Indagini BPVi: in attesa di Gianni Zonin silenti Zigliotto e Sorato, mentre a "velare" Roberto Zuccato ci pensa il GdV. Ma Cappelleri "coprirà" BPVi solo se farà accordi con soci
Martedi 26 Luglio 2016 alle 22:54 | 0 commenti
Ad oggi, a fronte di più di sei miliardi persi da oltre 118.000 soci, gli indagati per il flop della Banca Popolare di Vicenza sono nove: inizialmente i fari della Procura di Vicenza erano puntati su Gianni Zonin, ex presidente, e sugli ex consiglieri Giuseppe Zigliotto e Giovanna Dossena mentre, lato manager, a non vivere sogni tranquilli erano l'ex direttore generale Samuele Sorato e i suoi vice Andrea Piazzetta e Emanuele Giustin. Dall'ultima visita della Guardia di Finanza in Via Btg. Framarin e dalle indagini e correlazioni di fatti coordinate dal procuratore capo Antonino Cappelleri, coadiuvato dai pubblici ministeri Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, sarebbero emersi indizi sui nuovi indagati: oltre a due ex consiglieri di amministrazione, Roberto Zuccato, attuale presidente di Confindustria Veneto, e Franco Miranda, già presidente degli artigiani vicentini, anche il funzionario che redigeva il bilancio, Massimiliano Pellegrini.
Poco fa IlCorrieredeveneto.it ha rivelato che sia l'ex direttore generale della Banca popolare di Vicenza Samuele Sorato che Giuseppe Zigliotto, componente del consiglio di amministrazione dello stesso istituto, «invitati dalla procura, si sono presentati in tribunale nei giorni scorsi per essere interrogati. Accompagnati e consigliati dai rispettivi avvocati, sia Sorato che Zigliotto hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere, come è loro diritto, assicurando di voler spiegare più avanti, quando saranno meglio specificate le carte che sono nelle mani dei pubblici ministeri che conducono l'indagine».
Se a contraddire le motivazioni del, legittimo, silenzio dei due indagati c'è l'indiscrezione raccolta dal dorso locale del CorSera in Procura («Eravamo pronti a condurre un interrogatorio su questioni specifiche») e se lo stesso procuratore Antonino Cappelleri oggi in attesa del ministro Orlando ha assicurato che, scrive IlCorVeneto, «a breve sarà chiamato anche l'ex presidente Gianni Zonin che a sua volta potrà decidere se rispondere alle domande o rimanere in silenzio», a "silenziare" visivamente (velare rispettosamente?) il neo indagato Roberto Zuccato ci hanno pensato i titoli del GdV, il Giornale di Vescovi, successore a Vicenza del suo successore Zigliotto, e, soprattutto, la locandina.
Se quella de Il Corriere del Veneto richiamava i lettori con nome dell'indagato giornalisticamente (e per ruolo) più noto e più importante, Roberto Zuccato, la locandina del GdV accennava a tre indagati, senza nomi (anche l'orso lo chiamava per nome: Bruno!) e, soprattutto, senza il nome dell'imparentato con la proprietà del quotidiano locale col grande merito, per giunta, di aver portato alla guida del foglio confindustriale proprio Ario Gervasutti.
Se la riconoscenza è virtù cristiana, si preannuncia ora, come avevamo supposto qualche giorno fa, un'altra possibile ma giudiziaria riconoscenza.
Quella di Antonino Cappelleri che, come riferisce VeneziePost, ha evidenziato la necessità "in maniera fatale di decidere di adottare o no delle misure di cautela reale (verso la BPVi, ndr). Ovviamente se la banca nel frattempo riesce a tacitare tante più posizioni, tanto più ci toglie lo spazio di necessario intervento ma ciascuno segue la sua logica".
In sintesi: Gianni Mion & c. aprano i tavoli di conciliazione quanto prima ed esaudiscano quanti più soci danneggiati possibile e Cappelleri, per "riconoscenza giudiaziaria", non procederà a ferali provvedimenti di "sequestri" a carico diretto della Banca.Â
Quelli a carico di Gianni Zonin, intanto, sarebbero sempre più possibili e non sarebbero di certo ferali.
Anzi...
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