Ennesimo rinvio processo Marlane Marzotto: non tacciano più media, politici e sindacati!
Sabato 8 Ottobre 2011 alle 21:54 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdS - Alcune riflessioni sul processo Marlane-Marzotto.
Ieri dopo una lunga serie di rinvii doveva avere luogo al tribunale di Paola un'importante udienza del processo "Marlane". Finalmente si sarebbe potuto sperare di iniziare un dibattimento e di giungere a un giudizio sulle responsabilità per quanto successo nello stabilimento calabrese. Non è stato così. Perché, con un'altra indegna scusante, gli imputati hanno ottenuto l'ennesimo rinvio. La scusa, il cavillo, è stata l'impossibilità per un avvocato della difesa di partecipare all'udienza. Si è invocato il legittimo impedimento e l'udienza non ha avuto luogo.
Il tempo passa, si avvicina la prescrizione e le vittime di quello che è stato ed è uno dei casi più aclatanti di condizioni di lavoro pessime, malattie professionali, inquinamento e morte di lavoratori ormai disperano di ottenere quella giustizia che dovrebbe essere il loro diritto. Il processo Marlane-Marzotto deve decidere le responsabilità per la morte di almeno 50 persone, la malattia di altrettanti lavoratori, il disastro ambientale prodotto dall'occultamento di rifiuti tossici e pericolosi nelle vicinanze dello stabilimento. Quello che è successo alla Marlane è qualcosa di enorme. Qualcosa che dovrebbe indignare profondamente e spingere alla ricerca della verità e delle responsabilità . Perché decine di morti di cancro (quelli di cui si è a conoscenza) e altrettanti ammalati in una popolazione di poco più di mille lavoratori non è la "normalità ". Una strage di tali dimensioni non può essere successa per caso o per pura fatalità . Le responsabilità esistono, eccome.
Ma gli imputati al processo hanno nomi conosciuti. Sono persone importanti. Si chiamano Marzotto, Favrin, De Jaegher, Storer, Bosetti ... cognomi famosi nella nostra provincia, in Veneto e non solo. Il gotha dell'imprenditoria del nord-est. Mentre le vittime della Marlane hanno cognomi anonimi. Sono persone, famiglie, normali. E, allora, cosa pretendono? Pretendono forse di avere giustizia? Vogliono che la loro storia sia conosciuta? Con amarezza bisogna constatare che in Italia questo non è possibile. Chi lavora, fatica e muore o si ammala non ha gli stessi diritti di chi comanda, di chi muove capitali, di chi è "famoso". La giustizia ha diverse velocità . In questo caso i lavoratori e le loro famiglie devono avere pazienza (una pazienza infinita). Devono aspettare i capricci e i comodi dei padroni.
Al processo Marlane sta succedendo proprio questo. Gli imputati eccellenti fanno di tutto perché il processo non abbia luogo. Continuano a chiedere ed ottenere rinvii. Le vittime devono rassegnarsi ad aspettare. Il dubbio legittimo che dovrebbe sorgere in ognuno è che "lorsignori" non vogliono dimostrare la loro estraneità ai fatti ma, semplicemente, non essere giudicati. Con qualsiasi scusa, con ogni mezzo. Ci si dovrebbe domandare perché non vogliono che il processo abbia inizio. Perché non pretendono che venga dimostrata la loro innocenza. Devono forse nascondere qualcosa? O è solo disprezzo per quei lavoratori che osano chiedere verità e giustizia? Si sentono, forse, immuni da qualsiasi giudizio? Troppo potenti e intoccabili per essere giudicati. In tutto questo l'informazione ha un peso enorme. Il silenzio che è calato e continua su questo processo è incredibile. Una notizia come questa (decine di vittime, imputati eccellenti) dovrebbe essere sulle prime pagine di tutti i giornali e, invece, è minimizzata, ridotta a un trafiletto di cronaca, taciuta. Tranne qualche testata indipendente come VicenzaPiù, tutti i mezzi di informazione locali e nazionali sono molto, troppo "prudenti".
Anche i sindacati e i partiti politici vicentini sono "timidi". Quasi reticenti. La protesta, l'indignazione viene lasciata ad altri, a chi, come noi comunisti, ha il coraggio di non tacere. Si attendono gli eventi, si nascondono le notizie e i fatti. Una situazione sinceramente imbarazzante.
Quanto è successo alla Marlane è lo specchio di una società cattiva e di un modello di sviluppo intollerabile. Un sistema che mette il profitto davanti a qualsiasi altra cosa. Un sistema per il quale i soldi valgono molto più della vita umana. Ogni sincero democratico dovrebbe denunciare quanto è avvenuto e quanto sta accadendo in un processo che, evidentemente per qualcuno, è meglio non venga celebrato. Noi comunisti italiani, facciamo l'ennesimo appello alle forze politiche e sindacali vicentine: non tacete, lottiamo assieme a chi a Praia a Mare chiede verità e giustizia, non siate complici di chi, con cavilli e scuse, non vuole essere processato. Fuggire dal giudizio e dalle responsabilità non è prova di innocenza. Tutt'altro.
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