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Cis, le carte di Equizi scuotono la politica. Milioni e 'strani accordi' secondo la "sceriffa"

Di Marco Milioni Lunedi 21 Febbraio 2011 alle 20:25 | 0 commenti

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Cis, le carte di Equizi scuotono la politica. Cifre milionarie e «strani accordi» nel mirino della "sceriffa": «Diffida in regione» 

«Le carte di cui sono venuta in possesso sono potenzialmente esplosive. Voglio capire se ci sono stati rapporti poco chiari tra la famiglia Filippi e la Immobiliare Arco, la srl che dovrebbe realizzare il centro merci di Montebello in collaborazione con gli enti locali vicentini.

Recentemente la regione ha detto sì ad un cambio d'uso dei terreni che ha del vergognoso e per questo motivo ho informato la procura della repubblica di Venezia». Sintetizza così la sua uscita Franca Equizi, ex leghista, ex consigliere comunale. Il briefing con la stampa, convocato la settimana passata, inizia puntuale alle 12,30 di oggi all'entrata di palazzo Trissino, ma ha un prologo inatteso.

«Non capisco la presenza di almeno tre uomini della questura» spiega Equizi che con ironia li invita a fare «il loro dovere dopo avere ascoltato ciò che ho da dire». Il tutto davanti alla troupe di Annozero che riprende ogni cosa, indizio che il caso potrebbe deflagrare a livello nazionale. Dal caso Cis all'affaire Arzignano la miccia è accesa. La pasionaria mette comunque le mani avanti: «Ho ricevutole carte in forma anonima nella buchetta delle lettere; le ho trasmesse alla magistratura come allegato ad un esposto. Le autorità competenti faranno gli accertamenti del caso. Ogni ragionamento quindi va considerato in quest'ottica. Sul piano penale qui nessuno accusa nessuno».

L'INCARTAMENTO. Ma Equizi porta con sé una cartellina con qualche breve dichiarazione per i media. E nella teca trasparente c'è un compact disc con oltre 20 megabyte di documenti. C'è una copia della segnalazione indirizzata ai magistrati lagunari il 17 febbraio, timbri postali inclusi. C'è una cronistoria sulla vicenda Cis-Montebello con il relativo strascico polemico per le presunte liason con la famiglia del senatore leghista Alberto Filippi; la quale in loco ha ottenuto il nulla osta regionale per la realizzazione di una maxi struttura di vendita di oltre 80.000 metri quadri. Una storia cui ha fatto eco sulla stampa locale la querelle, soprattutto in seno al centrodestra vicentino, relativa alle «incongrue valorizzazioni immobiliari, immaginarie, presunte o reali».

E le carte inviate in laguna parlano chiaro: «... Cis spa, assieme a AF99 ha deciso di permutare i propri terreni con quelli di minor pregio proprio in capo a AF99. Stando a quanto pubblicato sulla stampa il conguaglio di tale permuta (ribadisco incomprensibile se non alla luce di una colossale speculazione edilizia) non è ancora stato fissato o se è stato fissato non se ne sono rese pubbliche le modalità che porteranno il privato ad avere un'area con destinazione logistico-commerciale. Area che potrebbe anche beneficiare di una successiva e definitiva autorizzazione annonaria utile all'insediamento di un grande shopping-centre...».

Poi una citazione che entra nel vivo della questione: «Considerato il quadro di riferimento sunteggiato sopra, la sottoscritta è entrata in possesso di documenti... che aprirebbero uno squarcio dirompente sulla vicenda. A pagina 11 del file elettronico allegato si legge tutto testualmente...». Poi, in una sorta di Wikileaks nostrana, si tira in ballo la documentazione «sulla quale bisognerà far chiarezza».

Il ragionamento di Equizi verte attorno ai criteri con i quali nel medesimo comparto Cis (500.000 metri quadri) la metà che fa riferimento a Filippi sarebbe stata permutata o sarebbe in via di permuta con quella in capo agli enti publici. Il tutto lo si legge nell'allegato 004.pdf (leggi qui): «In caso di avveramento... della variazione della destinazione d'uso... si procederà, in sede di sottoscrizione, a definire il valore di conguaglio, sulla base della seguente formula (prevista nel protocollo d'intesa in data 12.2.2008): C = (0,544 x (VS1+VS2) - VS1, posto che C: Conguaglio; VS1: valore complessivo delle aree ricomprese nello Stralcio 1; VS2: valore complessivo delle aree ricomprese nello Stralcio 2. Alle finalità predette, si procederà, come indicato nel protocollo d'intesa in data 12.2.2008, a conferire incarico congiunto CIS - AF99 a professionista di riconosciute capacità e acclarata conoscenza del mercato immobiliare della zona in cui è collocato l'ambito, per la redazione di perizia di stima del valore unitario delle aree
comprese nello Stralcio 2...».

PUNTO FOCALE. La questione è centrale perché stando alla lettura fornita da Equizi gli enti pubblici proprietari del Cis (fra i quali comune, provincia e Camera di Commercio berica) non hanno mai fatto chiarezza sulla permuta dei terreni «già concordata o in fase di redazione avvenuta tra Cis e AF 99, la società della famiglia Filippi». Equizi chiede lumi in questo senso perché ritiene che possano esserci dei dubbi sulle modalità «con le quali Cis spa si priverebbe di terreni funzionalmente appetibili per un eventuale sbocco commerciale senza un adeguato conguaglio». Detto in soldoni Equizi ha il timore che si possano cagionare danni erariali per gli enti pubblici coinvolti nella partita.

Tant'è che l'ex consigliere chiede alle istituzioni e alle forze politiche che si oppongono a quella che viene qualificata come «una colossale speculazione edilizia» di aprire gli archivi. Il riferimento è ad un protocollo d'intesa del 12 febbraio 2008 tra AF99 e Cis che fornirebbe la chiave di lettura sulla eventuale ripartizione delle eventuali plusvalenze immobiliari, perché, spiega Equizi «se speculazione ha da essere, e io la contesto in modo assoluto, allora è l'ente pubblico che deve lucrare sulla plusvalenza in ragione del fatto che in origine possedeva la porzione più appetibile. Circostanza peraltro ripetuta in mille salse sulla stampa locale».

BONIFICI VERI O PRESUNTI. Ma nel disco c'è dell'altro. Equizi nell'esposto indirizzato nel capoluogo regionale spiega: «...risulterebbero tre copie di ordine di bonifico bancario di Ubi Banco di Brescia versati da Immobiliare Arco srl a beneficio di AF99 per una somma globale di 870.000 euro. Il tutto alle pagine 52, 53, 54 del file 004.pdf». La causale dei presunti versamenti sarebbe la seguente: «... caparra su preliminare - importo integrativo». Di più, nella medesima documentazione è presente «la copia di un foglio elettronico che attesterebbe trasferimenti bancari su conti della Banca Popolare di Vicenza pari a 1,9 milioni di euro e rotti». La nota, secondo le carte rese note da Equizi è così strutturata: «AF'99 SAS, terreno: Montebello. Acquirente: Immobiliare Arco srl; causale caparra confirmatoria... Sottoscrizione contratto in data 27-08-2007...».

Di fronte a questo quadro "la sceriffa" si pone alcuni interrogativi: «Quel denaro è stato veramente trasferito alla famiglia Filippi? Vorrei conoscere la natura delle carte che attestano quelle transazioni. Vorrei capire quale ruolo hanno giocato in questa vicenda il senatore leghista Alberto Filippi e l'europarlamentare Lia Sartori, il presidente della provincia berica Attilio Schneck della Lega, il suo compagno di partito, l'onorevole Stefano Stefani. Vorrei capire una volta per tutte se ci troviamo di fronte ad una vicenda limpida, torbida o magari condita da profili penali. Per questo ho allertato la magistratura. Io non ho la veste per esprimermi sotto il profilo giuridico. Io parlo sotto il profilo politico ed etico». Così l'europarlamentare Sartori è tirato in ballo in quanto «dominus» del Pdl veneto. In questo senso nell'esposto si cita una dichiarazione rilasciata da Galdino Zanchetta, uomo di punta del Pdl a palazzo Nievo, nonché presidente di Cis spa. Quest'ultimo sul GdV del 23-12-2008 ribadisce che «il Cda procede sulle indicazioni emerse a febbraio 2008 dall'assemblea dei soci... (che, nde) mi ha incaricato, in qualità di presidente, di sottoscrivere la procura irrevocabile alla permuta dei terreni con i privati».

IMMOBILIARE ARCO. In questo senso Equizi è un fiume in piena: «Io sarò una sprovveduta o una poveretta, ma mai avevo letto sui media di trattative in corso tra AF99 e Immobiliare Arco. Si sapeva di trattative tra Cis spa e Arco, ma non tra Arco e gruppo Filippi. Spero di sbagliarmi ma che c'è dietro?». L'ex consigliere tra le altre cita ancora la stampa locale di questi giorni e ricorda che Immobilare Arco «sarebbe la srl bresciana accusata dalla procura berica per una storia di sponsorizzazioni fantasma» a Andrea Ghiotto, il faccendiere arzignanese al centro dello scandalo "Dirty Leather". «Che c'entra - si domanda l'ex leghista - una immobiliare bresciana che ha indirettamente rapporti con gli enti pubblici vicentini con una storiaccia del genere? E come mai nello stesso calderone giudiziario c'è pure la Unichimica che fa riferimento proprio alla famiglia Filippi?».

LO SCENARIO. Così dopo avere impostato il ragionamento in questo modo Equizi a parole traccia un altro scenario: «Il 17 ottobre 2009 Vicenzapiu.com pubblica un lungo intervento di Andrea Faresin, consulente legale del senatore Filippi. In quel testo si legge che la famiglia Filippi comperò metà dei lotti Cis in mano ai privati per realizzare i depositi della sua azienda di materiali chimici. Questo iter si materializza presso il comune di Montebello, sempre secondo Faresin, con una conferenza di servizi fra gli enti del 21-06-2007. Tale ipotesi però naufraga nella stessa estate 2007, sempre secondo il legale, per la moral suasion del comune di Montebello, i cui amministratori si sarebbero dichiarati preoccupati per la natura di tale insediamento». Equizi cita questo intervento per scardinare la tesi dello stesso Faresin. E lo fa in questo modo: «Mi viene da ridere. A Montebello c'è una concentrazione di concerie che fa paura. In autostrada si vomita per la puzza quando si attraversa quel territorio. In aria e in acqua si sversa dio solo sa cosa. Alcuni notabili della zona sono pure indagati per una gestione scriteriata del locale depuratore e poi gli amministratori fanno le verginelle dicendo di temere un deposito di prodotti per le concerie, che ovviamente poi comunque lavoreranno in loco? Ci prendono per i fondelli?».

Ed Equizi affonda i colpi: «Ora, se quanto è riportato nelle carte è vero mi debbono spiegare un'altra cosa. Nell'estate del 2007 l'ipotesi deposito chimico viene abbandonata per il buon cuore di Filippi. Stranamente però, sempre stando ai documenti, la famiglia Filippi è in trattativa con Immobiliare Arco durante quella stessa estate». Più precisamente nel file allegato da Equizi compare il riferimento ad un «contratto preliminare di cessione di quote» del «27 agosto 2007». L'ex leghista passa quindi al sarcasmo: «Che bella fortuna...».

I DEMOCRATICI. Equizi però punta anche il dito verso il Pd: «Questo partito esprime la maggioranza che governa nel comune capoluogo che è socio di Cis. Il Pd è la forza maggiore della opposizione in provincia come in regione. Se non si attiverà subito per avere le carte significa che il suo silenzio è complice, magari perché deve tenersi buona la provincia capitanata dalla Lega, per avere l'ok al maxi piano commerciale di Vicenza Est. Un piano caro alla Maltauro. Siamo vicini alla consumazione del grande inciucio. Un inciucio politicamente aberrante e affaristicamente benedetto».

L'INIZIATIVA. In ultimo l'ex consigliere fa sapere che l'esposto, inviato a Venezia principalmente perché la competenza della questione è ora della Regione Veneto e quindi della procura lagunare, è stato inoltrato pure alla Guardia di Finanza di Vicenza e alla giunta regionale. Giunta per la quale la Equizi ha pronta una diffida «affinché in autotutela sia annullata la delibera con la quale è stato dato l'ok urbanistico al parco commerciale».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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