C'è bisogno di chiarezza
Mercoledi 13 Febbraio 2013 alle 17:58 | 0 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella, Rivoluzione Civile, e pubblichiamo
Monte dei Paschi di Siena, Finmeccanica, Regione Lazio, Regione Lombardia, Ilva sono solo una piccolissima parte del malaffare che si è impadronito del nostro paese. La trasformazione di uno Stato democratico in qualcosa d'altro. Qualcosa di amorale dove vige la legge del più furbo, di quello che inquina, che paga in nero, che evade, che corrompe e si lascia corrompere, di chi occupa le istituzioni per proprio tornaconto ... la politica si è trasformata in "affare", la Costituzione è stata accantonata.
Torna alla mente la definizione di "costituzione reale" come cosa diversa da quella nata dalla Resistenza. Vi ricordate la "costituzione bolscevica" nelle parole di Berlusconi? Vi ricordate che, anche sedicenti di sinistra come Renzi, parlavano di necessità di cambiare la Costituzione anche nei principi fondamentali? Un lento, inesorabile, declino verso lo svuotamento dello Stato e delle Istituzioni. È la progressiva occupazione dello Stato da parte di comitati di affari attraverso illegalità diffusa. Illegalità percepita come "normale". Quante volte lo slogan "tanto lo fanno tutti" ha coperto veri e propri crimini? Qunte volte si "è lasciato fare" per convenienza, per tornaconto personale, per mancanza di coraggio? Oggi la situazione è che ci troviamo di fronte a un paese in putrefazione e tutti siamo coinvolti. La soluzione non si può trovare nel qualunquismo del "sono tutti uguali" o nella cancellazione di diritti collettivi e nella devastazione dello stato socialeperché "individuale è meglio". Né la si può trovare nelle privatizzazioni dei beni comuni, nei condoni tombali, nella possibilità di sfruttare il lavoro altrui e di licenziare, nell'aumento dell'età pensionabile. La soluzione non è nel compromesso e nell'accordo con il malaffare. O nell' accettazione di forme e atteggiamenti mafiosi perché "ineludibili" e consolidati (come affermava non troppo tempo fa qualche ministro di governi
di destra). C'è bisogno di chiarezza. Dire che i personaggi ben vestiti (e ricchi) che evadono, corrompono e si fanno corrompere non sono "gente per bene" ma veri criminali e che devono essere trattati con la severità e determinazione che si dovrebbero usare per colpire le mafie e la criminalità organizzata. Il prossimo governo, invece di tagliare i diritti di chi lavora, le pensioni di chi ha lavorato o il futuro a chi vorrebbe lavorare si deve impegnare nel risanamento del tessuto democratico del nostro paese. Sconfiggere l'illegalità non è cosa disgiunta dal costruire uno sviluppo sostenibile e creare lavoro per tutti. Lavoro e legalità sono principi strettamente legati tra loro. Dobbiamo cambiare lasciando da parte i piccoli interessi personali e individualistici. Rimettiamo al centro dell'azione politica e del governo di questa nostra povera patria così martoriata e umiliata, la "questione morale".
C'è bisogno di una vera e propria Rivoluzione, civile.
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