Maria Teresa Turetta, Patrizia Cammarata, Riccardo Bocchese segreteria provinciale CUB Vicenza - Sono arrivate le famigerate lettere di messa in mora a tutti i dipendenti, anche a chi è in pensione da anni e a chi ha cambiato ente nel frattempo. Telefoni e cellulari bollenti negli uffici, malumori e rabbia tra i dipendenti.
Quella delle lettere in messa in mora appare come la classica goccia che fa traboccare il vaso: i lavoratori sono esasperati e stanchi di continuare a subire decisioni gravi, decisioni scaricabarile come questa, per questo sono arrabbiati. Dopo il caso Pagelle esploso un anno fa, ora anche questa decisione presa dai nostri amministratori ed elevati dirigenti scarica su inermi lavoratori responsabilità ed errori di altri, con la beffa che gli unici a rimetterci di tasca propria saranno proprio i dipendenti che mandano avanti i servizi con una paga di 1200 euro al mese.
Siamo stati contattati in questi giorni da rappresentanti sindacali di altri comuni d'Italia, con i quali manteniamo un contatto quasi quotidiano, per scambiarci le esperienze e le strategie.
Le strategie di uscita da questo, che stiamo vivendo come un sopruso, però, non possono essere solo legate ad un ricorso di tipo legale, ma devono essere accompagnate da un percorso di lotta sindacale e di protesta dei lavoratori. Per questo domani si terrà  a Milano un importante incontro dei nostri RSU con la CUB nazionale, dove saranno poste le questioni del comune di Vicenza sia in termini legali sia in termini di lotta sindacale. Già perchè le cose che sono successe a Vicenza, Firenze, Reggio Calabria, Busto Arsizio e in tantissimi comuni italiani, non possono passare sotto silenzio o essere trattate come una mera questione locale, ma devono diventare un caso nazionale, un motivo per cui è necessario allertare i lavoratori di tutta la Pubblica Amministrazione. Già perchè l'attacco, questo attacco, è stato studiato a tavolino e fa parte di un disegno più grande di smantellamento dei diritti dei lavoratori, di tagli ai salari e ai servizi pubblici, dopo il blocco delle pensioni e dei contratti; sa passa tutto sotto silenzio, o solo nelle aule di un tribunale, a questo attacco grave alle paghe dei lavoratori ne seguiranno ben presto degli altri e sempre più ravvicinati.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi, nel frattempo vi invitiamo ad aderire tutti allo sciopero dell'orario straordinario che sarà effettivo da sabato 1 febbraio al 2 marzo compresi (vedere questo
link della commissione di garanzia sullo sciopero). Durante questo mese nessuno potrà obbligarvi, neanche con un ordine scritto, ad espletare lavoro straordinario. Ci sono giunte notizie di volti preoccupati a Palazzo Trissino per l'allerta Meteo prevista per questo fine settimana: nella speranza che non succeda nulla di grave per la città , invitiamo tutti i lavoratori a spegnere i propri cellulari e non rispondere al telefono di casa alla sera e nel fine settimana. Nessuno potrà più contare sulla nostra disponiblità . Partecipiamo numerosi anche all'assemblea presidio organizzata per Martedì 4 febbraio dai sindacati confederali, e facciamo sentire la nostra rabbia. Se la procedura di recupero delle somme "indebitamente erogate" dovesse procedere, essendo stato messo in discussione dalla Corte dei Conti tutto, o quasi tutto quanto è stato erogato in termini di salario accessorio dal 2004 al 2009, dovremo restituire tantissimi soldi, sui quali ci verranno pure chiesti gli interessi. E' inacettabile. Sarà una dura battaglia che vogliamo vincere.