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BPVi, "sfuma" la quotazione in Borsa. Nonostante questa ipotesi, Atlante conferma il suo impegno

Di Rassegna Stampa Venerdi 22 Aprile 2016 alle 09:35 | 0 commenti

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Il grande falò del risparmio che avvolge l’aumento di capitale da 1,5 miliardi di Popolare Vicenza regala ogni giorno elementi inquietanti: è notizia di ieri, infatti, che la quotazione in Borsa dell' istituto berico, cui si credeva finalizzato l’aumento è destinata a sfumare. E con essa, la possibilità di far luce sulle conseguenze della ventennale disastrata gestione dell’ex padre padrone Gianni Zonin, indagato per gravi reati finanziari. Le associazioni Adusbef e Federcosnumatori hanno infatti chiesto alla Consob, l’autorità che vigila sulla Borsa, di "impugnare i bilanci poco veritieri dell’istituto". Ma l’Authority non può farlo con società non quotate, e se pure avvenisse lo sbarco a Piazza affari, i bilanci passati sono al sicuro. Eppure è su quelli che è costruito il prospetto informativo.

BREVE PREMESSA
Il fondo Atlante, il nuovo veicolo "salva banche" ieri autorizzato da Consob - s’è impegnato a subentrare a Unicredit come garante dell’operazione, e quindi sottoscriverà l'aumento quasi per intero a un prezzo massimo di 10 centesimi: i 119 mila vecchi soci perdono tutto, 6 miliardi di euro in fumo. Gli resterà in mano lo 0,7%. Ieri, la Quaestio Sgr, che gestisce Atlante, ha messo a verbale che estenderà il suo impegno anche in caso di mancata quotazione in Borsa. Dettaglio fondamentale, diffuso poche minuti prima che la Consob rendesse noto di aver approvato il prospetto al collocamento delle nuove azioni che si concluderà il 28 aprile e alla quotazione a Piazza Affari. Il via libera a quest’ultima, però, spetterà alla Borsa italiana. Il prezzo di 10 centesimi è propedeutico a evitare che, un attimo dopo l’ammissione alle negoziazioni, il titolo coli a picco. Questo non basta, perché Atlante ha capito che sarà l'unico sottoscrittore: il flottante - la parte di azioni che non fa capo all’azionista di controllo e destinato alla negoziazione - quasi sicuramente non raggiungerà il minimo accettabile per Borsa italiana (25%). La quotazione era stata posta da Quaestio come condizione indispensabile - insieme all’esenzione dall’obbligo di Opa - del subentro a Unicredit. Ieri ha fiutato l'aria e corretto il tiro modificando il regolamento di Atlante.
IL PROSPETTO ha la dimensione sterminata di 950 pagine e spiega molto bene perché gli investitori si sono defilati: metà del cda in carica è oggetto dei rilievi della vigilanza, che ha sancito lo "scarso" ruolo di controllo del collegio sindacale. Consob ha poi avviato 6 provvedimenti sanzionatori per gravi violazioni nei confronti di attuali ed ex amministratori a seguito di un’ispezione tenuta tra aprile 2015 e febbraio 2016. Cinque - a cui la banca risponde in solido - sono a carico del cda, del collegio sindacale, della direzione generale, del responsabile della funzione di controllo in carica all'epoca dei
fatti contestati (aprile 2011 - aprile del 2015) e di alcuni dipendenti: si va dalle violazioni dei profili di rischio Mifid alle determinazioni del prezzo delle azioni, dal finanziamento per l'acquisto di azioni proprie alla gestione scorretta degli ordini di vendita dei clienti. È il centro del disastro dell’istituto: nell’era Zonin la banca prestava soldi ai soci in cambio dell’acquisto di azioni, che però non possono essere conteggiate nel patrimonio: un trucco scoperto nel 2015 dalla Bce che a fine anno ha aperto
un voragine da oltre un miliardo. Dopo aver venduto le azioni - a prezzi stellari - l’istituto, non solo s'è via via rifiutato di riacquistarle ma ha anche dato precedenza ad alcuni soci. Un'altra violazione, riguardante le “omissioni e inesattezze” nella diffusione delle informazioni sulla determinazione del prezzo delle azioni è a carico del solo istituto. A oggi sono stati presentati 4.752 reclami da parte dei vecchi soci per richieste di risarcimento che superano il miliardo di euro, ma la banca ha accantonato a
fondo rischi solo 489 milioni. La lista delle criticità è lunga. Consob costringe l’istituto ad ammettere rischi sulla quota in Cattolica Assicurazioni, a bilancio ad un valore di 15 euro per azione (394,7 milioni di euro), quando in Borsa ne vale 6: una minusvalenza potenziale da 237 milioni. Drammatica anche la situazione della liquidità (nel 2015 8 miliardi sono usciti dai depositi): a fine anno i coeficenti erano sotto i livelli regolamentari, e sono stati tirati solo grazie ad operazioni con Jp MOrgan e Deutsche bank. E ancora: "Non vi sono certezze circa la realizzabilità" del piano industriale al 2020, i cui utili sono già stati tagliati del 22% dalle banche collocatrici. Quest’ultime incasseranno comunque 60 milioni di euro, altri 15 costerà l'eventuale quotazione. Eppure, si legge nel prospetto, la ricapitalizzazione potrebbe non bastare a eliminare i rischi futuri. L’Istituto ha chiuso gli ultimi tre esercizi con perdite
complessive per 2,4 miliardi, e se tutto va storto resta solo lo spettro del bail in.
IERI, i consumatori hanno attaccato la Consob, giudicando “tardivo” l’avvio delle sanzioni. C'è spazio anche per la beffa finale: prestiti per centinaia di milioni ai vertici, approvati all’unanimità dal cda. Quelli ad aziende controllate da Zonin ammontano a 167 milioni.
Di Carlo di Foggia, da Il Fatto Quotidiano


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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