Ennesimo rinvio a Paola del processo Marlane Marzotto: bastava poco per essere facili profeti
Venerdi 28 Ottobre 2011 alle 21:30 | 0 commenti
Paola. (Nostro servizio) E' accaduto ciò che si temeva, niente avvio al tribunale di Paola, Cosenza, per il processo a Paola Marlane Marzotto di Praia a Mare. Gli ammalati e i morti possono attendere, lo hanno fatto per tanto tempo. Cosa cambia se lo svolgimento tende a zero a dar retta alla sensazione epidermica. Ancora una volta tutti contumaci gli imputati, con l'unica eccezione dell'onnipresente Lomonaco, ex dirigente Marlane ed attuale sindaco di Praia a Mare. Oggi la discussione si è arenata ancora sulle notifiche, i cui avvisi di ricevimento sono contestati per vizi di forma ed altri cavilli del genere.
Ma tanto è bastato per far rinviare ad altra data la discussione prevista per oggi trattandosi di cavilli che collidono con le norme che regolano il procedimento penale. Ovviamente discussioni molto accese nell'aula Beccaria al piano rialzato del tribunale di Paola, prima che si giungesse allo stallo data l'impossibilità di entrare nel merito dei temi in agenda. Eppure la procura non ha badato al risparmio a giudicare dai due PM presenti in aula per dare manforte all'accusa, anche se le giovani Gambassi e Carotenuto poco hanno potuto in presenza delle molteplici irregolarità palesi. A complicare ancora di più le cose sono giunte le tardive costituzioni nei confronti dell'ENI, anche se giuste, del comune di Praia a Mare, della Valentino Fashion, della Presidenza del Consiglio ed altri, presentate singolarmente da un avvocato della capitale patrocinatore di una ventina di unità . Tuttavia resta da capire chi pagherà i risarcimenti e le spese in caso di soccombenza. Oltre alla forte presenza di forze di polizia, e nnon si comprende il perché, si è assistito alla solita ressa di avvocati, mentre gli ammalati e i congiunti delle vittime stentavano a capire ciò che accadeva intorno a loro. A fronte della situazione era forte la delusione tra i presenti, stanchi e avviliti per questa vicenda il cui esito finale potrebbe essere il nulla, come già visto troppe volte in questo nostro sventurato paese. Ed i decessi purtroppo non si fermano e così le malattie dei lavoratori. Tanto a chi importa? Ieri agnelli sacrificali di un capitalismo giunto alla frutta, oggi diventati fonte di ricchezza per famelici "avvoltoi" come si evince dalla cinquantina di togati presenti in aula. Era circa mezzogiorno quando la corte presieduta dal giudice Introcaso ha lasciato l'aula, prendendo tempo per decidere sulla difformità di un cospicuo numero di ricorsi e sui circa novecento avvisi di ricevimento contestati, procedura molto complessa se alle 21,00 non si era ancora conclusa.
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