Esuberi Popolare di Vicenza, i sindacati incontrano la Banca ma la trattativa slitta: “Abbiamo chiesto quali filiali hanno intenzione di chiudere, ma non ci hanno dato risposta”
Mercoledi 18 Novembre 2015 alle 18:23 | 0 commenti
Dopo l'incontro dell'11 novembre scorso, seconda fumata nera oggi nelle trattative fra BPVi e sindacati sui 300 esuberi previsti nel 2016 dal piano industriale che il direttore generale Francesco Iorio sta portando avanti. Un piano che prevede, oltre il taglio del personale, anche la chiusura di 150 filiali. "La trattativa parte dal fatto che, secondo noi - ci dice un esponente sindacale che chiede di non essere citato -  il numero di esuberi dovrebbe essere ridotto, ma non si è fatto niente perché non sono ancora riusciti a darci l'elenco delle filiali che dovrebbero chiudere".
Tutto rimandato al prossimo incontro, previsto per lunedì 23 novembre, nel quale le sigle Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Unisin si aspettano una risposta dall'ufficio personale della Banca Popolare Vicentina. I filoni seguiti dai sindacati sono essenzialmente due: cercare di ridurre i tagli del personale ed evitare esternalizzazioni. In particolare, su questo secondo fronte, il piano industriale prevede il passaggio di alcuni servizi informativi in outsourcing - con relativo personale ora interno all'istituto - alla Sec Servizi di Padova.
"Il nostro timore è che alcuni colleghi possano avere un contratto diverso da quello attuale quindi abbiamo chiesto che non ci sia nessuna cessione di ramo di azienda - spiegano i sindacati - tutto deve stare dentro alla Banca Popolare di Vicenza, ma anche su questo punto non hanno saputo dirci quando e come intendano procedere".
La preoccupazione maggiore dell'organo di coordinamento sindacale del Gruppo BPVi resta comunque legata ai 300 esuberi e alla chiusura delle 75 filiali. L'incontro tecnico di oggi con l'ufficio personale doveva infatti principalmente mettere in chiaro alcuni aspetti legati alla riorganizzazione aziendale. La trattativa, al pari di quella dello scorso mercoledì - non ha avuto alcun esito "perché la discriminante era che volevamo sapere quali filiali sono destinate a sparire ma ci hanno detto che la chiusura è legata alle risposte, che non hanno ancora ricevuto, di una banca collegata", aggiungono le sigle, concludendo: "Se chiudono filiali piccole va bene, ma se hanno intenzione di chiudere filiali grosse potrebbero addirittura esserci più esuberi di quelli previsti e questa è una cosa che vorremmo evitare".
Un'ipotesi possibile, in quanto l'azienda avrebbe infatti pensato di far slittare l'accesso al Fondo Esuberi - che dovrebbe essere su base volontaria - dal dicembre 2019 al giugno 2020, con decorrenza dal primo aprile 2016. Una soluzione che allargherebbe la platea degli aventi diritto fino a 350 persone.Â
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