Brancher, perde la democrazia (e il senso dello Stato)
Lunedi 5 Luglio 2010 alle 22:34 | 0 commenti
Alla fine Brancher ha dato le dimissioni da ministro. L'annuncio è avvenuto durante il processo che lo vede imputato. Lo stesso processo per il quale aveva chiesto il "legittimo impedimento" (poi ritirato a "furor di popolo"). Legittimo impedimento per il quale (e la cosa mi sembra palese) era stato nominato ministro. Un vero e proprio "pasticciaccio brutto".
Così Brancher non è più ministro.
Lo è stato per un paio di settimane. Ma nessuno sa né di che ministero, né con quali deleghe. Berlusconi, che lo aveva "nominato" ministro a "non si sa cosa", oggi condivide la scelta di Brancher. Qualcuno, adesso, (ne sono sicuro) vorrà far passare queste dimissioni per "alto senso dello Stato".
Mi sembra, invece, che siano l'epilogo (in)degno di un "affaire" che ha dimostrato come chi governa il paese non abbia alcun senso civico, etico e morale.
Prendono le cariche istituzionali come fossero mezzi per garantire potere personale. Se serve loro, magari per sfuggire alla giustizia, cambiano le leggi, si nominano l'un l'altro in maniera da garantirsi l'impunità . Non hanno alcun pudore e si stupiscono se qualcuno protesta o si indigna. Dal concetto di "servitori dello stato" si sta passando a quello dello stato servitore di "lorpadroni". Le dimissioni di Brancher non sono la vittoria di nessuno. Sono un atto dovuto, alla fine di una vicenda che dimostra la volontà del governo di cancellare un poco alla volta le più elementari regole democratiche.
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