Cis, Arco teso da Gambari
Sabato 30 Gennaio 2010 alle 17:23 | 1 commenti
Di seguito l'articolo pubblicato sul numero 180 di VicenzaPiù da oggi in edicola e da domani online e nei consueti punti di distribuzione in città . Â
C'è un motivo non casuale nell'ingresso della Immobiliare Arco Srl di Brescia nell'azionariato del Cis Spa, il consorzio che sovrintende alla realizzazione (?) del centro intermodale di servizi a Montebello? Pare di sì, e sta tutto in un nome, anzi in un cognome: Gambari.
La Arco è l'impresa bresciana che nel 2009 ha vinto il bando indetto dal presidente del Cis, il consigliere provinciale Pdl Galdino Zanchetta, allo scopo di immettere preziosi quattrini privati con cui da un lato ripianare le esposizioni dei soci, tutti pubblici (oltre alla Provincia, Comune di Vicenza, Autostrada Brescia-Padova, Camera di Commercio, Banca Popolare di Vicenza, Fiera), e dall'altra investire nelle infrastrutture logistiche nei 270 mila metri quadri di proprietà del consorzio (gli altri 220 mila, a destinazione d'uso agricola, sono della Af99 del senatore e consigliere comunale leghista Alberto Filippi). Infatti l'accordo con la Arco prevede che questa versi in tutto 35 milioni di euro, di cui 21 per far fronte ai debiti dei soci e 14 per investimenti. Non solo, ma la società immobiliare si accolla anche gli oneri finanziari della fideiussione di 15 milioni spesi per l'acquisto del terreno.
Ora, come abbiamo spiegato nello scorso numero, il rischio da molti paventato è che il centro servizi non si farà mai, perché dietro l'angolo ci sarebbe l'ombra di una mega operazione di conversione da parte di Filippi, compagno di partito del presidente della Provincia, Attilio Schneck. Anticipato dal Pati, il piano urbanistico intercomunale concordato dai Comuni di Montebello, Gambellara, Montorso e Zermeghedo, e confermato dal Ptcp provinciale che in quella zona prevede un'espansione delle aree commerciali, si fa sempre più probabile l'abbandono del ventennale progetto logistico per sostituirlo con un maxi shopping center di oltre 500 mila metri quadri, ovvero la somma dei due terreni. Il Ptcp è ancora in corso d'approvazione. E' bene fare luce, perciò, su tutti i protagonisti della vicenda.
Quello su cui si sa meno è proprio la Arco. Presidente e amministratore delegato è il bresciano Gianbattista Saleri, vicepresidente della Sabaf Spa (presidente è suo fratello Giuseppe), ditta produttrice di rubinetti, termostati e bruciatori. Il cda è composto dall'ingegner Gabriele Fogliata, di Lonato del Garda (Brescia), che sta curando la costruzione di un parco commerciale Ikea e Coop a Villesse, a Gorizia (l'area su cui sorgerà è stata venduta alla Arco). E da Giovanni Gambari, 29nne rampollo di una nota famiglia di Lumezzane, sempre in quel di Brescia. E cioè la famiglia di Rino Mario Gambari, il maggior socio privato della società autostradale Serenissima Brescia-Padova. Il giro è chiaro: l'immobiliare entrata a far parte del capitale di un consorzio nato per creare un nodo logistico, ha interessi nel settore delle costruzioni commerciali e nel board sono presenti quelli del più importante socio della Provincia di Vicenza nell'autostrada (da cui quest'ultima vuole uscire dismettendo il proprio pacchetto d'azioni). La Arco, inoltre, come riportato dall'Espresso nel 2007, è una finanziatrice di Forza Italia (50 mila euro quell'anno).
Il giro d'affari del Gruppo Gambari è vastissimo: dalla Gambari International Spa, azienda originaria che lavora metalli non ferrosi, alla Eco Zinder Spa, unica realtà in Italia a estrarre minerali dai fanghi di fonderia, passando per la Fineco Group (leasing) e per la Thera (software e hardware), fino alla Infracom (telecomunicazioni) con cui è entrato nella Serenissima, dove detiene quasi il 25%. La Arco è il braccio immobiliare. Gli interrogativi da porsi sono i seguenti. Se un'impresa come questa, che già costruisce centri commerciali, si sobbarca una spesa così ingente e gli oneri che ne derivano è perché evidentemente trova più conveniente partecipare ad una speculazione a carattere commerciale, o no? E il fatto che sia presente per via familiare un imprenditore vicino al centrodestra e in affari con la Provincia va interpretato come una scelta mirata, o no?
Alessio Mannino
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ad oggi 04-08-10 nessuna delle Ditte (quindi non solo noi) che hanno preso parte alle lavorazioni del parco commerciale, è stata minimamente liquidata per i lavori eseguiti (e questo nonostante, almeno nel nostro caso, non vi siano contestazioni sui lavori eseguiti), anzi si sono protratti da gennaio sino ad oggi una serie di insoluti non giustificati da parte della Fogliata Spa, o meglio parzialmente giustificati con la specifica che "... a causa del ritardo dei pagamenti da parte dei nostri committenti..." (ma siete sempre Voi !!!).
Ora capisco dove alcuni "imprenditori" trovino la forza finanziaria di eseguire operazioni importanti, semplicemente facendosi finanziare dai propri fornitori. Non mi stupisce quindi la fattibilità di un investimento nell'ordine dei 35 milioni di euro, se gran parte di questi soldi sono anticipati da altri che fanno da "banca". Ecco perchè "... un'impresa come questa..." sicuramente "...trova più conveniente parecipare ad una speculazione a carattere commerciale..."
Saluti
Gandini Giorgio