Opinioni | Quotidiano | VicenzaPiùComunica | Categorie: Fisco

Evasione e Pil, Ciambetti con gli imprenditori di Arzignano: il testo integrale dell'intervento

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 8 Settembre 2011 alle 10:03 | 1 commenti

ArticleImage

Ci è pervenuto un comunicato stampa dall'assessore regionale leghista Roberto Ciambetti, "idelogicamente" vicino a imprenditori della Valchiampo, oggi sotto le lenti di ingrandimento della GdF, e all'attuale vertice politico di Arzignano in difficoltà anche per gli incarichi a loro assegnati, come dimostra il silenzio totale del sindaco Giorgio Gentilin esibito a una ripetuta richiesta di incontro fattagli per nostro conto da un nostro redattore. Pubblichiamo, quindi, con piacere il testo integrale del comunicato dell'assessore, che spesso ospitiamo sul nostro mezzo, e dal quale il Giornale di Vicenza odierno ha tratto l'articolo a firma Eugenio Marzotto per illustare la posizione di Ciambetti.

Di Roberto Ciambetti, Assessore regionale del Veneto

Come assessore regionale al Bilancio e ai Tributi vorrei contribuire al dibattito che prendendo spunto dal caso Mastrotto fino alla cosiddetta evasione delle sponsorizzazioni si è sviluppato in queste ultime settimane d'agosto, proprio in coincidenza con una fase politica di estrema complessità e drammaticità, segnata dalla necessità di effettuare tagli nella spesa o nei trasferimenti dello stato e aumentare le entrate pubbliche ad iniziare dal recupero dell'evasione fiscale.

Va da sé che questa coincidenza ha portato non pochi a dipingere un distretto produttivo, quello di Arzignano, ad essere assunto come metafora negativa di un impianto economico, quello Veneto, del cui successo (non solo economico, ma anche sportivo vista la vicenda delle sponsorizzazioni sportive) tanta parte avrebbe l'evasione fiscale.
Mi permetto di ricordare come il Veneto produca circa il 10% del PIL del Paese e rappresenti la seconda economia nazionale. Le nostre 500.000 imprese presenti sui territori, compreso quello di Arzignano, sono il motore e la locomotiva del sistema economico nazionale. Per anni e ancora oggi, il tessuto produttivo veneto traina l'intero sistema Paese. E questo grazie alla capacità di fare squadra dei nostri territori e allo stretto rapporto tra lavoratori e imprenditori che con uno sguardo lungo vedono la crescita e lo sviluppo come un fattore positivo per il Veneto. Un legame indivisibile quello tra imprenditori e lavoratori, dove il datore di lavoro in molti casi è il primo lavoratore. È quel legame che vede le nostre realtà produttive mettersi in moto alle prime ore del mattino, gli uffici vedere le luci accese prima delle otto e le automobili degli agenti commerciali in strada quando fuori è ancora buio.
È il patto silenzioso tra imprenditori e lavoratori che ogni giorno cercano di migliorare e portare avanti il sistema produttivo dei nostri territori. Questo è il Veneto che produce e lavora, dove gli imprenditori si sentono fino in fondo responsabili dei propri dipendenti. Non possiamo dimenticare gli oltre 13 suicidi di imprenditori che non hanno retto il peso della crisi. Questo è il sistema Veneto, un patrimonio per il Paese, un modello che non deve essere declassato e macchiato con etichette sbagliate e inadeguate.
Per questo, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura e della Guardia di Finanza, innanzitutto andrei molto cauto sui numeri che sono stati chiamati in causa con eccessiva disinvoltura e troppa enfasi: non mi sorprenderei se molte delle cifre rimbalzate in questi giorni dovessero conoscere drastici ridimensionamenti.
Andiamo a vedere dati veri e provati: il distretto della concia veneta è il primo d'Italia, rappresentando circa il 52 per cento della produzione nazionale, il primo d'Europa, con il 34 per cento della produzione e tra i primi al mondo, concentrando da solo l'8 per cento della produzione mondiale; vede un valore della produzione per circa 2,3 miliardi di Euro, con un export di circa 1,6 miliardi di € verso 110 Paesi: il tutto grazie a 489 aziende con circa 8.559 addetti.
Con questo non voglio giustificare l'evasione fiscale che è un reato da perseguire. Da perseguire ma anche da analizzare: in una economia globale, dove il dumping sociale e ambientale è abbondantemente praticato dai concorrenti, e' un miracolo cercare di essere competitivi con strumenti e contratti obsoleti, pagando lo sconto di una burocrazia elefantiaca e di un sistema paese più che arretrato. Se guardiamo ancora a dati ufficiali scopriremo che il distretto conciario, di cui Arzignano è capitale, non è assolutamente una aggregazione di mariuoli e disonesti: nel primo trimestre di quest'anno il fatturato veneto della concia è cresciuto del 9,6 per cento rispetto al primo trimestre 2010 ed ha aumentato del 26 per cento in valore il proprio export, segnando un interessantissimo + 47 per cento verso la Cina, un + 30% verso gli Usa e aumenti a due cifre anche nelle esportazioni su Germania, Spagna, Francia e persino un 6 % in più verso la Polonia. Riuscire ad esportare in Cina la pelle lavorata vorrà pur dire qualcosa e di certo tutti questi numeri dicono quello che chiedono le istituzioni europee, la finanza e la speculazione internazionale all'Italia: aumentare la produttività e incrementare la creazione di ricchezza vera. Già, perché Arzignano è una delle capitali della ricchezza vera e non è una centrale del male: ancora sul finire del decennio scorso, Arzignano, una cittadina di poco meno di 26 mila abitanti rappresentava qualcosa come l'1 per cento circa del Pil nazionale. Lasciamo perdere le considerazioni per cui Arzignano, e il Veneto, sono contribuenti netti per lo Stato e che versano molto, moltissimo di più di quello che ricevono. Andiamo a guardare altri indicatori: questa cittadina ospita oltre 5.327 (dati ufficiali al 31 dicembre 2009, senza tener conto di irregolari e clandestini) stranieri extracomunitari, cioè quasi un quarto della popolazione è straniera con i Serbi a rappresentare il 4,36 % della realtà locale, i Bengalesi pesano per il 4,32%, gli Indiani il 3,88 %, gli Albanesi l'1,68 %, i Ghanesi l'1,43 %. A tutta questa gente, Arzignano e il sistema Veneto hanno garantito assistenza, scuole, sanità raggiungendo livelli di integrazione - come si evince in tutto il Veneto - straordinari, senza ricevere nulla dallo stato, anzi vedendo giorno dopo giorno rarefarsi le risorse: il risultato è stato possibile grazie alla splendida realtà locale, che sa coniugare l'etica del lavoro con la solidarietà vera verso chi soffre.
Ad Arzignano c'è chi ha sbagliato e proprio il gruppo Mastrotto per primo ha collaborato con gli inquirenti cercando di rimediare ai propri errori; ma è anche vero che questi imprenditori non si sono mai fermati a chiedersi cosa lo stato poteva fare per loro; hanno fatto loro quello che doveva essere fatto dallo stato, hanno dato speranza, lavoro ed accoglienza a tanti lavoratori stranieri onesti che non caso si sono radicati, che hanno acquistato casa e mandano i loro figli nelle nostre scuole. Hanno creato ricchezza vera, non economia di carta che "manda a remengo" intere nazioni. Gli imprenditori veneti non si sono fermati ad aspettare cosa potesse fare lo Stato nemmeno nel periodo dell'alluvione, ma hanno preso secchi e cariole per liberare magazzini e fabbriche e rimettersi in moto il prima possibile. Qui nessuno ha aspettato i soldi dello Stato per riprendere la propria attività. Nemmeno l'alluvione è riuscita a far filtrare nei rivoli del nostro sistema economico la tentazione di cedere all'assistenzialismo che regna sovrano in altre zone del nostro Paese. Un assistenzialismo che le tasse dei veneti stanno pagando da anni.
Certo, c'è chi ha sbagliato: ma ricordiamoci che questa Arzignano, con i suoi 26 mila abitanti dei quali 5 mila extracomunitari, produce l'1 per cento del Pil italiano. Molto più di intere provincie dove magari oggi qualcuno s'erge a censore di quei veneti ed arzignanesi disonesti ed egoisti, che hanno il difetto di lavorare e di sostenere il Pil. C'è chi il Pil lo erode quotidianamente: e da costoro non accettiamo lezioni di onestà


Commenti

lucianopanato
Inviato Giovedi 8 Settembre 2011 alle 19:22

a Ciambetti vorrei ricordare che ci sono stati deputati della lega nord che hanno fatto un'interrogazione per bloccare l'inchiesta. della lettera dal piccolo imprenditore conciario pubblicata sul Il giornale di Vicenza dell'8 settembre ciambetti che ne pensa, dato che è uno sfogo amaro verso la "grande imprenditoria". NON ERA LA LEGA CHE DIFENDEVA IL PICCOLO IMPRENDITORE. LO STATO CON I FONDI fIO HA FINANZIATO LE OPERE DI DISINQUINAMENTO DEL FRATTA GORZONE. NEL 2000 NON ERA L'ASSESSORE REGIONALE MARINO FINOZZI CHE VOLEVA DELOCALIZZARE IL SETTORE.E NEL 1998 NON FU IL SENATORE BAGLIANI DELLA LEGA NORD A PRESENTARE UN'INTERROGAZIONE DURISSIMA VERSO IL SETTORE CONCIARIO SCRIVENDO CHE POCHI SI ARRICCHIVANO A SCAPITO DI UN FORTE INQUINAMENTO SUBITO DA CHI VIVEVA DI AGRICOLTURA NEL BASSO VICENTINO. INSOMMA CONTRADDIZIONI IN SENO AL POPOLO E ALLA DIRIGENZA LEGHISTA
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network