Eminenza Azzurra in declino
Mercoledi 3 Febbraio 2010 alle 17:29 | 0 commenti
Ci ha sempre un po' stupito, di Lia Sartori, il suo contegno da impassibile sfinge. Sulla stampa, articoli su articoli - anche nostri - che la identificavano come il braccio destro dell'ex governatore veneto Giancarlo Galan, che non ha fatto mistero di averla al suo fianco come consigliere speciale soprattutto per gli affari riguardanti la sanità (non dimentichiamo che il compagno di Lia era lo scomparso Vittorio Altieri, titolare dell'omonimo studio d'architettura di Thiene, attivissimo negli appalti ospedalieri).
Nel mondo della politica, invece, solo due sono stati gli avversari che hanno osato attaccarla frontalmente sul suo ruolo informale di deus ex machina delle nomine di primari e direttori generali Asl: uno esterno, il democratico Claudio Rizzato, e uno interno, l'ex compagno di partito Raffaele Grazia, oggi in campo per le regionali con enormi cartelloni sotto il simbolo dell'Udc (e dalla signora forzista, per questo, si è beccato una querela).Â
Caduto Galan, donna Lia è in disgrazia. E' persino stata esposta al pubblico ludibrio, col suo nome finito nella "lista di proscrizione" che il probabile futuro governatore, il leghista Luca Zaia, intende applicare contro i fedelissimi del predecessore.
Ricordiamoci, poi, che la Sartori sconta ancora la cocente sconfitta subita nel 2008 contro Variati, e in consiglio comunale segue i fatti vicentini a distanza, via email o telefono, sempre più rintanata nella sua cuccia di deputata europea.
La sua parabola discendente trova un'unica, consolante eccezione nella presidenza del centro studi palladiano, il Cisa, che le garantisce visibilità e prestigio internazionale.
Ma il suo futuro politico pare essere compromesso. Il Carroccio, infatti, sembra non voler fare prigionieri nell'espugnare i centri di potere dell'era galaniana.
Ma non diamola per morta, quella che definimmo l'Eminenza Azzurra. Consumata manovatrice di posti e poltrone, cresciuta alla scuola socialita della Prima Repubblica, potrebbe trovare il modo per non essere schiacciata dal ciclone Zaia.
Magari, continuando a seguire il metodo da lei prediletto: non reagire in pubblico, far passare la buriana, tessere nell'ombra e attendere tempi migliori.
Alessio Mannino
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