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Burocrazia Comunale: la migliore amica delle Agenzie Tuttopratiche

Di Pietro Rossi Martedi 4 Agosto 2015 alle 22:28 | 0 commenti

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Piccolo viaggio estivo tra gli uffici del Comune di Vicenza, in questo caso il settore imposte, in mezzo a impiegati gentili e a rimpalli di uffici divisi in due, in cui si possono aspettare anche 60 giorni per ottenere il permesso di affissione di un'insegna. La quale, se è fissa ed inferiore ai 5 mq non si paga, ma se volete evitare lungaggini basta andare in un'agenzia. E allora, lì...mano al portafoglio. 

Se qualcuno ricorda la commedia all'italiana degli anni '70 sa con quanta ferocia il cinema di allora trattava la burocrazia tragicomica del belpaese. Nel 2015 non se ne parla più anche se proprio oggi è stata approvata la (gattopardesca?) riforma della P.A. e in certi casi, magari di poco conto, il cittadino si trova ancora in labirinti kafkiani per ottenere un semplice documento. La novità, rispetto agli anni passati, è che ora ci sono le agenzie private. Con loro, stranamente, farsi fare un timbro è molto più veloce e, naturalmente, molto più costoso. E il tutto con buona pace della digitalizzazione della pubblica amministrazione, degli sportelli unici e dei risultati, ai fini dei premi annuali, che il Comune da ai propri dipendenti.

Come funziona la burocrazia italiana? Se lo sapessimo lo renderemmo di pubblico dominio e sarebbe una scoperta epocale, più o meno come scoprire il vaccino universale dell'influenza. Ci limitiamo a raccontare l'avventura (vera) di un imprenditore che voleva mettere tre insegne fisse nel suo nuovo ufficio di Viale Milano. E che in quasi un mese e mezzo non c'è ancora riuscito. Potrebbe succedere anche a voi. Mettiamo che non sappiate dove andare per fare la trafila necessaria per il raggiungimento del vostro semplice scopo. Se pensate di recarvi dalla Polizia Municipale per informazioni, lasciate perdere. Vi consegneranno un foglietto stampato con un indirizzo email pubblicità@comune.vicenza.it e un numero di telefono, dell'ufficio tributi, che si trova nel Palazzo ex Aci di piazzetta S. Biagio. Basta una telefonata per capire che il posto non è quello. L'impiegato di turno, gentilissimo, spiega che per esporre l'insegna bisogna fare una domanda (comodamente scaricabile via internet) e consegnarla all'ufficio Edilizia privata che si trova al Palazzo degli uffici in piazza Biade. Detto e fatto. Il nostro, diligentemente compila i moduli ed è pronto a presentare la domanda nel luogo indicato.

Siamo ai primi di luglio, quindi ancora non c'è la calma estiva. Anzi, all'interno di quegli uffici sono tutti molto concitati. Gli argomenti delle telefonate, che riguardano l'edilizia privata, si intuiscono abbastanza chiaramente. Il capo ufficio che accoglie l'imprenditore è il tecnico preposto alle autorizzazioni. Siamo all'interno del cosiddetto Sportello unico delle attività produttive, il cui responsabile è l'avvocato Tirapelle. Anche questo funzionario è gentile, ma c'è un problema, ci sono dei dettagli da chiarire che lui sembra stranamente non sapere. Dettagli come il costo di una insegna fissa, che poi si scopre non avere nessun costo, in quanto nel caso specifico non è soggetta a tassazione. Per scoprirlo - così dice il funzionario all'imprenditore - bisogna andare nell'altro ufficio, quello della prima telefonata, a San Biagio. Ma nel frattempo, il capoufficio non nasconde una certa insofferenza verso i dirigenti e verso il direttore generale del Comune di Vicenza, Antonio Bortoli

Il malessere è dovuto principalmente al fatto che i due uffici - Edilizia e Imposte -, prima in un unico stabile, sono stati divisi, con lo scopo di arrivare a quello sportello unico, anche telematico, il cui funzionamento o non funzionamento viene criticato dagli stessi dipendenti comunali. "Lo Stato non ha mai voluto farlo andare in porto", dice l'impiegato di San Biagio dove il nostro imprenditore è tornato per la seconda volta. La prima è stata subito dopo il consiglio del primo funzionario, ma ha trovato una dipendente, altrettanto gentile, che gli ha detto che non si paga nessuna imposta, ma che però bisogna presentare un progetto all'altro ufficio. Che poi richiede un approvazione, entro 60 giorni, ma nel frattempo si può fare richiesta per un'insegna temporanea, ma quella si paga, perché è considerata pubblicità. "Ma forse anche no", sottolinea l'impiegata al nostro, ma lei non lo sa questo, perché il collega è assente. Vi siete già persi? È comprensibile. Ma vediamo di uscire dal labirinto.
Ci sono due uffici, con due dirigenti distinti, che si occupano delle insegne da esibire all'interno o all'esterno delle attività commerciali. I due uffici devono parlarsi tra di loro, ma sono stati divisi per un'ottimizzazione che, a detta proprio di chi lavora, non è mai arrivata. La nostra storia finisce infatti con l'imprenditore che paga un'insegna pur di aprire senza altre attese la nuova sede senza indicazioni, la paga come temporanea anche se in realtà diventerà fissa quando nulla dovrà pagare... Ma per velocizzare l'iter non c'è un altro modo?
Certo, si chiamano Agenzie specializzate nell'installazione di insegne. Basta rivolgersi a loro e tutti i problemi vengono risolti. Le cose si velocizzano e ti consegnano il pacchetto completo. Ti fanno l'insegna - che giustamente si paga - e badano al disbrigo delle pratiche. Nel caso di un'insegna fissa, come detto prima, non c'è nessuna tassa da pagare. Si presenta il progetto, si sta attenti ai colori - che cambiano a seconda della zona, ma alcune zone, come Viale Milano sono da un lato in centro ma dall'altro in periferia - e si aspetta la risposta dagli uffici. Se si ha qualche dubbio si corre avanti e indietro da un ufficio all'altro, si fanno quei cinque - seicento metri e, al limite, si paga. Oppure si paga subito, tra 180 e 200 euro solo per l'istituzione della pratica amministrativa comunale... gratuita. C'è da crederci che costi così tanto, vista la difficoltà del cittadino da solo di ottenere un timbro. La burocrazia e i suoi satelliti, in una maniera o nell'altra si paga sempre. E fanno guadagnare qualcuno, ma non chi ha bisogno dei suoi servizi...


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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