Bullismo&berlusconismo secondo Di Pietro
Sabato 13 Novembre 2010 alle 20:47 | 0 commenti
Secondo l'ex magistrato il modello del premier ha rovinato anche gli studenti: "Vita facile per furbi e arrivisti".
"Andare al governo, cancellare la riforma Gelmini e raddoppiare i fondi destinati alla ricerca". Questi, in ordine cronologico, gli obiettivi presentati dal leader dell'Idv Antonio Di Pietro (con l'Avv. Pesavento nella foto di Enrico Soli per VicenzaPiù) alla Fiera di Vicenza, in occasione dell'appuntamento "Ri-cerchiamo il nostro domani". Non sono mancate, da parte dell'ex magistrato più famoso d'Italia, le classiche bordate al premier.
"Una volta il bullismo nelle scuole era qualcosa di impensabile - ha detto Di Pietro - Io lo vedo come atto finale del modello della giungla affermatosi col berlusconismo. Il problema infatti non è solo Berlusconi, ma il berlusconismo che si è insediato in noi". Â
Una giungla, questa Italia, perché ad avere la meglio sarebbero sempre i "furbi", gli "arrivisti", gli "spregiudicati", e a dimostrarlo sarebbe il fatto che "il bravo se ne va all'estero".
Di Pietro non se la sente di promettere mari e monti, ma indica come distintivo del proprio movimento "l'impegno in buona fede" e come prioritaria la "ricostruzione di una classe politica fatta oggi di parlamentari non autonomi che rispondono a interessi esterni".
Qualche impegno concreto però l'ha annunciato alla platea dei ricercatori universitari riunitasi a Vicenza: "Dopo aver cancellato la Gelmini, intendo raddoppiare i fondi a disposizione della ricerca (attualmente consistenti nello 0,8% del Pil, ndr)".
Più difficile invece risolvere il problema posto dall'ex rettore dell'Università di Padova Vincenzo Milanesi. Quest'ultimo ha spiegato che "l'autonomia universitaria prevista dalla legge è stata usata male perché non sono mai stati messi in atto adeguati meccanismi di valutazione. E così l'Università italiana è diventata autoreferenziale".
Su questo punto, Di Pietro ha confessato la sua impreparazione: "Da ex magistrato dico che giudicare è difficile. Chi controlla il controllore? Aiutatemi a capire come individuare i controllori perché io so solo che si devono evitare i conflitti d'interesse, che invece ci sono anche dopo l'ultima riforma".
Milanesi ha criticato il governo sugli investimenti: " Non si possono fare le riforme al risparmio come ha fatto la Gelmini. Sarkozy in Francia e la Merkel in Germania, che non sono certo comunisti ma guidano esecutivi responsabili, hanno appena deciso di aumentare i fondi per dieci atenei francesi e altrettanti tedeschi nei prossimi dieci anni chiedendo poi di rendicontare. Anche da noi si potrebbe investire in modo mirato. In Italia i soldi per la ricerca sono andati all'industria per la ricerca applicata. Come se la ricerca applicata potesse esistere senza la ricerca di base. Assurdo".
D'accordo anche su questo Di Pietro: "Così il ricercatore bravo se ne va e da noi finiscono per far strada i peggiori".
Milanesi dice ci aver assistito negli ultimi anni ad una campagna di stampa tesa a dire tutto il male possibile dell'Università Italiana. "Un'operazione che ha risposto ad una preciso disegno di delegittimazione dell'istituzione universitaria per poi poterla bastonare con il consenso dell'opinione pubblica".
L'ex rettore di Padova ha quindi spezzato una lancia a favore degli atenei di casa nostra: "E' vero che non ce n'è neanche uno tra i primi posti delle classifiche di qualità , ma nei primi cinquecento ci sono più università italiane che tedesche e francesi. Mediamente quindi la nostra qualità è migliore: bisogna adesso puntare alle eccellenze e cioè investire sulla ricerca su un numero limitato di atenei".
Milanesi ha concluso con una battuta ad effetto: "L'Università è la seconda istituzione più antica dopo la Chiesa Cattolica: ha resistito a tante sventure, riuscirà a sopravvivere anche a Berlusconi".
Sulla presunta campagna di delegittimazione compiuta dai media è intervenuta la ricercatrice Flavia Guzzo: "Troppi professori, troppi atenei e troppi corsi? Tutte notizie false usate per far pensare alla gente che l'Università italiana è piena di sprechi. In realtà abbiamo un rapporto tra insegnanti e studenti inferiore a molti altri paesi; abbiamo molti meno corsi di laurea della Germania e un rapporto tra atenei e numero di abitanti inferiore ad altri paesi europei e bassissimo rispetto agli Usa".
L'insegnante di sostegno Salvatore Altadonna ha però fatto notare che a Palermo ci sono diverse migliaia di iscritti a Scienze della Formazione quando la richiesta di mercato è invece inesistente e alla fine si va a fare il concorso per vigili".
Di Pietro ha spiegato che le due osservazioni non sono in contraddizione: "E' vero che abbiamo meno specializzazioni della Germania ma è anche vero che non possiamo pensare di avere un paese in cui tutti sono giornalisti come si vede invece nei telefilm".
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