Dal Lago risponde a Quero sul caso Cis-Filippi: Sì, fui io a parlargli dell'acquisizione
Giovedi 19 Maggio 2011 alle 10:39 | 0 commenti
Da Il Corriere del Veneto di oggi, 19 maggio 2011, Dal Lago risponde (a Matteo Quero, n.d.r.) sul caso Cis-Filippi: «Sì, fui io a parlargli dell’acquisizione»
«Sì, sono stata io a parlare con il senatore Filippi della possibilità di acquisire i terreni Cis. Il motivo è semplice: cercava 50mila metri quadrati dove mettere la propria azienda».
La leghista Manuela Dal Lago, deputata del Carroccio ed ex presidente provinciale, aprendo nuovi scenari e generando domande che avranno bisogno di risposte, conferma il collegamento fatto nei giorni scorsi sul coinvolgimento da parte sua a metà anni 2000 del senatore della Lega Nord Alberto Filippi, per l'acquisizione di parte dell'area del Cis di Montebello. Dal Lago è stata chiamata in causa dal consigliere provinciale del Pd Matteo Quero, con una domanda di attualità in cui  riportava quanto dichiarato sulla stampa dal senatore Filippi e cioè “la volontà di non seguire più nelle sue scelte aziendali imprecisati desiderata istituzionali†e chiedeva all’attuale presidente Attilio Schneck  di confermare se e quali “intromissioniâ€, oltre che in base a quale giustificazioni, c’erano state nell’affaire Cis Filippi all’epoca della presidenza Dal Lago. Nell’area Cis, però, Filippi comprò non 50.000 mq, quelli a cui fa riferimento la Dal lago con la sua ammissione, ma 225mila metri quadrati di terreni sui circa 500mila totali. Sull’intreccio Cis-Filippi-Dal Lago (oggi in Provincia si terrà una seduta monotematica su Ptcp e Cis ed è pensabile che le dichiarazioni della deputatessa ne saranno al centro), Manuela dal Lago, sempre su Il Corriere del Veneto, afferma: «Non ci sono segreti il senatore cercava 50mila metri quadrati per metterci la propria azienda, che doveva spostare da Torri. Tramite un avvocato gli ho detto che al Cis si poteva pensare ad un'ipotesi di questo tipo. Ha preso contatto con me, questo è vero, perché gli serviva spazio» . Spazio che, poi, è più che quadruplicato … Alla prossima puntata su quello che, Dal Lago dixit, è sicuramente un palese e condannabile intreccio di interessi pubblici e privati. Se poi nel groviglio non ci fossero solo i vertici leghisti ma anche gli ambienti vicini alla Sartori per i legami presunti con il destinatario finale dell'area, se commerciale, ci troveremmo di fronte a un inciucio di fronte al quale anche D'Alema arrossirebbe.
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