La Fiera di Vicenza va al mare, di Rimini. Con 40 milioni di debiti con BPVi nei conti del presidente Matteo Marzotto che era nel suo Cda. Munifico anche con Cunico e il Lane. Il Cuoa, le amebe, il nulla, Variati e la nostalgia
Lunedi 11 Luglio 2016 alle 23:00 | 1 commenti
Dagli Appennini alle Ande è il titolo di un racconto presente nel romanzo Cuore di Edmondo de Amicis: dalla pianura padana al mare Adriatico è il percorco compiuto, senza cuore ma per affari, da Matteo Marzotto per portare la Fiera di Vicenza in braccio a quella di Rimini dopo il matrimonio fallito con Verona "all'insaputa" dello stesso presidente che già vide i suoi soci e parenti della ICG vendergli la Valentino Fashion Group, azienda di famiglia di cui pure era presidente, al fondo lussemburghese Permira con un'operazione estero vestita con cui vengono evasi 71 milioni di euro di tasse e che gli è costata, dopo il patteggiamento di quasi tutti gli altri indagati, una condanna in primo grado a dieci mesi ma non la conferma ai vertici della ormai fu Fiera di Vicenza (nella foto d'archivio Olycom per Oggi.it Matteo Marzotto con Veronica Sgaravatti, ndr) .
È di oggi, infatti, la conferma che "questo matrimonio s'ha da fare" perchè, da quanto riferisce Roberta Paolini su VeneziePost, "l'incontro in cui verrà approvato il memorandum of understanding (MoU) per il matrimonio tra le due fiere è fissato per il 15 luglio. In quella data, i due consigli delle spa espositive si riunirebbero parallelamente per votare il documento in cui sono definiti tutti i dettagli dell'operazione. In seguito la proposta verrà portata alle due assemblee per essere licenziata dai soci. Ma sostanzialmente quel passaggio dovrebbe essere solo formale, una volta che il documento avrà passato il vaglio dei consigli, previsti per venerdì. Il dato che maggiormente focalizzerà l'attenzione sarà ovviamente quello del rapporto di concambio. L'indicatore dovrà necessariamente tenere conto delle dimensioni delle due società e ne sarà lo specchio. Fiera di Vicenza ha un fatturato che è circa la metà di quello di Rimini, ma soprattutto ha un patrimonio di 16 milioni contro i 155 di quello della spa romagnola...".
Ma, oltre alla differente dimensione che porterà Rimini, novello Atlante fieristico, a "governare" Vicenza, cè un altro dato che differenzia le due Fiere: se Rimini ha investito 300 milioni di euro per la sua piattaforma espositiva, più altri 100 milioni per il nuovo Centro Congressi, con gli azionisti a sostenere parte consistente dell'espansione immobiliare "Vicenza ha però un debito di circa 40 milioni, il cui unico creditore sarebbe Banca Popolare di Vicenza, e questo per il fatto che la società si è accollata tutti i costi di espansione del suo quartiere, con la realizzazione di un nuovissimo padiglione e il parcheggio multipiano...".
Ancora una volta la "vecchia BPVi", di cui Matteo Marzotto è stato fino al 7 luglio scorso membro del Cda mentre era attivo il finanziamento per la "sua" Fiera", si trova super esposta con la vecchia e incrostata Vicenza: è di oggi la conferma della stampa confindustriale che anche il finanziamento di 1,2 milioni di euro garantito da Tiziano Cunico per il Vicenza Calcio è in pancia alla "nuova BPVi" così come a carico di chi dovrebbe avere come priorità almeno il recupero di 9 miliardi di NPL (sofferenze, incagli, ristrutturazioni, debiti scaduti) se non quella di indennizzare i soci truffati potrebbero esserci crediti concessi anche alla Vi.Fin. di Marco Franchetto e Alberto Pastorello oltre che a loro stessi, che risultano soci della Banca Popolare di Vicenza, baciati o no, chi lo sa?
Mentre attendiamo che la "Nuova BPVi" alias "Banca di Vicenza" risponda alle nostre "domande a Gianni Mion su Fondazione Roi, Cda controllate e fidi a Vicenza Calcio e Vi.Fin. di Franchetto e Pastorelli, soci BPVi...", sarebbe ora che fossero accesi fari, interni e legali, su tutta una serie di finanziamenti a rischio, di cui quelli di cui abbiamo appena parlato non sono che la punta dell'iceberg, anche se significativi dell'humus intorno all'Istituro di via BTG. Framarin.
Humus così melmoso che lo stesso Achille Variati, sindaco e plenipotenziario dell'area anche grazie ai poteri che non gli erano di certo ostili, ha sentito il bisogno di pronunciare una delle sue frasi (pre)renzianamente autoesaltatrici o, almeno, autoassolvitrici.
Se ieri, al TG2 di prima serata, il sindaco si è attribuito impropriamente (falsamente?) i meriti dei 23 milioni di finanziamento elargiti dalla Cariverona in epoca Hüllweck per la ristrutturazione della Basilica Palladiana e se si è scoperto come "nemico" di Borgo Berga, area in cui fino a pochi giorni fa voleva addirittura costruire una stazione, Achille Variati due giorni fa, parlando dell'era Gianni Zonin, ha detto: " le responsabilità non sono mai di un uomo solo...".
Noi, a nostro rischio, qualche nome lo abbiamo fatto, ma se il sindaco, presidente della Provincia di Vicenza e dell'Upi oltre che consigliere della Cdp, ha sempre frequentato gli ambienti in cui sono nate quelle responsabilità , poi giustamente allargate da Gianni Mion a tutta l'area che "per ben 7 volte ha eletto Zonin", ne avesse qualcuno da fare con precisione e con un pizzico di onestà concreta e non generica, Achille Variati potrebbe anche farci credere (sperare?) che non frequenta più "i cattivoni" di prima.
Ma se i "nuovi strateghi" della città (nuovi come il... cucco) sono quelli con cui Variati, evidenziando il suo tallone, la politica gestita da ameba, ha deciso il futuro prossimo del Cuoa, prima senza risorse per poter proseguire come entità vicentina, poi resuscitato all'improvviso in nome delle careghe, la più prestiogiosa delle quali assegnata a tal Federico Visentin, ci viene, oddio!, quasi da rimpiangere Gianni Zonin, Giuseppe Zigliotto e addirittura, perchè no?, anche Matteo Marzotto.
Piuttosto che il nulla, piuttosto...
Anche perchè il nulla è difficile da combattere.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.