Convegno su case di riposo con Spi Cgil e Ulss vicentine: necessario nuovo slancio culturale
Sabato 15 Dicembre 2012 alle 17:01 | 0 commenti
Spi Cgil - Ieri all'auditorium residenza per anziani Opera Immacolata Concezione di Thiene si è tenuto un convegno, organizzato dallo Spi Cgil di Vicenza, dal titolo "Aprite quelle porte: le case di riposo come luoghi della cura per tutti". Un'occasione per riflettere sulla tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività , come recita l'articolo 32 della Costituzione.
Numerose le personalità intervenute. Per il sindacato dei pensionati della Cgil erano presenti Igino Canale e Celina Cesari, rispettivamente segretario generale provinciale e nazionale dello Spi, Guido Moresco della Lega Spi locale, Marina Bergamin, segretaria generale della Cgil berica, e Giancarlo Puggioni, segretario generale di Fp Cgil Vicenza.
Per le Ulss del territorio hanno partecipato Vania Pellizzari, direttrice della casa di riposo centro servizi sociali per anziani Villa Serena di Valdagno (Ulss 5 Ovest Vicentino), Liliana Rapanello, direttrice del coordinamento dei distretti socio sanitari dell'Ulss 4 Alto Vicentino, e Gianni Lionello, responsabile dell'ufficio piano di zona dell'Ulss 3 di Bassano del Grappa. A fare gli onori di casa sono stati il sindaco Giovanni Casarotto e il direttore dell'OIC locale Paolo Mantese. Elena Cognito di TV7 Triveneta ha coordinato la tavola rotonda.
E' emerso come il panorama delle case di riposo per anziani presenti nel vicentino sia piuttosto variegato. Le strutture sono più o meno qualificate, e non mancano i casi di eccellenza. Tuttavia oggi risulta quantomai necessario un rilancio etico-culturale per far sì che l'anziano non venga sentito come "una zavorra sociale", per usare un'espressione di Igino Canale che denuncia un deficit della cultura di prevenzione, l'insufficienza di investimenti nella domiciliarità e la mancanza di un piano per la non autosufficienza.
Le famiglie, infatti, spesso preferiscono tenere il congiunto a casa, perché i costi delle case di riposo sono proibitivi, e affidarsi all'aiuto delle badanti che però, come sottolinea Marina Bergamin, non sono qualificate, adeguatamente formate e remunerate. Viceversa, nelle case di riposo si trova personale capace e motivato a migliorare la qualità e l'offerta dei servizi, che suo malgrado si deve scontrare con una sorta di impoverimento del lavoro. Giancarlo Puggioni rimarca, infatti, come gli sviluppi professionali si siano arrestati per quanto riguarda investimenti in formazione, carriera e salari, creando stagnazione e burn-out. Insomma, di fronte ad un sistema che sta attraversando una crisi di tipo finanziario e culturale, per dirla con Celina Cesari, è necessario un cambiamento, una presa in carico politica ed economica diversa. Cambiare per creare condizioni di benessere per tutti è possibile. Lo si può fare attraverso le legislazioni, una discussione che parta dal basso e dia nuovo slancio al welfare.
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