Donald Trump nuovo presidente Usa. I vicentini sapevano chi avrebbero votato...in America, ma non al referendum costituzionale
Mercoledi 9 Novembre 2016 alle 21:10 | 0 commenti
La notizia della vittoria di Donald Trump ha sconvolto i più, in Italia nonché a Vicenza… a guardare le espressioni di alcuni nostri intervistati di questa mattina. Ha sconvolto anche le previsioni di ieri sera fatte scherzando in redazione, in cui si dava quasi per scontata la vittoria ad Hillary Clinton. A noi italiani pare un dejavù di quando tutti schifavano Berlusconi e poi vinceva sempre le elezioni. Eh sì, perché a mandare al governo il ricco sciupafemmine siamo stati prima noi, che vanto! Speriamo per gli americani non con gli stessi risultati italiani (che, però, a questo punto dovremo rivedere alla luce della storia diversa da quella della cronaca, visti i passi dei suoi successori, ndr).
Le previsioni, però, non sembrano essere delle migliori. In pratica le Borse di Tokyo, Hong Kong e Francoforte post elezioni sono crollate, i social pullulano di ironia sul neopresidente rivendicando la vittoria mancata di Hillary, i democratici pare dicano addio al potere del popolo e persino il sito per l’immigrazione in Canada ha registrato un boom di accessi di chi ora pare voglia fuggire dal nuovo potere.
Eppure gli Stati Uniti hanno votato e Trump è il risultato, battendo Hillary 310 a 228. Un risultato che di certo avrà i suoi risvolti nel mondo, in Europa e in Italia. Ma lasciando i commenti ai colleghi americanisti più esperti, ciò che è stato interessante notare è stato l’interesse e, addirittura, il coinvolgimento degli italiani nella questione delle elezioni presidenziali americane. Attenzione, tenersi informati e conoscere è fondamentale e il fatto che queste elezioni siano avvenute oltre oceano non significa affatto che non ci riguardavano. Ma è curioso come anche chi non segue la politica locale, italiana, o la politica in generale, chi non si è mai interessato all’America (se non l’ultima volta che Obama è salito alla presidenza) avesse delle preferenze o un’opinione su chi sarebbe dovuto andare alla guida degli Stati Uniti d’America. Dove vogliamo arrivare?
Non molto tempo fa abbiamo chiesto ai vicentini che cosa sapessero del referendum costituzionale per il quale si voterà il prossimo 4 dicembre e la risposta della quasi maggioranza è stata “poco, sappiamo pocoâ€, conoscevano solo in parte o sapevano "quello che ci dicono, che vediamo alla tvâ€.
E se tutto il mondo è paese, questa è probabilmente la situazione nazionale non solo locale. Eppure dovremo recarci tra meno di un mese alle urne, mettere una X su due lettere, Sì o No, in ogni caso determinanti per la nostra carta costituzionale e per la nostra democrazia. Avremo infatti il diritto di dare un’opinione su una riforma proposta, con la quale possiamo essere d’accordo o meno, avendo l’opportunità di far valere il nostro demos cratos (potere del popolo) e invece per lo più decidiamo di... saperne poco. Decidiamo di entusiasmarci o arrabbiarci, quasi indignarci per il neo eletto presidente oltre Oceano, sapendo bene per chi avremmo messo una X sulla scheda se fossimo stati cittadini Usa, ma sappiamo ancora così poco della nostra vecchia, cara Costituzione, del nostro Governo e del nostro Senato e di quello che potrebbe o non potrebbe cambiare con la riforma costituzionale.
Donald Trump può piacere o meno, ma tra qualche giorno la Borsa si stabilizzerà , i giornali smetteranno di fare titoloni (ammessi e concessi) a stelle e strisce e gli Stati Uniti si abitueranno ad avere un presidente “abbronzato†(come Berlusconi definì Obama) ma di un’altra gradazione, il "rosso repubblicano", sulla quale tutti ora ironizzano. Con ciò passeranno nel dimenticatoio pubblico anche le migliori raccomandazioni da parte dei leader mondiali, tra cui Matteo Renzi e persino il leader messicano Enrique Pena Nieto, di buon lavoro e governo. E allora si vedrà il vero operato di chi ha preso le redini di uno dei territori più potenti al mondo con l’augurio a noi governati del mondo che ciò non porti ad ulteriori guerre e conflitti, caldi o freddi che siano.
Nel frattempo, calato il sipario sull’America, saremo in grado noi italiani di mettere lo stesso entusiasmo, più informazione e per finire sicurezza nell’andare a votare per il nostro Stato, giocandoci al cento per cento il nostro diritto democratico (senza riferimenti al partito)… il tutto entro il 4 dicembre?
Votare informati è un tale onore e privilegio, che ci permetterà probabilmente di non piangere sul latte versato, quando usciranno quelli italiani di risultati.
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