Doni e Donazzan
Venerdi 15 Giugno 2012 alle 00:09 | 0 commenti
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Dal guazzabuglio che regna in casa del Pdl emerge un giro di finanziamenti a pattuglie di vicini e sodali tra le quali spicca il gruppo Rete Veneta, capitanato da Filippo Jannacopulos, uomo vicino all'assessore alla formazione. E soprattutto all'europarlamentare Lia Sartori
«Il nuovo ufficio stampa che l'eurodeputato Sergio Berlato ha deciso di attivare, formato dal giornalista professionista Luca Faietti e coadiuvato dal giovane Andrea Guglielmi, continua a far discutere all'interno del coordinamento. Non tanto per le sue funzioni. Quanto per il costo... Pare che Elena Donazzan e Luca Prioli... abbiano criticato non tanto la bontà dell'iniziativa, condivisibile, quanto i costi».
È il 18 aprile di quest'anno. Così sul portale del GdV Cristina Giacomuzzo racconta le baruffe di un direttivo provinciale del Pdl vicentino finito quasi in rissa. Una rissa dovuta alla guerra in corso fra le tre anime: i «cacciatori» dell'euro parlamentare e coordinatore provinciale Berlato; i «procacciatori» dell'europarlamentare Lia Sartori (quelli che «twittano» col sindaco di Vicenza, il Pd Achille Variati) e i «federali», che fanno riferimento proprio ad Elena Donazzan, potente assessore regionale alla formazione. Passata armi e bagagli ai sartoriani dopo un periodo di amore, sempre col doppiofondo, con la corrente delle doppiette.
«Ma porca di quella vacca - si era sfogato a margine di quella assise uno dei sostenitori di Berlato - con tante di quelle facce in giro proprio Faietti e Guglielmi dovevamo andare a recuperare?». Faietti infatti è amico di vecchia data di Arrigo Abalti il quale a sua volta è ex assessore all'istruzione al comune di Vicenza e attuale consigliere di opposizione sempre al comune di Vicenza. I due quando il centrodestra governava la città furono pizzicati dall'allora consigliere leghista Franca Equizi. Faietti scriveva di politica su Tva ma contemporaneamente, con la benedizione di Abalti (dato per vicino a Berlato), faceva il coordinatore di progetto per il giornalino comunale, l'Informagiovani, da poco defunto, ma da vivo, feudo incontrastato del re di cuori dell'entourage di Variati, il fido portavoce Jacopo Bulgarini d'Elci. Per il presunto conflitto d'interessi Equizi fece un baccano della malora in consiglio e la cosa arrivò pure all'orecchio dell'ordine dei giornalisti.
E Guglielmi non è da meno. In passato il suo nome viene accostato proprio a quello della Donazzan nel cosiddetto scandalo dell'opuscolo. È il 2009 appunto quando la regione Veneto commissiona un libricino, scritto proprio da Guglielmi, che rielabora in chiave «iperdestrorsa» ma soprattutto «sciatta» la storia europea. Così almeno è il tenore delle critiche degli ambienti centristi e di sinistra cui Donazzan risponde con uno stentoreo «me ne frego» tranne poi rimediare una figura di sale quando poco dopo il consigliere provinciale democratico Matteo Quero sbugiarda lei e Guglielmi dando notizia «del copia e incolla» senza citare fonti e riferimenti, col quale Guglielmi ha saccheggiato il sito "Viaggio in Germania". Un sito redatto da Wolfgang Pruscha, tedesco residente ad Altavilla, il quale di lì a poco accuserà di plagio proprio il libello made in Donazzan & Soci.
E tant'è che le accuse di spesa eccessiva si ritorcono come un boomerang su Donazzan, giacché lo scherzetto del «bimbo copione» viene a costare alle casse della regione 15mila euro di spese di distribuzione, produzione e stampa (Guglielmi invece ha risarcito con 5.000 euro il danno a Pruscha, chiedendo anche scusa). Ma la cosa è costata in termini di visibilità pure a Berlato che stando alcuni dei suoi aficionados «poteva risparmiarsi di mettere il culo sulle pedate» anche perché un altro suo fedelissimo, il sindaco di Noventa Marcello Spigolon, è pure nei guai poiché rinviato a giudizio per «truffa ai danni dell'Inps e abuso d'ufficio» (GdV del 21 aprile 2012, pagina 70).
Ma la questione «argent de poche» pesa ancora in casa Donazzan e affini. La sua giunta regionale infatti ha finanziato un convegno sulla mafia (iniziativa nobile ma in democrazia fini e mezzi si equivalgono) con 20.000 euro da destinare all'organizzatore, il sindacato di Polizia Coisp, il cui coordinatore regionale è Luca Prioli. Lo si legge nel bollettino della Regione Veneto numero 21 datato 10 marzo 2009 il quale a sua volta cita la delibera di giunta di riferimento. In un passaggio in cui si sunteggia l'iniziativa che si prevede di organizzare si legge che l'evento sarà così strutturato: «... presentazione, saluti e interventi delle autorità ... proiezione di un video che riassume la storia della "mafia" negli ultimi anni e un video che mette in risalto il successo dello Stato attraverso gli arresti più importanti... dibattito tra gli autorevoli relatori e gli studenti». Ora con tre regioni italiane in mano, de facto, alle cosche e lo spettro della cosiddetta trattativa tra Stato e mafia, fa ridere il contenuto di un bollettino che a mo' di marketing del Ventennio certifichi mettendo in risalto «la vittoria» dello Stato sulla mafia. Non è un caso che la maggioranza che per anni ha sostenuto la regione Veneto (Udc, Pdl e Lega) sia composta proprio da quelle forze che a livello centrale o periferico sono interessate da liason mafiose o spettri mafiosi della natura più varia (caso Dell'Utri, caso Cuffaro, caso Cosentino, caso 'ndrangheta in Lombardia e via dicendo). E soprattutto c'è la spada di Damocle della storia di Vittorio Mangano «stalliere» dell'ex premier Silvio Berlusconi (Pdl) a fare da sfondo a tutto. In realtà , a un costo molto inferiore, cioè zero, la giunta regionale potrebbe diradare tanti dubbi mettendo in chiaro, per esempio, la convenzione che lega gli enti pubblici al consorzio che costruisce la Pedemontana Veneta, visto che le avvisaglie non sono granché. Rimane poi da capire se il Luca Prioli citato dal GdV come membro di spicco del Pdl sia lo stesso che ricopre la carica di grande capo regionale del Coisp (per caso è ancora in servizio alla questura di Vicenza?). E poi organizzare un convegno costa tutti quei soldi? La Regione Veneto ha ricevuto le pezze giustificative di spesa?
Epperò la bassanese Donazzan, che da quando ha mollato Berlato è sempre in gran spolvero sul confindustriale GdV, dovrebbe spiegare una cosa. Da anni viene data molto vicina al greco-bassanese Filippo Solone Jannacopulos, patron del Gruppo Rete Veneta il cui network non è certo noto al pubblico per la sua durezza nei confronti della Regione Veneto. Jannacopulos al contempo è dato assai vicino all'entourage della Sartori. E così andando a spulciare tra i bollettini regionali salta fuori il numero 84 del giorno 11 novembre 2011 (pagina 6). Si legge di un affidamento di 245.000 euro al Gruppo Rete Veneta per un progetto di tutela delle «produzioni agroalimentari» in riferimento alla delibera della giunta regionale 3101 del 20 ottobre 2009; relatore Donazzan. Più precisamente si parla di «... liquidazione delle competenze a Teleradio Diffusione Bassano srl a conclusione del contratto d'appalto per l'affidamento del servizio di ideazione, realizzazione e messa in onda a mezzo televisivo di un progetto divulgativo di informazione e sensibilizzazione in materia di tutela dei consumatori». Le carte giacciono così nei cassetti, ma da quasi un anno, né maggioranza di centrodestra né opposizioni di centrosinistra si sono librate in volo per dire "che bello" o "che schifo". Si tratta di soldi ben spesi o di affidamenti, più che legittimi, dati a una tv considerata vicina con la speranza inconscia che non accenda troppi riflettori sulla giunta regionale?
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