Consob chiede a Cattolica di chiarire rapporto con BPVi. Bce chiede a Veneto Banca di chiarire sul futuro Cda
Venerdi 15 Aprile 2016 alle 09:47 | 0 commenti
Riguarda quattro nodi, toccati dell’ispezione sui rapporti patrimoniali, bancari e finanziari tra le due società , innescata dagli esposti della società Wagneriana (ha lo 0,6% di Cattolica), che ha portato la Finanza ad acquisire documenti sia Verona che a Vicenza a gennaio. I chiarimenti riguardano un aggiornamento degli obiettivi d’utile nel 2017, rispetto al piano industriale, su cui la società prevede «un possibile scarto inferiore al 5%» rispetto ai 209 milioni previsti. Poi la distribuzione di un dividendo di 35 centesimi, nonostante le svalutazioni delle quote in Bpvi, Veneto Banca e Cassa San Miniato. Azione possibile, replica la società , «in rapporto ai livelli di solvibilità di due volte i limiti» e dopo aver considerato il confortevole utile di 161 milioni ante svalutazioni. Poi Consob chiede conto degli investimenti informatici e sulla rete per 100 milioni e di 15o per acquisizioni, indicati per spiegare l’aumento di capitale di 500 milioni del novembre 2014. Cattolica sostiene di aver compiuto 40 dei 60 milioni d’investimenti in tecnologia e che la crescita per acquisizioni «resta prioritaria», pur se finora, dopo Fata, non ci sono state le giuste opportunità .
Soprattutto Consob chiede di esplicitare se la partnership con Bpvi sia ancora strategica, dopo la trasformazione da popolare in spa, che è un elementi di possibile recesso dagli accordi. Valutazioni in cui s’incrociano l’attività di bancassicurazione, il ruolo di primo azionista di Vicenza con il 15%, l’andamento dell’aumento di capitale e del rilancio della banca, anche in rapporto all’assetto proprietario che ne uscirà , e le stesse scelte di Verona di partecipare all’aumento (Cattolica è primo azionista di Bpvi con lo 0,89%), anche di fronte alla richiesta d’ingresso nel fondo Atlante, che il cda ha discusso l’altro ieri. Sono gli elementi che Cattolica dice di dover attendere per capire il da farsi , pur dicendo «di aver dato incarico a due advisor nella valutazione dei rapporti con Bpvi». E dice che il valore di vendita delle partecipazioni in Berica Vita, Cattolica Life e Abc assicura è di 175 milioni. Intanto sul fronte Veneto Banca, tiene banco la lettera che Bce ha mandato martedì ai grandi azionisti di «Per Veneto Banca» e all’Associazione azionisti guidata da Giovanni Schiavon sulla lista per il cda. Bce vuol capire, con una risposta entro 5 giorni, se l’accordo tra le due associazioni per la lista rappresenti comunque un accordo di voto che andava comunicato. Pare questo lo scoglio più pesante, visto che, per l’articolo 20 del Testo unico bancario, si potrebbe arrivare alla sospensione dei diritti di voto, se dall’accordo, come dice la norma, «derivasse una concertazione di voto tale da pregiudicare la gestione prudente della banca». Forse anche per questo Bce chiede l'orientamento sul piano Serenissima di aumento di capitale e quotazione, sulle fusioni, le politiche di bilancio e l’azione di responsabilità . Punto, questo, che pare rimandare alla volontà di Bce di avere chiarimenti sui possibili legami con la passata gestione Trinca-Consoli, a cui potrebbero rimandare alcuni dei 90 presentatori della lista. Dal tono della nota emessa ieri, le associazioni ritengono normale la richiesta di Francoforte e paiono confidenti sulle risposte. Il rischio di una clamorosa esclusione della lista che si contrappone a quella del cda uscente guidata da Pierluigi Bolla sarebbe remota. Si vedrà .
Intanto, mentre la banca si prepara a lanciare una campagna informativa in grande stile sull’assemblea del 5 maggio, simile a quanto fu il 19 dicembre, e mentre parte la nuova campagna di mutui casa, proprio Bolla ha definito ieri a Milano «un ottimo strumento» il fondo Atlante, che dovrebbe funzionare da salvagente di ultima istanza per gli aumenti di Vicenza e Montebelluna: «Può venirne una cabina di regia per un consolidamento complessivo del sistema», ha detto Bolla, che si è detto ottimista sulla lista presentata dal cda uscente e sul'aumento, confermando la linea già data: «Ci sarà la fusione con un altro istituto. Siamo come sua una pista da bob: il percorso è tracciato in modo preciso ma non si può sbagliare. Il 5 maggio c’è l’assemblea che dovrà confermare il cda. Poi, a fine maggio, l’aumento. Mi auguro che dall’assemblea esca rafforzata la linea finora tracciata».
Di Federico Nicoletti, da Il Corriere del Veneto
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