Quotidiano | Categorie: Giudiziaria

Dopo Enrico arresti per Domenico Maltauro, l'azienda: «siamo estranei». E i politici locali?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 15 Ottobre 2014 alle 00:15 | 0 commenti

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Le inchieste su Mose e Expo, in molti lo pensano, qualcuno in meno lo scrive, tra cui pochissimi qui da noi, sono per ora solo all'inizio prima di una seconda ondata, che per il Mose sarà quella "inarginabile" dei rifiuti e, soprattutto, della sanità in Veneto, mentre per l'Expo 2015 è già in corso. Dopo i domiciliari per l'ex dirigente della Regione Veneto Fabio Fior, coinvolto nel filone veneziano dei rifiuti, oggi nell'ambito del caso dell'Expo 2015 l'inchiesta colpisce di nuovo e duramente in Veneto e, per quel che ci tocca più da vicino, a Vicenza.

Su ordine della Procura di Milano, è stato, infatti, arrestato dalla Gdf e posto ai domiciliari Domenico Maltauro, vicentino, cugino di Enrico Maltauro, ex Ad del gruppo Maltauro costruzioni. Prima di riportare una dei primi, documentati, lanci, quello di Venezie Post, pubblichiamo l'ennesima nota di presa di distanze da parte della Maltauro che, ovviamente, deve sostenere, con quanta credibilità si fa fatica, però a credere, che il gruppo Maltauro è «estraneo ai fatti» perché «Domenico Maltauro non è dipendente di nessuna delle società del Gruppo».

Il comunicato fa seguito a quelli in cui l'azienda "scaricava", legittimamente ma con qualche domanda da fare sulla correttezza sostanziale dei "distinguo", il suo ex ad Enrico rafforzandone il distacco con la cessione delle sue quote nella holding di controllo, la Maltauro Partecipazioni, alla stessa finanziaria, che, comunque rimane di proprietà delle due sorelle, Adriana ed Elena, e della famiglia del cognato Gianfranco Simonetto.

E recita letteralmente così : «L'Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro ribadisce la propria estraneità ai fatti che hanno portato all'emissione delle ordinanze cautelari degli arresti domiciliari a carico dell'Ing. Acerbo, dott. Domenico Maltauro e Ing. Castellotti. Si precisa che il dott. Domenico Maltauro non è dipendente dell'impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro Spa e non riveste all'interno della medesima né di altre società del Gruppo alcuna funzione, essendo titolare di una propria attività imprenditoriale con la quale collabora con l'impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro medesima. Le attività di perquisizione svolte in Impresa attengono circostanze legate alla figura del Dott. Enrico Maltauro legate al periodo in cui il medesimo ha svolto la funzione di Amministratore Delegato. Sotto tale ultimo profilo l'Impresa ha garantito e continua a garantire la massima collaborazione con la Procura e la polizia giudiziaria incaricata delle indagini».

Ognuno si faccia le idee che vuole, sulla base delle note ufficiali dell'azienda di costruzioni, di cui sono chiacchierate anche le numerose e forti amicizie ai vertici della politica di governo vicentina, su due signori Maltauro che avrebbero operato con "dazioni" di denaro (proprio?) a manager corrotti dell'Expo e per ottenerne vantaggi a favore dell'azienda. Ma Enrico e Domenico Maltauro si sarebbero "tassati", quasi fossero due buoni samaritani vogliosi di arricchire il carnet degli ordini della Maltauro, per potersene solo gloriare all'insaputa delle stessa azienda in qualche cena, che so, con un'Alessandra Moretti qualunque, anche lei presente a sua insaputa..., già vice di Variati, in Comune, poi parlamentare italiana, poi eurodeputato e da stasera, in una rincorsa da Formula 1, "ufficializzata" dai renziani di Vicenza come la candidata ideale anti Zaia.

Ma quelle idee, prima di "consolidarle" e prima, soprattutto, che vengano fissate dalla conclusione delle indagini e dei possibili successivi fatti processuali, chiunque se le faccia leggendo anche il quadro complessivo, non solo quello disegnato dal quartiere generale dell'Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro, umanamente e aziendalmente  "assolutorio" visto anche il condivisibilissimo "codice etico" (quello che piace tanto, anche se a intermittenza, a Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindutria Vicenza di cui continua a far parte la Maltauro, ndr), pubblicato sul sito dl gruppo Maltauro e che per comodità proponiamo qui a chi volesse leggerlo, magari con maggiore attenzione di quella che gli avrebbero dedicato i due "indagati" di famiglia.
Utilizziamo a tal proposito e per riassumere gli avvenimenti odierni quanto scritto da Giovanni Salvatori su Venezie Post, per le fonti più dirette che ha avuto modo e tempo di verificare, mentre noi eravamo impegnati su altri fronti "comunali".

- ... Su ordine della Procura di Milano, è stato arrestato dalla Gdf e posto ai domiciliari Giandomenico Maltauro, vicentino, cugino di Enrico Maltauro, ex Ad del gruppo Maltauro costruzioni;; contro Enrico, che solo da pochi giorni era tornato in libertà, i pm avevano chiesto un nuovo arresto, non concesso dal giudice per le indagini preliminari, ma in ogni caso si procede anche contro di lui a piede libero. Con i due Maltauro sono sotto indagine, ed entrambi agli arresti domiciliari, anche Antonio Acerbo, ex manager di Expo 2015, e Andrea Castellotti, già direttore commerciale dell'impresa Tagliabue spa e ora facility manager del Padiglione Italia di Expo spa. Perquisizioni sono state eseguite presso la Maltauro spa a Vicenza dalla Guardia di Finanza.

Per tutti e quattro, le accuse dei pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio sono di turbativa d'asta e corruzione. Lo schema non è diverso da quello già visto per le altre opere di Expo, che portarono ai domiciliari Enrico Maltauro. Secondo la Procura, Acerbo, da un mese indagato e dimessosi dalle cariche di sub commissario dell'Expo e di responsabile di Padiglione Italia, in cambio di consulenze per il figlio Livio, avrebbe imposto l'impresa di costruzioni Tagliabue spa all'interno dell'Ati (associazione temporanea d'imprese) guidata dalla Maltauro spa; e poi, avrebbe creato ad hoc il bando di gara per l'opera chiamata ''Vie d'Acqua'', i cui lavori sarebbero stati assegnati così alla cordata ''amica''. Giandomenico, detto Domenico, Maltauro, sempre secondo la ricostruzione dei pm milanesi, sarebbe stato l'intermediario per la Maltauro costruzioni spa, il cui amministratore delegato allora era il cugino Enrico: a lui il figlio di Acerbo avrebbe chiesto una somma di denaro, per una delle due consulenze, di dieci volte più alta di quella concordata, ovvero 36mila euro.

Gli investigatori hanno intercettato diverse comunicazioni tra i due cugini: in una di esse, si sente Domenico dire ad Enrico di essere «esterrefatto» per la richiesta di Livio Acerbo, socio di alcune società di consulenza informatica: «Ha insistito perché ha chiesto dieci volte il budget e a quel punto...anche perché se vogliamo chiudere, dobbiamo un po' capire la cifra...hai capito?», dice Domenico al cugino. Una cifra stimata attorno ai 300 mila euro dai pm, appunto circa dieci volte più dei 36mila euro versati secondo le accuse dall'imprenditore vicentino a Livio Acerbo per un contratto di consulenza legato alla riqualificazione dell'area ex scuderie De Montel. E la consulenza al figlio sarebbe stata il compenso destinato al padre in cambio dell'appalto ''acchittato'' per il progetto delle Vie d'Acqua, ovvero la tranche sud dell'infrastruttura che collega la Darsena, il centro di Milano, al sito espositivo a Rho.

Le accuse emergono, oltre che dai riscontri e dalle intercettazioni degli inquirenti, dalla confessione che lo scorso 19 settembre avrebbe rilasciato Giuseppe Asti, Ad della Tagliabue spa, società che appunto vinse l'appalto in cordata con la Maltauro spa. Asti a sua volta avrebbe promesso ad Acerbo padre di sottoscrivere un contratto di consulenza con il figlio Livio, anche se ai magistrati avrebbe detto di non averlo poi affidato, perchè non avrebbe saputo quale lavoro fargli fare. E sempre Asti avrebbe voluto Andrea Castellotti, ex direttore commerciale della Tagliabue, come facility manager per il Padiglione Italia dell'Expo. Castellotti avrebbe detto ai responsabili della Tagliabue che per vincere avrebbero dovuto correre a fianco del partner giusto, ovvero l'impresa Maltauro.

L'impresa vicentina si difende, come sta cercando di fare da maggio, specificando in una nota che «Domenico Maltauro non è dipendente dell'impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro Spa e non riveste all'interno della medesima né di altre società del Gruppo alcuna funzione, essendo titolare di una propria attività imprenditoriale con la quale collabora con l'impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro medesima. Le attività di perquisizione - precisa inoltre l'azienda - svolte in Impresa attengono circostanze legate alla figura del dottor Enrico Maltauro legate al periodo in cui il medesimo ha svolto la funzione di Amministratore delegato. Sotto tale ultimo profilo l'Impresa ha garantito e continua a garantire la massima collaborazione con la Procura e la polizia giudiziaria incaricata delle indagini», e ribadisce dunque la propria estraneità ai fatti che hanno portato alle ordinanze cautelari di oggi.

Ma queste precisazioni potrebbero non bastare ad evitare il secondo commissariamento da parte dell'Autorità nazionale Anticorruzione: il presidente, Raffaele Cantone, affronterà il nuvo caso tra giovedì e venerdì, quando sarà a Milano. L'Autorità ha il potere di chiedere il comissariamento al prefetto per singoli appalti, come già accaduto per la Maltauro e l'opera delle Architetture di servizio, proprio in caso di accertamenti giudiziari e provvedimenti restrittivi in itinere. Le misure applicabili sono di temporanea e straordinaria gestione, con controllo sugli utili e sullo sviluppo dei lavori, anche in maniera ''mirata'', appunto chirurgicamente al controllo del singolo appalto sotto inchiesta. Per il primo filone di indagine, quello nel quale Enrico Maltauro è indagato per corruzione dal maggio scorso, i pm milanesi hanno già chiesto il processo con rito immediato a carico di sette persone, tra cui l'ex funzionario Pci Primo Greganti, l'ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio e l'ex senatore Fi Luigi Grillo.-

Fin qui Giovanni Salvatori, ma noi vorremmo fare una domandina finale, da "doganieri" politici, ai due vicentini, ora renziani, ma dalla nascita noti come Achille Variati e Alessandra Moretti, assisi ora, in passato e in futuro sui seggi più importanti, in Comune, Provincia, Regione, Stato, Europa ...:  «non avete nulla da dichiarare?», che so su qualche dettaglio a voi noto, e politicamente utile che sia conosciuto dai cittadini vostri elettori, su "Maltauro-Ecoveneta-Aim Bonifiche", su "Maltauro-Borgo Berga-Tribunale", su "Maltauro-Fiera", su "Maltauro-Gemmo-Serenissima Ristorazione", su "Maltauro-finanziamenti elettorali"...

Non vale il pre-matrimoniale «ora o mai più», anche perchè sarebbe comunque un «meglio tardi che mai».

Ma non vorremmo leggere in futuro comunicati, magari firmati dal segretario Matteo Renzi, di questo tono: «il Partito Democratico è estraneo alle loro "amicizie" perché Achille Variati fa parte di una civica e Alessandra Moretti è... una star tv».


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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