Quotidiano | Categorie: Sindacati

Durante a Landini:Meglio un passo indietro che lasciare lavoratori senza punti di riferimento

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 3 Gennaio 2011 alle 19:52 | 0 commenti

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La Repubblica, di Paolo Griseri - Fausto Durante è il leader della minoranza della Fiom, l´area che fa riferimento alle posizioni della maggioranza Cgil: «Se a Mirafiori vincessero i sì all´accordo - dice - la Fiom dovrebbe firmare. Fare un passo indietro sul piano ideale per non lasciare i lavoratori soli nella fabbrica».
Durante, qual è il suo giudizio sull´accordo di Mirafiori?
«E´ un giudizio negativo. Perché prevede il peggioramento delle condizioni di lavoro e perché è stato voluto per ridurre la democrazia interna escludendo la Fiom dalla fabbrica».

Che cosa farà la Fiom se al referendum vincesse il sì a quell´accordo?
«Se l´accordo passasse è chiaro che la Fiom rimarrebbe fuori dalla fabbrica. Per questo credo che a quel punto la Fiom dovrebbe mettere un firma tecnica sull´accordo, per evitare di lasciare i suoi iscritti senza rappresentanti sindacali. Altrimenti il rischio è che senza un delegato o una figura di riferimento in linea gli iscritti della Fiom e gli stessi lavoratori che simpatizzano per noi si rivolgano ad altre organizzazioni sindacali».
Voi dite ‘firma tecnica´. Ma è noto che le firme tecniche non esistono: o un accordo si firma o si boccia...
«Senza arrivare a citare Trentin che nel ‘92 firmò un accordo e poi si dimise perché sapeva che la Cgil non lo condivideva, ricordo che nel 2007 Epifani ha firmato il protocollo del welfare "per presa d´atto". Non era una firma tecnica quella?».
Lei stesso dice che quell´accordo è negativo perché riduce la democrazia in fabbrica. Si può fare un passo indietro sulla democrazia?
«Se al referendum vincessero i sì, la Fiom sarebbe fuori da Mirafiori. Ci sarebbero tanti gazebo con tante bandiere rosse davanti ai cancelli dello stabilimento. Ma dentro la fabbrica gli iscritti e i simpatizzanti della Fiom sarebbero soli. Per non fare un passo indietro sul piano ideale finiremmo per dover fare un passo indietro nei luoghi di lavoro, nelle diverse Mirafiori che ci vedrebbero esclusi dal diritto di rappresentanza. Siamo in una fase in cui i rapporti di forza sono tutti a favore del capitale e il lavoro finisce per subire. Quale dei due passi indietro è meglio compiere? Secondo me è meglio arretrare sul piano ideale e rimane in fabbrica a resistere».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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