Elezioni a Vicenza: nel Parco della Pace cavalcano cowboy e cowgirl, ma solo il cowsenior Variati ha il lazo. Per se stesso?
Domenica 29 Gennaio 2017 alle 12:06 | 0 commenti
Si stanno "scaldando i motori" a Vicenza per le elezioni amministrative comunali che dovrebbero svolgersi fra circa un anno, a meno che, nel caso di elezioni politiche anticipate, Achille Variati, per ora pragmaticamente impegnato a conquistare poltrone sempre più "larghe" tra cui spicca quella "finanziaria" nel Cda della Cassa Depositi e Prestiti (CDP), non si dimetta prima, sussurrano, per candidarsi a Roma nella speranza di un senile e finora mai raggiunto riconoscimento nazionale o, meno probabile, in regione se a dimettersi fosse Luca Zaia, lui sì già ministro della Repubblica, per un ruolo di, maggior, primo piano nel governo della nazione. Ma vi è una interessante novità nell'agone vicentino. Da un lato riprendono voce e cortei i "No Dal Molin", che furono tra gli elettori più attivi per Variati, il quale cavalcò il movimento con una spregiudicatezza assoluta cui contribuirono anche degli interessati apparenti avversari.
Dall'altro molti hanno compreso che il problema dell'ex aereoporto Dal Molin può essere nuovamente il punto di partenza e di arrivo dei concorrenti alla poltrona di sindaco di Vicenza. Il tema è quello dell'erigendo parco che sarà detto "della pace", ma che in questi frangenti è più un galoppatoio, dove i possibili candidati cavalcano la possibilità stessa di essere il futuro sindaco. E' molto dilettevole vedere la corsa che è stata intrapresa dai cowboy e cowgirl, che rifacendosi ai successi del cowsenior cercano l'un l'altro di arrivare primi al traguardo. Così tra discorsi, interventi, marce, ognuno dei cavallerizzi cercherà di magnificare le sue capacità di conduzione nella gara e trovare un pubblico che lo incoraggi dapprima e, soprattutto, poi lo voti.
In realtà è una corsa ad ostacoli e il primo da superare è quello della credibilità ad essere il futuro primo cittadino, che in un caso è già stata data dal sindaco Variati: al suo vicesindaco, Jacopo Bulgarini d'Elci, il secondo è quello di proporre qualcosa in relazione alle vicende della Banca Popolare di Vicenza, il terzo, ma è il più importante, è proprio la gestione del "Parco della pace", che graverà molto sulle finanze del Comune di Vicenza per gli anni a venire.
Soluzioni se ne prospettano: affidare il tutto alla gestione privata, che con eventi (concerti all'aperto) riuscirà a coprire le spese, ma quando durerà ?; farne un centro museale (museo dell'aria e dell'arte contemporanea e magari di qualche cosa d'altro), insomma tutto da inventare.
Intanto i sociologi, un tempo filosofi, dissertano della centralità del parco per la Grande Vicenza, come si se trattasse del Central Park di New York; intanto di effettuano marce di commemorazione e si stabiliscono punti di ricordo. Intanto la città registra il tutto, ma i suoi problemi sono ben altri a partire dalla sicurezza, dall'impoverimento causato dalla gestione della banca, un tempo la più importante del Veneto, la cementificazione, la mancanza di questo o di quello.
Chi cavalcando il parco, sempre da dirsi "della pace", rimane ancora per un po' in sella è Variati e sarebbe lui a stabilire il cowboy candidato, per garantirsi, dicono, una continuità , ammesso che, poco probabile, questa gli interessi davvero.
Ma si sa che prendere "al lazo" i cittadini, arte di cui Variati, bisogna riconoscerlo, è maestro, non sarà certo facile, soprattutto senza il suo appoggio e se l'opposizione, anche quella interna sempre "zittita" dal sindaco, sarà veramente tale con la capacità di impegnarsi in un programma per la città e non con l'ormai un po' logoro parco, dove cavalcano insieme gli avversari che sono dello stesso partito.
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