Faide di mezza estate
Giovedi 12 Agosto 2010 alle 19:37 | 0 commenti
Il primo reato commesso dall'uomo è per tradizione biblica il furto, per l'esattezza quello della mela che Adamo rubò su istigazione della prima donna, Eva.
Un "peccato veniale" che, purtroppo, tuttora si ripete con estrema frequenza, con la differenza che le attuali prime donne, non si accontentano più di un pomo, ma ambiscono ai cospicui e concreti frutti di qualche paradiso fiscale, non escluso eventuali donazioni immobiliari tra Montecarlo e Cortina.
L'avidità di sempre, di cui "primi uomini e prime donne" sembrano non riescano in alcun modo ad essere immuni, e dopo averci fatto perdere il paradiso, continuano impunemente a reiterare, come se tutto gli fosse dovuto. Tracotanza ed intrighi di una cricca che può prendere e fare senza dover dar conto e spiegazioni ad alcuno e, anche quando è beccata con le mani in pasta, continua a tenere ben stretto l'osso, non molla, non si dimette, fornendo, solo per concesso, spiegazioni o chiarimenti che farebbero sbellicare di risate perfino Topo Gigio. Ma purtroppo, non c'è niente da ridere.
Claudio Scaiola, Guido Bertolaso, Angelo Balducci, Diego Anemone, Denis Verdini e, per "disgrazia ricevuta", il Cardinale Crescenzio Sepe, sono solo alcuni degli Apostoli delle recente, ultima cena, di cui a noi, poveri agnelli sacrificati, già scorticati da un'incessante tosatura fiscale, restano da brucare le briciole stantie. E come se non bastasse, l'imprenditoria degli scandali cerca ora di far tesoro delle proprie comuni malefatte, delle quali tutti (o quasi) indistintamente sono muti e consapevoli testimoni e, pertanto, moralmente responsabili, per utilizzarli all'occasione l'uno contro l'altro. Una sorta di omertosa faida mossa più da interessi personali che politici, la quale coinvolge sia antagonisti che compagni di partito.
Un conflitto che fa vacillare sull'orlo del baratro il nostro già dissestato Paese, a cui, come sta accadendo, solo per opportunismo, ovvero per non perdere i vantaggi delle poltrone sulle quali hanno cucito a filo doppio i loro venerabili culi, cercano temporaneamente di porre rimedio.
Ed alla fine, come se niente fosse, mentre la nostra economia boccheggia, le fabbriche chiudono e la gente comune per arrivare a fine mese non sa più a quale santo rivolgersi, codesti signori se ne vanno tutti al mare a festeggiare la loro effimera tregua balneare.
Buon Ferragosto...
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