - perché penso che questo voto non sia libero come hanno testimoniato con coraggio tantissimi lavoratori".
Non sono stati comunque segnalati intoppi nelle procedure di voto e le urne dell'unico seggio che è stato aperto per il turno notturno, sui nove seggi complessivi, sono state sorvegliate dai lavoratori incaricati di svolgere le mansioni elettorali. Finora non ci sono state discussioni nelle procedure di voto. Attualmente sono aperte le urne per i lavoratori del turno di mattina, che sono circa la metà dei 5.431 lavoratori Fiat. Poi toccherà al turno del pomeriggio, che completerà il voto, i cui risultati finali sono attesi per la tarda serata.
A turbare il voto, solamente alcuni volantini siglati Movimento comunista rivoluzionario con una stella a cinque punte di colore nero racchiusa in un cerchio sono stati trovati all'interno dello stabilimento, in una stanza attigua a dove si svolgono le operazioni di voto per il referendum. Analoghi volantini intitolati 'E' l'ora della coscienza rivoluzionaria!!' sono stati distribuiti ieri sera davanti alla posta durante il cambio turno.
Davanti ai cancelli di Mirafiori, secondo quanto riferisce l'Ansa, sono presenti i grandi furgoni per le dirette e i 'riversamenti' dei servizi televisivi. All'uscita del turno, tutti, sia coloro che hanno votato sì sia coloro che hanno scelto il 'no', parlano di una "scelta molto difficile".
Cercando di evitare telecamere e fotografi per andare a casa dopo otto ore di lavoro notturno, chi ha votato 'no' appare in genere più convinto nel rispondere della propria scelta. "Non possiamo cancellare con le nostre mani decine di anni di conquiste e di diritti, sanciti dalle leggi e anche dalla Costituzione", dice un giovane operaio della catena di montaggio. I giovani in realtà sono pochi all'uscita dalla fabbrica, così come le donne. Una di queste spiega che "mi manca poco alla pensione, anche se non so ancora bene quanto visto le ultime norme: ho votato sì per salvaguardare il posto di lavoro, mio e di tutti".
La consultazione si svolge su tre turni e riguarda un corpo elettorale formato da circa 5.600 persone. I lavoratori votano prima di iniziare il turno. Al termine del referendum Mirafiori chiuderà di nuovo e gli operai torneranno in cassa integrazione.
"Dalle fabbriche non siamo mai usciti e ci resteremo", ha detto il segretario Fiom Landini: "Quell'intesa è anche contraria allo statuto della Cgil, non può essere firmata". A proposito delle assemblee del 13 gennaio in fabbrica, "il senso è quello della democrazia, quella vera, che permette ai lavoratori di votare, ma anche di decidere sugli accordi senza ricatti". Una legge sulla rappresentanza, ha aggiunto Landini, "servirebbe proprio a questo, a far diventare un diritto votare tutti i contratti. Sicuramente avremmo meno problemi anche per l'unità sindacale". Ai cancelli di Mirafiori sono arrivati anche gli operai Pomigliano e i sindaci della Val di Susa.
"Nella vicenda di Mirafiori la Cgil si esprime contro l'accordo sottoscritto non solo perché mette in discussione le condizioni di lavoro, i tempi, le pause, i ritmi. La vicenda riguarda tutti perché mette in discussione la libertà dei lavoratori di decidere se e come è possibile essere rappresentati. Nel modello Marchionne la rappresentanza collettiva diventa un ostacolo". In un breve intervento al XXVI congresso della Fnsi, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha sottolineato come sia un errore attaccare le libertà e la rappresentanza dei lavoratori "che sono uno strumento fondamentale di democrazia, anche perché il cambiamento e l'innovazione non possono essere incompatibili con i diritti e le tutele sindacali".
E la Fiom ottiene anche l'appoggio del sindacato francese: il consigliere federale della Cgt Me'tallurgie, Patrick Correa, intervistato dall'Adnkronos, dichiara che la proposta di Marchionne "è totalmente inaccettabile". 'Appoggiamo la Fiom in questa azione contro un accordo che sferra un attacco fondamentale al diritto sindacale, alla contrattazione collettiva e alla carta sociale'. Correa annuncia l'adesione del sindacato francese allo sciopero generale del 28 gennaio indetto dalla Fiom. La Cgt guarda 'con molta attenzione' a questa vicenda, che rappresenta un 'cattivo segnale inviato a livello europeo'. Da parte della Fiat, dichiara Correa all'Adnkronos, 'si tratta di un ricatto fatto ai lavoratori che peggiora le condizioni di lavoro e riduce il peso dei sindacati. E' un cattivo segnale inviato dalla Fiat e temiamo che possa estendersi altrove, anche se la situazione sindacale in Italia non è la stessa rispetto agli altri paesi europei'.
La polemica dell'ultima ora è girata intorno alle assemblee. In casa Fiom fanno notare che gli unici a organizzarle in fabbrica sono stati loro, mentre i sindacati firmatari hanno preferito non parlare direttamente con i lavoratori: è stata la stessa azienda a convocare gli operai durante il lavoro per chiedere il consenso. Un atteggiamento che potrebbe essere controproducente per i sostenitori dell'intesa. Altro fatto singolare, osservano ancora in casa Fiom, è che i firmatari non hanno mai distribuito il testo dell'accordo, al contrario dei metalmeccanici Cgil che lo hanno stampato e diffuso a tutti davanti alle portinerie. Dal canto suo, la Fim ribadisce il sì convinto, "perché il voto è determinante non solo per gli operai, ma anche perchè condizionerà il futuro industriale e le prospettive occupazionali di almeno 50mila lavoratori e delle loro famiglie".
Impossibile prevedere gli esiti della consultazione sulla quale pesano troppe incognite. Il "no" potrebbe avere guadagnato qualche punto in queste ultime ore dopo la vicenda delle assemblee, mentre dalla parte del "sì" pesa un fatto concreto: se passa l'accordo, infatti, gli operai avranno la certezza di essere posti in cassa integrazione per ristrutturazione fino a dicembre 2011 e perciò la garanzia di un reddito; in caso contrario, invece, anche se non è certo che le intenzioni di Marchionne di festeggiare a Detroit e di lasciare Torino saranno confermate, lo scenario è più incerto.» Un anno di cambiamenti | Tute blu in lacrime
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